¸´¯`°¤.¸ _`¤ Rebelde Way¤´_ ¸.¤°´¯`¸

El Privilegio De Amar, New ff !! *-*

« Older   Newer »
  Share  
RoxanaBenja
view post Posted on 14/9/2016, 14:13 by: RoxanaBenja

♥ Yo no puedo dejar de sentir lo que siento… ¿entendés? No quiero soltarte. Estoy enamorado de vos. ♥

Group:
Marizza y Pablo house
Posts:
1,306

Status:


E niente...ragà non riesco a riposare al vostro posto ahahahahah quindi vi posto un altro capitolo perchè voglio che sappiate il passato di Marizza hahahah xD Buona lettura di nuovooo xD <3


CAP 12

15 anni prima


Febbraio – Sud Argentina

Xx: Ragazzina questo è quel che puoi permetterti . Non posso andare oltre . Mi dispiace.
Marz: N-non …fa niente. Scendo qua.
Do gli ultimi risparmi rimasti al taxista che dopo avermi passato il borsone dal portabagagli rientra in auto lasciandomi da sola nel bel mezzo della campagna.
Il vento freddo del pieno inverno mi costringe a stringermi nella giacca tremando leggermente .
Faccio un passo avanti sentendo a stento ancora i miei piedi , completamente ghiacciati , ora immersi nella morbida neve.
Fortunatamente la bufera , scatenata durante il tragitto in taxi , è cessata e grazie alla nitida visuale riesco a intravedere la casa di mio padre. Stringo la bretella del pesante borsone e avanzando sempre più calpesto la morbida e fredda neve ponendomi come obiettivo il raggiungere mio padre.
Il cielo , sebbene coperto da grandi nuvoloni bianchi , tende ad scurirsi segno che tra poco scenderà la notte insieme al buio pesto. Devo affrettarmi. Socchiudo gli occhi , rossi e gonfi a causa dei numerosi pianti avuto in questi giorni , prendendo un bel respiro richiamando in me le ultime forze.
Su Marizza quelle luci in lontananza saranno la tua salvezza, il tuo rifugio . In quella casetta , che ora appare minuscola alla mia vista , ci sarà la pace che cerco , calore e…amore oltre che un po’ di riposo .
Marz: Ce..la devo fare.
Riapro gli occhi procedendo con la camminata dritta a quella casetta rustica , cui tetto è sommerso di neve.
Non so di preciso dove sia capitata so soltanto che sono nell’aperta campagna ora completamente innevata. Il biancore della neve mi permette di poggiar i piedi nei posti giusti evitando eventuali cadute che possano metter a repentaglio la vita del mio bambino. Stringo il braccio in vita sino a sentire il contatto della mia pancia dentro la quale sta crescendo di giorno in giorno la MIA creatura. L’unica mia fonte di vita , il mio amore grande che resterà per sempre al mio fianco .
Ma nonostante mi stia autoconvincendo che tutto da oggi in poi andrà nel verso giusto nella mia testa governa solo la negatività . Sebbene ho in grembo una creatura mi sento così sola..e incapace , debole , non pronta a lottare contro il mondo che mi si è riversato contro. In soli due giorni la mia vita è diventata uno schifo. Ho passato circa una settimana in cerca di una collocazione , ma i soldi che avevo in serbo per me non mi sono bastati a restarci a lungo e come un lampo nel cielo sereno mi è venuta l’idea di raggiungere mio padre, unica persona per momentaneamente mi può aiutare a non cadere del tutto in questo baratro senza fondo. Mi può tenere la mano sino a quando cadrò del tutto .
Xx: Chi è?
Finalmente busso con le ultime forze rimaste in corpo a questa porta di legno malandata.
Non ero mai venuto a fargli visita , l’unica cosa che sapevo è il fatto che risiedeva in aperta campagna del Sud dell’Argentina , posto isolato dalla città in cui è chiuso il mio più amaro e triste passato . Posso già affermare di condurre una nuova vita , una vita in cui “Lui” non può raggiungermi e ferirmi ulteriormente senza pietà . Non mi troverà , non gli permetterò di uccidermi del tutto , non saprà che fine ho fatto , dovrà rosicarsi i gomiti per la disperazione , dovrà sputare sangue sino a morire.
La voce non mi esce anche perché a stento riesco a reggermi in piedi. Fisso le mie mani tremolare violentemente mentre le mie unghia diventano sempre più blu per via del freddo.
Continuo a stringermi nella giacca , in cerca di calore ..ma niente .
Finalmente la porta si apre e riconoscendomi dopo aver socchiuso a mala appena gli occhi , mettendo a fuoco la vista , sgrana gli occhi emettendo frasi pieni di sorpresa.
Martin: Marizza!!! Che ci fai qua?? Dio mio sei pallidissima! Su entra .
Afferrandomi per le spalle mi porta tra le sue braccia strofinandomi la schiena con tutta l’energia che ha in sé chiudendo poco dopo la porta. Rimango immobile in silenzio , riesco solo a battere i denti dal freddo.
Martin: Sei congelata! Vieni qua..
Velocemente mi conduce in salotto illuminato da uno splendido fuoco che scoppietta vivacemente nel camino grezzo in mattoni , sentendone il calore. Senza rendermene conto mi trovo seduta accanto ad esso con le gambe vicino al fuoco e una coperta sulle spalle , ora libera dalla giacca ormai bagnata dalla neve , sentendone il calore trapassarmi ormai la pelle congelata.
Martin: vengo subito ! Ti porto una cosa calda da bere.
E senza pormi domande del genere “ che ci fai qua? “ , “perché a quest’ora della sera?” e così varia lui corre in cucina presentandosi dinanzi a me con una tazza fumante. Non so cosa ci sia dentro ma non mi importa.
Il mio stomaco si rifiuta di ingerire cibo o bevande , mi si è chiuso e non toccando alimento da circa 2 giorni a stento riesco ancora a vomitare. Il bambino nel mio grembo necessita cibarsi ma è come se il mio stomaco si sia attorcigliato su se stesso . Non ce la faccio e supplicando cibo il feto mi provoca altro vomito.
Mi porto la mano sulla bocca bloccando questo ennesimo rigetto.
Martin: Marizza dì qualcosa. Ti supplico mi stai preoccupando. Su dai bevi un po’ questo buon te.
Marz: N-n-non…..v-voglio..
Con un filo di voce reclino la sua offerta .
Martin: Sei pazza ad uscire con questo freddo polare? Ti sarai preso un coccolone! Vedi come tremi e scotti!
Pone la sua mano sulla mia fronte , accaldata .
Marz: N-non..è ..colpa del freddo.
Il mio corpo tende lentamente a riscaldarsi grazie al fuoco pimpante del camino e alla mano calda di mio padre che mi accarezza il viso studiandomi premurosamente.
Martin: Certo che si..!
Marz: papà…….
Sento il mio mento iniziare a tremolare e come di consuetudine inizio a piangere lentamente.
Martin: Amore mio..perchè stai piangendo?
Si inginocchia dinanzi a me continuando a guardare col quel velo di preoccupazione che solo lui riserba per me.
Marz: …..sono…….incinta.
Trovo il coraggio di comunicargli il mio stato abbassando il capo, poco dopo aver visto i suoi occhi sgranarsi appieno , sentendo le altre lacrime scivolarmi lungo il viso sino a bagnare la coperta posta sul mio corpo , singhiozzando disperatamente.
Martin: C-c-cosa…? Come..c-chi…Di chi è?
Subito pone questa domanda stupida arrivandoci da solo pochi brevi istanti , passati a piangere incessantemente mentre lui si alza furioso , voglioso di spaccargli la faccia.
Martin: E’ di Pablo! Dov’è? Voglio parlargli .. Come gli è venuto in men…
Marz: Sono sola! ………e lo sarò per sempre.

