| Perchè quel bel tipetto doveva proprio capitare in quel momento? Mia aveva ben altro a cui pensare, e lui spudoratamente le aveva chiesto un appuntamento. Chiuse la porta di casa e abbassò lo sguardo al foglietto che aveva in mano, dove c'era quel numero di telefono. Strinse la mano in un pugno fino a stropicciarlo e lo buttò a terra tanto violentemente da farlo sparire dalla propria vista. Quello non era momento di pensare a se stessa. In cucina, suo fratello la aspettava.
Pablo si svegliò nel letto del suo appartamento. A stento ricordava cos'aveva fatto la sera prima, ma ricordava benissimo che i suoi amici lo avevano quasi obbligato ad andare in discoteca. Poi si era ubriacato. E solo allora, Pablo si accorse che accanto a lui c'era una ragazza, nuda come lo era lui, che dormiva. Quella ragazza non era Marizza. -Oh Dio!- Esclamò. -Hey tesoro - Disse la ragazza bruna girandosi verso di lui e aprendo pian piano gli occhi - perchè gridi in questo modo? Ce la siamo spassata stanotte, vero cucciolo? -Esci immediatamente da qui! -Ma cosa...?- La ragazza era confusa. Pablo si alzò e si mise il primo paio di pantaloni che trovò sul pavimento. -Vattene immediatamente da qui. Vestiti in fretta e sparisci! -Ok, ok, non ti agitare tanto, però Pablo voleva ammazzarsi. Ancora una volta, aveva tradito Marizza. E, come tutte le altre volte si sentiva come uno stupido. A volte voleva solo sparire dalla faccia della terra per non vedere più nessuna ragazza. Era condannato a vita per essere fisicamente come un Dio, bello come le giornate di primavera e l'acqua fresca in estate. Si tormentò per tutto il giorno e aveva deciso che non voleva dirlo a Marizza: aveva appena fatto pace con lei per il bacio con Mia, aveva paura che questa cosa l'avrebbe praticamente distrutta. Cercò di schivare la sua ragazza in tutti i modi possibili, e quando parlavano o si baciavano diventava nervoso. -C'è qualcosa che non va? -No, perchè? Marizza decise di cambiare domanda. -C'è qualcosa che mi devi dire? -Eeeem... sì. Devo andare in bagno, ci vediamo dopo- Disse alla fine e si affrettò tanto ad andarsene che si scontrò con Manuel. -Hey! Ma cosa gli prende?- Disse rivolgendosi a Marizza. -E' da stamattina che è così nervoso - Marizza scrollò le spalle - So già cos'è successo... Ho bisogno di te, Manu Lui la capì subito e l'abbracciò. Lei, con un sospiro appoggiò la testa sulla sua spalla. -Vieni, andiamo da un'altra parte
-Che posto è questo? -E' il mio angolo segreto. Vengo qui quando voglio stare da sola- Marizza si sedette sul prato nel retro vietato della scuola. -Non hai paura di essere scoperta? -Qui non ci viene mai nessuno...- Manuel notò la tristezza di Marizza, allora lui la incoraggiò a raccontargli le sue paure. -Io... non lo so, credo che dobbiamo prenderci una pausa. Troppe ragazze vanno da lui, e io mi sento tradita e poco desiderata da lui -Ma non è lui ad andare dalle altre, giusto? Io quando vi vedo insieme, vedo che Pablo è molto innamorato -Manu, io posso fidarmi solo della sua parola, ma e se mi mentisse? Se in realtà è anche lui ad accettarle? Io non posso essere in mille posti, Manuel -Vuoi lasciarlo? -Non lo so. Però ho bisogno di un pò di tempo per pensare...
Manuel aspettava ansioso che Mia lo chiamasse. Aspettava di vederla a scuola, ma non c'era andata. Era un pò preoccupato, dopotutto il giorno prima, quando era andato a casa sua, l'aveva vista spaventata e un pò terrorizzata. Sembrava sfinita e sentiva delle grida provenire all'interno della casa. Siccome lui non aveva il numero di Mia, dopo scuola decise di andare a trovarla. Quando arrivò, suonò il campanello e, poco dopo qualcuno aprì la porta. -E tu chi saresti?
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