Capitolo 3
Pablo era disteso sul letto, le braccia dietro la testa e con la mente che pensava. Erano passati tre anni da quando aveva conosciuto i ragazzi. Ognuno di loro in un modo o in un altro lo avevano aiutato; Bonnie con la sua dolcezza, Stefan con la sua gentilezza, Elena con il suo altruismo munito al suo essere orgogliosa e poi lui, Damon. Damon era, secondo lui, la persona che più lo aveva aiutato nella sua vita: era un duro, non si lasciava impietosire da nessuno; arrivava al suo obbiettivo senza guardare in faccia a nessuno ma allo stesso tempo era anche lui di una dolcezza infinita, se acquisivi la sua fiducia più completa allora diventavi per lui una persona da proteggere. Sospirò stanco e guardando fuori dalla finestra vide che ormai era buio, non aveva assolutamente fame quindi si tolse la felpa rimanendo a torso nudo per poi chiudere gli occhi e lasciarsi andare al sonno più completo.
Mattina Seguente – In mezzo alla stradaSbuffando una ragazza dai capelli castano chiaro raccolti in una treccia di lato uscì da un negozio di articoli da sposa. Scosse la testa divertita; non avrebbe mai e poi mai pensato di sposarsi, lei credeva di non essere così fortunata invece aveva conosciuto una persona davvero fantastica con cui passare il resto della propria vita. Prese a camminare per la strada guardandosi intorno quando la sua attenzione catturò un poster appeso alla vetrina di un negozio per giocattoli, era di una palestra che distribuiva varie attività per tutti. Interessata prese a leggere e vide che la palestra sarebbe aperta proprio quel giorno e la visita all’interno per controllare le attività che offrivano era gratis sempre solo per quel giorno. Lei adorava le palestre, era una sportiva, le piaceva allenarsi, incuriosita da quella scoperta si incamminò.
Elena finì di svuotare l’aspirapolvere per poi guardarsi intorno sodisfatta. Ora era davvero tutto a posto, ogni cosa al proprio ordine, guardo l’orologio e vide che era quasi ora di aprire. Raccolse i capelli in una coda di cavallo per poi andare all’entrata. Bonnie dietro il bancone stava vicino al computer, appena vide Elena le porse degli opuscoli e disse: Puoi sistemarli lì – indicando la fine del bancone dove ce ne erano degli altri – sono gli ultimi arrivati. Sei pronta?
Elena sospirò: Si certo che sono pronta, abbiamo aspettato anche troppo secondo me. Gli altri?
Bonnie rispose continuando a guardare il computer: Stefan si sta sistemando nel suo studio, Damon e negli spogliatoi e il resto si sta preparando.
Elena: E Pablo?
Bonnie guardo per qualche secondo Elena: Pablo e nel suo studio credo si stia sistemando anche lui. Inizia a preoccuparmi.
Elena: Perché dici cosi?
Bonnie si alzò superando il bancone e mettendosi difronte a Elena disse: Non ha parlato per tutta la mattina, non so che abbia e se non lo so, non so come poterlo aiutare.
Elena capiva come stava, anche lei a volte si sentiva impotente difronte a certe reazioni di Pablo: Lo so. Ma noi più di starli vicino e dirli che di noi si può fidare non possiamo fare. Inoltre lo sappiamo che si confida di più con…
Ma Elena non riuscì a finire di parlare perché un rumore la fece girare insieme a Bonnie, si allungarono e videro tante persone che aspettavano davanti la porta d’ingresso. Prima che una delle due potesse dire qualcosa sentirono qualcuno porsi dietro di loro e parlare con voce profonda: Credo sia ora di aprire.
Le due si girarono, un ragazzo alto, capelli neri e corti con due occhi scuri quasi come la notte indossava panni completamente neri. Bonnie arrossì per poi schiarirsi la gola e annuendo si avvicino alla porta per aprirla, le persone si zittirono appena sentirono la porta aprirsi. Bonnie sorrise dolcemente per poi dire con voce dolce ma alta per farsi sentire da tutti: Benvenuti nella nostra palestra, i nostri dipendenti si occuperanno di voi, buona permanenza.
Si sposto in fretta, le persone invece appena si sposto entrarono in massa nella palestra disperdendosi, Bonnie sorrise ad Elena poi sospirò munendosi di tanta pazienza per l’entrata di tutta quella gente.