****
Aprile – Sud Argentina

Marz: Sono tornata.
Dalla porta della cucina sbuca mio padre che subito accorre in mio aiuto.
Martin: Quante volte te lo devo dire che non devi portare tutto questo peso?
Afferra il raccolto sopravvissuto dal freddo assieme alla legna presa qui fuori nel capannone sentendo le sue mani sfiorare la mia pancia del 4° mese di gravidanza .
Martin: Siediti ,riscaldati ti supplico.
Mi fa sedere dinanzi al camino che nonostante siamo in pieno Aprile ci serve per scaldare la casa da questo freddo che non pare svanire quest’anno. A causa delle condizioni climatiche il raccolto non è stato benefico questo mese e per tale motivo siamo costretti a mangiare pochissimo , o quel che trovo Martin lo fa mangiare a me per il bene del bambino o bambina. Martin butta la legna appena presa nel camino accrescendo le fiamme del fuoco . Sorrido lievemente , godendomi questo immenso e meraviglioso calore.
Martin: Potevo andare io tranquillamente. Tu dovresti riposarti. Non sappiamo come sta procedendo la tua gravidanza ma giuro che cercherò dei soldi che ci permetteranno di pagare una visita per un ecografia.
Marz: Stai tranquillo.. Non intendo sprecare i nostri risparmi così al vento.
Martin: Marizza non esser testarda. Sono 3 mesi che sei qui con me . Quella povera creatura è arrivata al 4° mese e questo periodo non è da sottovalutare. Dobbiamo vedere se sta crescendo , se è ben formato e soprattutto ben nutrito. Guarda come sei magra , ti si vedono le fosse sul viso.
Marz: Non esagerare. Sto bene e poi se io sto dimagrendo tu che stai facendo? Scomparendo dalla terra?
Sospiro pesantemente congiungendo le braccia attorno alla mia pancia rotonda , non eccessivamente.
Essendo una diciottenne magra e piccola il mio corpo è predestinato a metter presto a mondo una creatura minuta. Non posso permettergli di spendere soldi a dottori . Sto bene e non intendo sottopormi ad esami ed ecografie. Qualcuno all’ospedale potrebbe vedermi e non voglio.
Martin: Ti sei stancata a prendere il raccolto vero? La prossima volta vado io!
Marz: Sto bene , dico davvero. Tu non potevi allontanarti , quei tre stanno col fiato sul collo e non puoi permettergli di fargli scoprire il mio nascondiglio.
Martin: Oggi…Pablo non c’era.
Rimango sorpresa da questa notizia. Ogni settimana quel disgraziato , insieme e Mia e Manuel , trova il coraggio di giungere qui nella speranza di ricavare qualche informazione utile per ritrovarmi , andandosene delusi e amareggiati .
Marz: Bene…si è arreso dunque.
Martin: Non ho voluto chiedere.. Al sol pensiero di averlo avuto dinanzi a me parecchie volte senza neanche sferrargli un pugno e stenderlo a terra mi sale il nervoso!
Accenno una breve risata incurvando quella labbra che hanno perso l’abitudine a farlo.
Marz: Ti voglio bene papà…lo sai?
Senza accorgermene sento i miei occhi punzecchiare e come spesso succede delle lacrime scivolano senza il mio permesso. E’ così dura la mia vita tanto da pensare ad ogni secondo se vale realmente la pena vivere ancora. Poi mi fermo a pensare e a fissare il mio riflesso allo specchio , attraverso il quale vedo una creatura crescere in me che mi da la forza di sopravvivere dinanzi a tale povertà , ingiustizia e disperazione.
Martin: Io sono qui .. dai non piangere.
Con la voce rotta dal dolore di vedermi in tale condizioni si avvicina a me attirandomi tra le sue braccia , continuando a rimanere seduta.
Gli circondo la vita affondando il mio viso sulla sua pancia coperta da un maglione caldo di lana respirandone il suo profumo.
Martin: Stringiti a me più che puoi.. Vi starò sempre vicino. Ricordatelo.
Sorrido dolcemente dovendo la vita a mio figlio che cresce di giorno in giorno.
Marz. Vi voglio bene..
Martin: Anche io.,,vi amo di bene! Non sai quanto.

