| Carino, vediamo cosa riesco a fare io....
-Hey, bella, vedi dove metti i piedi!- La rimproverò Marizza mentre si puliva le sue nuove scarpe nere. -Tesoro, sei stata tu a venirmi contro, dovresti incominciare a dieta e un bel pò di ginnastica, chissà se tutta questa ciccia svanirà -Ma come diavolo ti permetti, ragazzina...! -Amore, non litigare sempre con ogni persona che ti ritrovi davanti agli occhi - Disse una voce maschile dietro di lei. Poi qualcuno la afferrò per i fianchi e fece scontrare la sua schiena con un petto favolosamente muscoloso. Il bacio sul collo le fece venire i brividi - Ti amo -Pablito... - Esclamò Mia con voce disgustata - ti sei messo insieme a questo... coso? Pablo potè sentire ulteriori brividi che stavano percorrendo il corpo della sua ragazza. Sapeva che non era freddo, né eccitazione, no, era rabbia, ma soprattutto era paura. Con gli anni, con il cambiare della scuola e con l'arrivo di Pablo, molte cose erano cambiate. Una di queste era essere vittima di bullismo. -Bada a come parli- Disse Pablo con voce dura quanto una tempesta. Mia sogghignò e se ne andò via. Dopotutto, se non se ne fosse andata la mano di Marizza l'avrebbe afferrata per il collo. -Chi era questa gallina, un'altra delle tue segrete conquiste amorose? -Marizza... -Ora dimmi una cosa "amore". Io sono grassa, secondo te? -Marizza, cosa stai dicendo!? - Pablo era perplesso - Tu non sei grassa, e anche se lo fossi? Io ti amerei comunque -Anche se non ho le tette grandi come quelle di quella sciaccuetta? Pablo l'attirò di nuovo a sè. I loro visi erano a pochi centimetri di distanza. -Io con le tue tette faccio meraviglie. Al contrario, quella bisbetica non conterebbe nulla. E non è nessuna segreta conquista amorosa- Ed era vero. Più o meno: Mia, in realtà, era stata una delle tante ragazze che erano andate a letto con Pablo. O meglio, che Pablo aveva portato nel suo letto. E Marizza lo sapeva fin troppo bene. Fottuto bastardo....
Non ci poteva credere, si era smarrito! Mai, mai nella sua vita si era smarrito con una cartina della pianta della scuola in mano. E ora si trovava nel cortile, con una cartina in mano che non gli sarebbe servito a nulla, perso e con un caldo pazzesco! Manuel si asciugò il sudore dalla fronte, e sbuffò mentre cercò di ricontrollare meglio in quale dannato angolo della scuola si trovava. Ma perchè dovevano essere sempre tutte così grandi? -Hey, tu - Manuel sentì un'incredibile voce. Le sembrò quella di una Dea. Per un momento pensò addirittura di averla immaginata - Hey, tu! - La sentì di nuovo, allora seppe che non era sua immaginazione. Quella voce esisteva veramente e lo stava chiamando - Oi, ma sei sordo? Allora di girò e vide che a pochi passi c'era una ragazza sdraiata su una panchina. Aveva i gomiti appoggiati sul ferro, e questo le aveva fatto sollevare il busto. Con un nodo all'angolo della maglietta, si era scoperta la pancia e portava la gonna verde dell'istituto. Era bionda, i suoi occhi sembravano cristallini contro la luce del sole, la carnagione abbronzata e le labbra più sensuali che aveva visto in vita sua. -Che...? -Ti levi? Mi stai facendo ombra, idiota -Aspetta, cosa? -Ma sei stupido? E' possibile che in questa scuola ci siano solo persone deficienti?- Sembrò fare tra sé e sé quest'ultima affermazione. -Senti, mi sono perso, fa caldo e, sinceramente, non mi va di incominciare una discussione. Magari più tardi, dolcezza- Manuel le sorrise. E Mia sentì un brivido dentro il suo stomaco. Decise di non badarci. -Ma chi ti credi di essere? -E tu, cara? Suvvia, stavo scherzando. Io sono un gentiluomo. Perchè non ricominciamo da capo? Piacere, il mio nome è Manuel- Il ragazzo le offrì la mano con un piccolo inchino. -Non mi interessa sapere chi sei. E se ora ti sposti, mi faresti un grosso piacere. Mi stai facendo ombra Manuel, rassegnato, fece cadere il braccio. In realtà si era anche un pò offeso: voleva soltanto conoscere qualcuno e, magari, chiedergli come raggiungere la biblioteca. Faceva troppo caldo per andare in giro a fare passeggiate. D'un tratto si scontrò con una ragazza. Questa le risultò incredibilmente famigliare. I due si squadrarono con gli occhi. Poi li spalancarono all'improvviso sorpresi. -OH MIO DIO!....
Spero vi sia piaciuto, le parole al prossimo!
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