****
Settembre – Sud Argentina

Marz: Papà ..sono pronta . Io vado.
Giunge dal piano superiore all’ingresso dove con un cesto , colmo di frutta fresca e vegetazione , mi preparo ad uscire.
Martin: Sei sicura? Oggi non hai una buona cera.
Pone la sua mano grande sul mio viso accarezzandomelo dolcemente portandomi automaticamente i capelli , ormai che sorpassano le spalle , di dietro mentre io gli mostro un gran sorriso.
Marz: Sto bene e poi torno subito. Consegno queste cose prendo i soldini e torno prima del tramonto.
Gli faccio l’occhiolino sicura di me ed entusiasta di rendermi utile anche al Nono mese di gravidanza.
Oggi la mia “fonte di vita” scalcia parecchio ma nonostante ciò maschero il dolore con un sorriso , che tranquillizza Martin , preoccupato da questa uscita .
Martin: Perché non aspetti un altro po’ qui al fresco? Fuori fa un caldo pazzesco e non ti fa bene uscire con il calore delle 3 .
Marz; *roteando gli occhi* Si così torno a casa per mezzanotte. Papà stai tranquillo , sono abituata a questo caldo e poi non siamo più nei mesi caldi , il sole sarà certamente meno violento.
Martin: No che non mi tranquillizzo , fammi andare a me su.
Tenta di prendermi il cesto dalle mani ma retrocedendo gli impedisco di compiere il gesto.
Marz: Non se ne parla. Odio starmene con le mani in mano. Tu continua a fare le pulizie dell’intera casa. Ci vediamo , ti voglio bene.
E dandogli un veloce bacio sulla guancia esco sorridendogli , sentendo i raggi solari colpirmi la pelle scoperta a causa del vestito largo estivo che indosso nonostante sia Settembre inoltrato.
Cammino lungo un comodo sentiero affiancato da erba , terra e molti fiori che col loro colore e profumo rendono incantevole questa immensa campagna. Sono diretta al piccolo villaggio che dista circa un bel paio di kilometri da casa nostra , per vendere ad una signora anziana il nostro raccolto eccessivo.
Da quel che cresce dal nostro pezzo di terra prendiamo ciò che ci serve per una settimana e ciò che possiamo scambiare o vendere con altri alimenti ricavando qualche volta un po’ di denaro.
Sono mesi che abito con Martin e ormai sono abituata a vivere queste condizioni economiche disagiate , mesi in cui patiamo la povertà di assoluta e questo…per colpa “Sua” . Pronunciare il nome mi viene da rigettare . Se solo sarebbe andato diversamente tutto questo non sarebbe successo .
Eppure l’unico modo per non sentirmi in colpa per aver portato la povertà a Martin è rendermi utile.
Ho passato tutti questi 8 mesi a lavorare duramente nonostante sia in condizioni non adatte , con o senza la pancia mi sono resa utile sia sul lavoro che in casa . Ho affrontato freddo e caldo in aperta campagna con in grembo mio figlio o figlia che cresce sempre più senza recarmi problema. E’ come se capisse che la mia vita dipendesse da lui e che stia soffrendo già abbastanza per subirmi i suoi dolori. Ma oggi ho una sorta di bombardamento nella pancia. Che si starà smuovendo? Ormai sono agli sgoccioli , da pochi giorni sono entrata del nono mese e al pensiero che dovrò metter al mondo suo figlio ..mi sale un groppo alla gola e una paura tremenda. Sono sola ..a lottare con tutte le forze che riservo il corpo e sola dovrò metter alla luce il MIO bambino . Oggi la giornata è più calda del solito , per stare a fine Settembre , e questo caldo insieme ai dolori non agevolano il mio cammino. Mi fermo in continuazione con un lieve affanno sotto le ombre di alcuni olivi , riposando le mie gambe sdolenzite per via del peso eccesivo per dopo ripartire lentamente . Le ore passano e i miei piedi bruciano per il lungo tragitto giungendo finalmente alle 6 del pomeriggio nel piccolo villaggio . Mi carico delle ultime forze pensando al positivo. Appena scaricherò la merce potrò rinfrescarmi al pozzo della piazzetta e riposarmi su una panchina comoda.
Passo tra le varie gente che mi fissano come se fossi una pazza a camminare con una pancia grande sotto il calore della giornata. Finalmente giungo dalla signora che gentilmente mi offre un bel bicchiere d’acqua fresca insieme ad un lieve riposo su una sedia morbida.
Signora: Oh cara quante volte ti ho detto che non dovevi preoccuparti. Appena le mie nipotine tornavano dal mercato le mandavo a prendere la merce.
Accenno un sorriso asciugandomi con la mano il sudore che imperla la mia fronte .
Marz: Non si preoccupi.. mi piace camminare.
Signora: Ma con quella pancia tesoro è pesante . Su dai vuoi un altro po’ d’acqua?
Marz: No no..grazie. Sono stata seduta abbastanza . Devo fare ritorno , non vorrei incontrare il buio lungo la strada.
Signora: Sei pallidissima figliola..metti qualcosa sotto i denti .
Premurosa e preoccupata mi offre una pagnotta calda e croccante di pane che rifiuto .
Marz: La ringrazio davvero ma non ho molta…fame.
Sforzo un sorriso stringendo segretamente i pugni per dei dolori lancinanti che sento alla pancia.
Delusa dal mio rifiuto abbassa il capo posando il cibo sul piccolo tavolo di legno.
Signora: Sei una ragazza così cara e buona. Porta i miei complimenti a Martin , che uomo magnifico. Tale padre tale figlia . Grazie a te per esser giunta sino a qua per queste delizie.
Giunge le mani al petto guardandomi con un largo sorriso grata del mio gesto.
Marz: Bene credo di dover andare adesso.
Infilo il denaro datomi poc’anzi nel cesto ormai vuoto che porto sul braccio dandomi una forte spinta per alzarmi da questa comoda sedia , decisa e pronta a far ritorno , ma appena mi metto in piedi una forte fitta mi costringe ad urlare di colpo da dolore piegandomi su me stessa mentre mi circondo la pancia , afflitta da dolori lancinanti , con le braccia facendo cadere automaticamente il cestino .
Signora: Che Dio ci aiuti! Marizza stai per partorire!!
Sento il grido straziante della signora che tiene lo sguardo fisso ai miei piedi e appena sollevo lentamente gli occhi stretti dal dolore mi accorgo di aver rotto di colpo le acqua. Inizio a respirare con affanno subendo altre forte fitte che mi inducono a inginocchiarmi a terra e ad urlare a pieni polmoni .
Signora: Tranquilla cara! Tranquilla ci sono io!! Respira , respira!
Mi liscia i capelli ormai impregnati di sudore , ciocche che rimangono attaccate alla mia fronte e al mio collo mentre cerco in tutti i modi di seguire il suo consiglio. Sono sola , ad affrontare questo grande passo , per l’ultima volta. Presto avrò il mio bambino che è in procinto d’uscire dalla sua “casa” e venire al mondo , in questo mondo spregevole. Ti volevo dentro me per sempre , al sicuro dalle persone malvage che abitano questa terra ma giuro che ti proteggerò sin che avrò vita.
Marz: AaAAAHHHHH!!!
Urlo a pieni polmoni stritolando la mano dell’anziana signora che nonostante mi sia sdraiata a terra nel bel mezzo della casa addolorante sta tenendo un saldo autocontrollo.
Signora: Aiuto!! Che qualcuno venga qui!! C’è una ragazza che sta per partorire!!
Invoca soccorso ad alta voce , che arriva alle orecchie dei passanti che riesco ad entrare in casa grazie alla porta lasciata aperta di consueto , prendendo in mano la situazione.
Respiro a fondo con affanno vedendo queste signore sistemarmi per bene mentre io continuo ad urlare arrivando quasi allo stremo delle mie forze. I dolori aumentano e le forze svaniscono .
Signora: Marizza resisti! Resta sveglia! Tuo figlio ha bisogno di te!
Marz: N-non…posso…
Ho gli occhi socchiusi vedendo le figure farsi sfocate.
Xx: Tranquilla ragazza ti aiuteremo noi .
Continuo a stringere i pugni infilzando le mie unghie nel palmo della mano stringendo con tutta la forza i denti dal dolore allucinante .
Signora: Hai sentito Marizza? Tranquilla..fidati di noi. L’unica cosa che devi fare è spingere e..resistere .
L’anziana signora tenta di tranquillizzarmi e ormai allo stremo delle forze non mi tocca che accettare la realtà. Sto per partorire mio figlio in una casa che non è mia , con l’aiuto di perfette sconosciute che sanno come aiutarmi in questa situazione drastica.
Xx: Ecco qua acqua e asciugamani. Possiamo iniziare!
Signora: Bene Marizza…spingi….sforzati , noi siamo con te!
Vorrei tanto avere mio padre al mio fianco , che sicuramente mi avrebbe infuso coraggio ma non c’è neanche lui. Con gli occhi semi chiusi e respiro affannoso mi lascio manovrare da queste signore che mi poggiano il capo su un cuscino mal ridotto sentendo poi un caldo panno asciugarmi il sudore freddo .
Un'altra forte fitta mi pervade il corpo e urlando con la bocca spalancata inizio a spingere per far nascere il mio bambino. Per un secondo penso come sarebbe stato il mio parto a fianco di..Pablo.
Sarei stata in un ospedale , sotto anestesie che agevolavano il “lavoro” , in sala parto con lui che mi sorrideva e mi fissava con tutto l’amore che provava per me mentre io gli stritolavo la mano mettendo alla luce la Nostra creatura , udendo poi le melodiose parole “Ce l’hai fatta…Ti amo amore mio , sei stata bravissima! “ . Ma no…è andato tutto così diversamente. Ora ad incitarmi sono queste signore che munite di pazienza e coraggio mi stanno aiutando a partorire. I dolori diventano più lancinanti e contorcendomi sul posto continuo a spingere con tutte le forze che riservo in corpo .
Marz: AAAAAAAAHHHHH!!!!
Il mio urlo echeggia nell’intero villaggio sino a sentire il fatidico….pianto .
Signora: M-marizza……è…una bambina!
Poggio esausta il mio capo sul cuscino , sprofondando in esso , sentendo poi il mio corpo esser sopraffatto da qualunque debolezza. Continuo a respirare con affanno sollevata almeno al pensiero di averla messa a mondo sana e salva . I dolori diventano più leggeri ma quel che mi importa adesso è restar sveglia per poterla vedere e tenere tra le mie braccia.
Marz: D-d-date..mela.
Con un filo di voce richiamo l’attenzione di queste signore che si affrettano a pulire il tutto , porgendomi poi la mia adorata avvolta in una morbida asciugamano.
Signora: Ecco a te tesoro…è tutta tua. Ottimo lavoro!
I suoi occhi sono lucidi intravedendo persino qualche lacrime di commozione. Sollevo quel che basta le braccia per toccare questo corpo minuto e così caldo , fissando finalmente questa povera creatura innocente . Come poteva sbarazzarsi di questo spettacolo?...Era ripugnante esaudire il Suo desiderio.
Non importa se sto patendo tutte queste differenze , rifarei questa scelta cento mila volte ancora.
Non c’è gioia di più grande di tenere stretta al petto la propria..figlia. Piange incessantemente dimenandosi leggermente nell’asciugamano giallo canarino sbattendo quelle sue minute mani carnose al mio mento che ora tremola dall’emozione. Inevitabilmente sento le lacrime scorrere raggiungendo le mie orecchie sino a posarsi sul cuscino mentre con l’aiuto delle signore mi sollevo quel che basta per tenerla salda tra le mie braccia che la stringono incessantemente.
Marz: N-non piangere….amore mio….C’è la tua…m-mamma qui.
Creo uno dei miei migliori sorriso continuando a piangere dalla commozione. Il mio cuore batte forte e tenera stretta a me è una sensazione meravigliosa.
Signora: Siete bellissime…E’ un capolavoro ciò che hai fatto Marizza..brava!
Mi accarezza i capelli grondanti di sudore sorridendo il più non posso annuendo poi col viso , grata del suo complimento.
Signora: Allora..come si chiamerà la bambina più bella del mondo??
Per un momento la bambina tende a calmarsi , interrompendo il suo dolce pianto , permettendomi un secondo per riflettere.
Marz: A-abi..*deglutendo* Abigail….Abigail Andrade.*Sorridendo con le lacrime agli occhi*

Presente

Marizza

Marz: Deduco che sai già tutto.
Dondolando sull’altalena creata quando Abby era piccola , composta da un pneumatico grande appeso ad un albero massiccio , tengo lo sguardo fisso all’orizzonte dal quale si intravede il lago riflettere sotto i raggi violenti del sole.
Mia: Mi dispiace..
Sospiro. Di solito odio queste parole ma pronunciate da lei , che è giunta a me a passo felpato , mi rende leggermente importante.
Mia: Non sapevo di tutto quel che hai passato per colpa sua.
Marz: Sin dove Martin è arrivato col racconto…?
Mia: Sino al tuo ritorno a casa con la bambina in braccio. E’ stato doloroso…vero?
Marz: Hai mai viaggiato sul retro di un trattore tutta sdolenzita a causa del parto con una neonata in braccio su una strada mal ridotta?
Mia: Dio mio…
Si posiziona accanto a me portandomi la mano in faccia.
Mia: Perdonaci se non abbiamo capito niente. Potevo aiutarti .. Se solo mi avresti detto che eri stato con Pablo potevo intuire che i tuoi malori erano dovuti dalla gravidanza.
Marz: Non importa adesso. Quel che è stato è stato . L’importante è che la mia bambina sia nata sana come un pesce.
Mia: Senza controlli medici…Sono sconvolta da questo racconto. Davvero Marizza hai superato ogni mie aspettative. Io se fossi stata in te…non so cosa avrei fatto.
Marz: Lo stesso . L’amore che si prova per il proprio figlio ti induce a sacrificare il tutto e possibile.
Scendo dall’altalena posando i miei piedi tra l’erba fresca e profumata.
Marz: Bene ora devo andare a preparare le ultime cose , mi aiuti o hai paura di scheggiarti un unghia?
Rido sotto i baffi godendoci appieno quando la prendo per i fondelli e come ai vecchi tempi lei abbocca al mio amo rispondendomi con la stessa grinta continuando poi a ridere tra gli ultimi preparativi.
Per ora non voglio rievocare il passato , non voglio esser compatita ma arriverà quel giorno in cui lui dovrà sentirsi un verme nel momento in cui saprà cosa ho passato per via del suo egoismo. Rimpiangerai ciò che hai fatto.
Mia crede che la mia disavventura sia finita li….oh ovvio che no. Nessuno , e per nessuno è incluso Martin, sa quel che ho fatto dopo…..

Pablo

“Chi..si rivede.”
E’ questa l’unica frase che mi frulla in testa per 3 dannatissimi giorni . E’ possibile che la prima cosa che gli sia saltata in mente dopo lunghi anni di lontananza?
Mi abbandono a peso morto sulla poltrona girevole di pelle nera lucida dondolandomi armoniosamente.
Fisso quel pendolo di Newton col quale ammazzava il tempo Marizza prima di voltarsi e far scontrare i nostri sguardi . Il suo era spento , freddo e impassivo. I suoi lineamenti erano da donna matura , una donna che avrà affrontato chissà quale cosa per essersi ripresentata da noi con quell’aspetto.
Tacchi alti , vestito attillato ma soprattutto elegante , capelli raccolti in ordine ..in succo è ritornata completamente diversa. 15 anni fa non prestava attenzioni a tutte queste cose , era uno spirito libero , una ribelle che indossava qualunque straccio incontrava pur di accontentare i suoi gusti e no quelli degli altri.
Quel suo look dell’altro giorno faceva intendere un solo messaggio agli uomini “Guardatemi e bramatemi “ .
Per un momento ho perso un battito cardiaco , gli sarei saltato addosso seduta stante anche se era un'altra donna vestita nello stesso modo. Sbatto più volte le palpebre scacciando via dalla mia visione le sue gambe accavalcate. Suvvia Pablo! E’ appena tornata e già ti ha scombussolata la vita? Ho fatto enormi sforzi per scacciarla dalla mente , per farmi una nuova vita senza lei e ora che fai…? Pensi a lei? Oh no..non te lo permetto.
Mi do uno schiaffo sul viso da solo sistemandomi sulla sedia drizzando la schiena concentrandomi a firmare gli ultimi moduli di iscrizioni. Stamattina è arrivato l’ultimo. Lo prendo e mi incanto a fissarlo.
Pablo: Abigail Andrade….
Quella ragazza…mi da una stranissima sensazione. Troppa somiglianza , forte energie risiede in essa.
Quel suo look stravagante mi ha tanto ricordato quella pazza di Marizza. Accenno d’istinto un sorriso nostalgico rimpiangendo i vecchi tempi in cui eravamo normali adolescenti pieni di futili problemi.
Solo con la maturazione ho appreso che i veri problemi iniziano quando le prime responsabilità si appropriano delle spalle altrui . Poggio il foglio sulla scrivania firmando , ufficializzando così l’entrata di questa nuova studente. Non so perché…ma ho l’impressione che la “tutrice” , in questo caso Marizza , mi farà passare le fiamme dell’inferno. Mi sono bastati pochi minuti per cogliere al volo il loro stretto legame e a quanto pare Marizza si è imposta di tenermi a debita distanza da quella ragazza e questo suo atteggiamento misterioso…mi fa incuriosisce e mi spinge a capire il perché.
Pablo: Bene…ho finito.
Clicco il pulsante del telefono inviando un messaggio vocale alla segretaria Amelie di giungere in presidenza e dopo pochi secondi la vedo entrare con il suo magnifico sorriso.
Amelie: Eccomi qua , in cosa le posso esser utile Signor Preside?
“Signor Preside”….chi l’avrebbe mai pensato che lo sarei diventato un giorno?
Questo lavoro non rientrava nei miei piani ma spinto a portare soldi sufficienti a casa decisi di “alzarmi le maniche” e studiare sodo per questo ruolo .
Ed eccomi qua , nel mio vecchio e amatissimo collegio “Elite Way” .
“Perché amo questo posto?” : Perché è colmo di bei ricordi , che mi fanno rimpiangere la mia amata adolescenza , durante la quale ho passato i miei migliori momenti accanto alla donna che ho amato col tutto il cuore , che ho perso come un imbecille e che ho ritrovato completamente cambiata e accecata d’odio nei miei confronti. Eccome se l’ho notato. Non mi perdonerà mai per la mia vigliaccheria , no che non lo farà. Ne sono consapevole e non posso darle torto. Sono stato spregevole e ho scontato la mia punizione con la donna che mi sta lasciando col divorzio. Il perché? Semplice , il denaro scarseggia e lei necessita cambiare aria per sperperare tutto il bottino e su questo non la pensavamo allo stesso modo.
Amelie: Preside Bustamante , si sente bene?
Sobbalzo leggermente scuotendo velocemente il viso per mostrargli infine un lieve sorriso.
Pablo: Si si..sto bene grazie. Tranquilla. Ti ho chiamato per metter in archivio questi fascicoli , sono dei nuovi studenti .
Amelie: Certamente.
E sorridendo radiosamente esegue i miei ordini alla grande. E anche questa giornata di lavoro è conclusa e mi tocca far ritorno a casa o meglio …appartamento.
Giro la chiave nella serratura aprendo poco dopo la porta del mio vecchio appartamento. Clicco l’interruttore facendo illuminare il tutto con delle luci appesi sul soffitto senza lampadario.
Accompagno la porta col piede sino a chiuderla , dato che ho le mani occupate da cartacce varie e valigetta posando il tutto sul tavolino , o meglio su una tavola da surf che funge da arredo.
Pongo le mani sui fianchi sospirando sonoramente mentre mi fisso attorno. E’ tutto così triste senza nessuno. Sono ritornato a vivere in questo appartamento nel momento che io e Paula abbiamo preso le distanze , ottima scelta direi dato che non ne potevo più. La scelta di divorziare non è stata difficile e non è neanche di lunga data. Ha iniziato a prender in considerazione questa idea a giugno e con ciò è la mia prima estate passata da solo a non far nulla se no organizzare il rientro scolastico . Oggi finalmente quei scalmanati sono partiti per il vacance club e io posso godermi l’ultima settimana estiva qui buttato a peso morto nel pouf morbido mandando la testa all’indietro. Sospiro socchiudendo gli occhi mentre mi massaggio le tempie sdraiandomi sguaiatamente. Riaprendoli la prima cosa che scontro sono i diverti quadretti appesi sulla parete , disposti secondo l’andamento delle scale che portano al piano superiore dove si trova il mio amatissimo e morbidissimo letto.
Sono le foto che ritraggono me e Paula sia al matrimonio , sia a diversi appuntamenti o anniversari, di fidanzamento e di nozze. Quasi 15 anni passati al suo fianco per poi buttare al vento tutto il mio impegno e determinazione in pochi mesi . Cosa devo fare in questo caso?..Accettare e starmene con la bocca chiusa.
Sono così amareggiato dalla mia vita . Mi chiedo se non fosse per quei ribelli a scuola con chi mi divertirei ed ammazzerei il tempo? Col muro o meglio con delle vecchie foto in cui sono ritratti sorrisi smaglianti che ora non esistono più? Ogni giorno mi chiedo perché mi sono ridotto così. Cadere sotto l’effetto dell’alcool e risvegliarsi sotto le lenzuola col corpo nudo di una donna al fianco è stato un errore madornale.
Con le spalle al muro ho dovuto accettare le responsabilità che prometteva quel “famoso” bambino nel grembo di Paula , spingendomi a sposarmi in fretta e in furia. Bambino che non è mai venuto al mondo.
E’ stato solo un falso allarme..ma l’abbiamo scoperto quando era troppo tardi. Il matrimonio era fatto , eravamo già marito e moglie e ci siamo dati un opportunità a vicenda. L’uno aveva bisogno dell’altro e per un paio di anni abbiamo passato momenti magici. Lei come tanto tempo fa riuscì a scacciare dalla mia mente Marizza che mi aveva lasciato privo di qualunque energia vitale e felicità .
Con Paula al fianco sono tornato a vivere ma purtroppo le cose sono precipitate nell’ultimo periodo.
Ma è la vita…e non mi tocca fare altro che accettarne il corso .
“Din don “
Sollevo il capo drizzandomi col corpo .
Pablo: E ora? Chi è a quest’ora?
Mi alzo con sforzo abbandonando quel comodo pouf scontrando l’orario mentre mi dirigo alla porta per aprirla. Sono le 19 di sera e appena la apro mi trovo Jared poggiato alla soglia della porta con un espressione esausta.
Jared: Ti supplico aiutami ad ubriacare di brutto! Voglio staccare la spina.
Entra come di consueto fa rifugiandomi nel mio appartamento ogni qual volta litiga con i suoi genitori o ha qualche problema , che risolvo in un batter d’occhio.
Jared: Cos’hai nel frigo?
Accenno una risata chiudendo poi la porta raggiungendolo nella zona cucina .
Jared: Ah si! Questa si che è una visione paradisiaca!
Pablo: Molla immediatamente quella birra fresca .
Gliela prendo tra le mani , sgretolando lo “scambio di sguardi” seducenti tra lui e la bottiglia che sgocciola a contatto col calore.
Jared: Ti supplico zio abbi pietà di me!
Fuori dal collegio sono suo zio , soprannome dato sin quand’era piccolo. Abbiamo trascorso un sacco di vacanze insieme e anche momenti entusiasmanti. Ci siamo divertiti un mondo e ad ogni problema corre da me , l’unico che lo sa ascoltare e capire in ogni modo anche se si trova nella parte del torto .
Pablo: Che problemi hai con i tuoi genitori adesso?
Poggio la bottiglia sul tavolo di legno chiaro poggiando la schiena ad esso incrociando infine le mie braccia .
Jared: Mi stanno maltrattando!! Sto per avere una crisi di nervi , me lo sento!
Camminando avanti e dietro cerca di scaricare i nervi e l’adrenalina che ha in corpo .
Pablo: Solo perché non ti hanno mandato al vacance club? Suvvia Jared lo fanno solo perché vogliono passare gli ultimi giorni in tua compagnia. Ti voglio ricordare che tra una settimana iniziano le lezioni e tu vedrai i tuoi genitori pochissime volte.
Jared:*alzando gli occhi al cielo* E io non vedo l’ora guarda!!!
Inizio a ridere divertito dalla sua scena melodrammatica , unico aspetto ereditato da sua madre Mia.
Jared: Ma non è il solo problema!
Pablo: Perché non ti siedi un attimo e ne parliamo con calma? Tra poco metti fuoco la casa a furia dei tuoi passi veloci.
Gli pongo la sedia che lui subita afferra sedendosi a cavalcioni poggiando infine esausto le braccia sullo schienale.
Pablo: Allora ribelle mi vuoi raccontare con calma cosa ti ha spinto a sfrecciare dentro il mio appartamento e reclamare alcool? Sappi che non sono un barista che accontenta i cuori infranti.
Jared: Di infranto ho i coglioni! Ecco cos’ho.
Faccio un espressione addolorata pensando che è messo veramente male per dire queste cose.
Pablo: Aia aia! Qui c’è lo zampino di una ragazza giusto?
Inizio a sorridere maliziosamente facendogli l’occhiolino , gesto che gli da ai nervi.
Jared:*roteando gli occhi* Purtroppo si..
Pablo: Bingo!!
Esulto nell’aver colto il punto focale dei suoi nervi ritornando nella posizione di prima , pronta ad ascoltare il racconto.
Jared:*alzando l’indice* Ma non è una ragazza normale! E’ un mostro, è un demone vestito da angelo.
Pablo:*ridendo* Cos’è Marizza?
D’istinto pronuncio il suo nome associando la sua immagina alla sua descrizione , stesse identiche parole che dominavano al mio tempo i corridori del collegio quando non facevo altro che criticarla.
Jared: Che?? Stai scherzando ?? *a bocca aperta* Quella è la miglior persona che abbia messo piede in casa!
All’improvviso mi drizzo di colpo avvicinandomi a lui per alzargli il capo e fissarlo con gli occhi sgranati quasi faccia a faccia , vicinanza che fa sobbalzare dallo spavento Jared che sgrana gli occhi sorpreso.
Jared: E …ora che ti prende?
Pablo: Cosa hai ..detto?*sconvolto* M-marizza..è..
Jared: Si è a casa mia. Mia e Manuel la ospiteranno per un bel po’ e la causa dei miei problemi non è lei ma bensì la sua compagnuccia!
Pablo: A-abby..?
Pronuncio il suo nome balbettando , troppo scioccato da questa notizia sconvolgente. E quindi risiederà qui per molto ..?! E’ davvero tornata e la potrò veder più spesso se…risiede a casa di Mia e Manuel .
Jared: Si…Abigail! Mamma quanto la odio!! E’ insopportabile! Davanti agli altri fa la santerelline ma appena si volgono tutti un istante mi da pane per i miei denti .
Lui continua a spiegarmi l’improvvisa intesa sorta tra i due ragazzi mentre la mia mente è altrove.
La sua voce arriva alle mie orecchie come un eco sino a svanire , troppo coinvolto dai ricordi e dai pensieri.
Quindi è qui..Marizza è tornata ma questa volta non è sola. Quella ragazza mi confonde le idee .
Cosa nascondono? Lo voglio sapere ma non solo questo. Ci sono un mondo di cose che Marizza mi deve spiegare e l’unico modo per affrontare argomenti lasciati in sospeso 15 anni fa è passarci del tempo insieme.
Jared: Capisci?? Non sopravvivrò queste vacanze!!!! UN INTERA SETTIMANA AL FIANCO DI QUELLA PAZZA?? Aah no mia madre e mio padre se lo scordano! Prendo la prima barca e prendo il largo!! Eccome se lo faccio!
Pablo: Verrò con te!
Interrompo il suo sfogo con questa mia improvvisa decisione presa in un nano secondo , richiamando bene o male la sua attenzion.
Jared: Eh?*confuso* E ora che centra?
Pablo: Mia mi ha invitato a passare l’ultimi giorni d’estate con voi …Gli avevo detto che ci avrei pensato e ora ho deciso.*sorridendogli a pieni denti*
Jared:*inarcando il sopracciglio* Di colpo ?
Pablo:*annuendo* Si qualche problema?
Jared.*alzando le spalle* Nah..almeno riuscirai a fargliela pagare a quel piccolo mostro!
Pablo: Oh suvvia Jared è solo una ragazzina , lasciala divertire.
Mi volgo stappando la bottiglia di birra mentre lui continua a sfogarsi incessantemente.
Jared: Mi ha dichiarato guerra! Capisci quel che vuol dire???
Pablo: Non fate la guerra ma fate l’amore.
Pronuncio questa frase celebre ridendo mentre verso il contenuto in due bicchieri di vetro .
Jared: Oh ma per favore! Non la sfiorerei neanche con un petalo , magari con il vaso.*finto sorriso*
Pablo: Su adesso non ci pensare. Tieni qua…bevi e sputa un po’ non ti sei fermato un secondo da quando hai messo piede qui dentro.
Afferra il boccale di birra bevendola lentamente seguendo i suoi movimenti .
Mi attendono delle vacanze molto coinvolgenti . Sono sicuro che ritornerò a casa carico di informazioni e spiegazioni. Si.. perché Marizza me ne deve. E’ sparita di colpo e ricomparsa dal nulla. Voglio sentirmelo dire direttamente dalla sua bocca che quel giorno l’ho ferita e che ha abbandonato il paese per colpa mia.
Solo sentendo quelle esplicite parole la mia anima potrà riposare in pace…o almeno spero.







FINALMENTEEEE SAPPIAMO COSA HA PATITO MARIZZA al suo arrivo ma...non di certo è finito qua! nei prossimi capitoli scopriremo quella parte del passato che non è a conoscenza di nessuno . Cosa avrà fatto Marizza per il bene di Abby? Pablo si è imposto l'intento di parlare e chiarire le cose con Marizza! La domanda è questa -> ci riuscirà?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo che posterò DOMANI! CoMMENTATEEEE!!

p.s. Noemi spero che stanotte potrai dormire ahahaha xD tvttb!
 
Top
111 replies since 30/8/2016, 20:39   3267 views
  Share