| Manuel -Cosa diavolo credete di fare, nella mia scuola, sotto i miei occhi svergognati- grida Dunoff sputando un po’ dappertutto. - Preside inizia Marizza con calma – non è come sembra, siamo stati attirati qui con l’inganno e… ma non ha il tempo di finire la frase che Dunoff la interrompe -Oh suvvia non perdere tempo a inventare scuse mi credete davvero un babbeo- - Certo….- il preside rivolge uno sguardo di gelo a Marizza – Che no, se non mi lascia finire- si giustifica subito la rossa affianco a me. -Non prendermi in giro ragazzina e ora andate a letto che è tardi domani contatteremo le vostre rispettive famiglie per occuparci di questa oltraggiosa situazione, e non pensate di scamparvela con una semplice ammonizione- -Preside, ci ascolti ci hanno giocato uno scherzo noi non volevamo fare…ecco…niente d’oltraggioso- dico in tono quasi supplichevole a Dunoff -Ascoltatemi bene, tornate subito nei vostri letti prima che vi espella in questo preciso istante- ci minaccia Dunoff tra i denti sottolineando la parola subito con una certa enfasi. Marizza sta per controbattere ma questo peggiorerebbe solo la situazione già abbastanza disastrosa di per sé, quindi l’afferro per un braccio e la trascino via. Mentre ci allontaniamo sento Dunoff borbottare e riesco a distinguere qualche spezzone come “maleducati” e “nella mia scuola” e anche “si permettono di camminare per mano”. Questa volta non ce la caveremo con poco, saliamo le scale e prima di separarci per entrare ognuno nei rispettivi dormitori ci lanciamo uno sguardo, prima che si volti e vada via mi affretto a dirle – So chi è stato- sgrana gli occhi e mi dice con voce sorpresa – Come, e chi perché non l’hai detto?- -Cioè credo è una supposizione ma è molto probabile che sia stato quel pallone gonfiato di Bustamante- -Tu dici- mi chiede lei perplessa – Si pensaci, aveva detto che voleva vendicarsi no? E poi oggi in classe l’hai visto sembrava che volesse ucciderci con lo sguardo- -Meglio per lui che non centri niente in tutto questo, se no gli strappo gli occhi con un cucchiaio e li do in pasto ai cani, dopo gli strappo il fegato e…- -Ok,ok sufficiente ho da poco finito di mangiare- -Si ma mi hai interrotto sul più bello, indovina che ne faccio del fegato- -No, grazie non ci tengo andiamo a dormire e smettila di guardare i film horror- Salgo le scale e appena arrivo in camera mi butto sul letto sono stanco morto ma tanto so che non riuscirò a dormire tra Dunoff e Marizza ho già gli incubi ora, non voglio neanche immaginare se mi addormento.
Marizza Il giorno dopo appena svegli io e Manuel ci siamo recati nell'ufficio del preside dove sorprendentemente c’era già mia madre, non l’ho mai vista sveglia così presto, che la questione sia più grave di quello che penso? Insomma più di un paio di ammonizioni cosa può farci… -Marizzita, il preside vuole espellervi- -COSA?- grido all'unisono con Manuel – Si amore sta calma,ma la cosa è grave- mi dice mamma con un tono calmo e dolce che non le appartiene. -Ma non può essere noi non stavamo facendo niente, ci hanno ingannato, noi siamo innocenti…- -Basta così- mi interrompe bruscamente Dunoff – Preside, non può farci questo, non ha prove che stavamo per fare…quello- interviene Manuel -Questo è il colmo, la musichetta,i fiori e di sera da soli in palestra, mi sembrano prove sufficienti- -Oh dai Marcel cioè Dunoff non faccia così lei ha ragione a sospettare, ma sono solo dei ragazzi, sono le sciocchezze dell’età, sai nel periodo dell’adolescenza gli ormoni sono a mille- -Mamma ma che dici-le dico tra i denti, certo che se ci trovassimo in un tribunale e questo fosse il suo modo di difenderci ci avrebbero già condannato all'ergastolo. -Ma che discorsi sono questi, ti…le ricordo che questa è una scuola e questo genere di cose non sono ammesse,non possono essere tollerate. Quando ero giovane io mai e poi MAI mi sarei sognato di infrangere le regole della mia scuola- -Non sapevo che all'epoca dei dinosauri esistessero le scuole- mi arriva una forte gomitata da Manuel -Come signorina, può ripetere- -Niente signor preside, come non detto- mi volto verso mia madre e vedo che mi sta incenerendo con lo sguardo , le faccio un debole sorriso per giustificarmi ma continua a guardarmi in quel modo. Oh ma dai tutto questo è assurdo mi è semplicemente scappato e poi non dovrei neanche trovarmi qui, io e Manuel siamo stati soggiogati, un po’ di rispetto per due poveri ragazzi vittime degli scherzi di qualche idiota. -Preside possiamo chiarire questa cosa tra adulti e lasciare fuori i ragazzi- dice mamma in tono speranzoso rivolta a Dunoff. – Ok, uscite ma restate qua fuori, guai a voi se vi allontanate. Usciamo dall'ufficio e ci accomodiamo sulle sedie ad aspettare il verdetto finale. -Secondo te tua madre lo convincerà?- mi domanda Manuel – Si, non preoccuparti, gli sventolerà i capelli in faccia, metterà in bella vista la carrozzeria, gli dirà sciocchezze del tipo che è il miglior preside del mondo e bla bla bla, vedrai che non ci espellerà. -Se lo dici tu- mi risponde, ma so che non mi crede del tutto, ma io sono sicura che andrà tutto bene, infondo mammina ottiene sempre quello che vuole. Poco dopo la vedo uscire dallo studio con un mezzo sorriso, questo che vuol dire è andato tutto bene no? Si siede in mezzo a noi e inizia a parlare con molta calma e molto lentamente – Allora ragazzi, per l’espulsione non vi preoccupate è tutto risolto ma… a me dispiace molto- e dicendo questo si volta completamente verso Manuel – ecco io ci ho provato ma siccome non sono ne tua parente, ne la tua tutrice Dunoff non ha accettato che mi intromettessi, secondo lui mi sono già immischiata troppo, e quindi ti ha sospeso per dieci giorni.- Dieci giorni vedo Manuel sconvolto, non può essere.
Manuel Sospeso , dieci giorni, queste parole continuano a rimbombarmi in testa alzo lo sguardo e vedo Sonia con le lacrime agli occhi e dietro di lei Marizza arrabbiatissima, tento di sorridere Sonia ha fatto del suo meglio e poteva benissimo infischiarsene di me e pensare solo a sua figlia quindi le sono molto grato per quello che ha fatto per me – Ti ringrazio Sonia, se non fosse per te a quest’ora sarei già stato espulso, non preoccuparti hai fatto tutto quello che potevi non è colpa tua.- -Ma, mamma non può essere sicura che non c’è niente da fare siamo vicino alle valutazioni non può essere sospeso giusto ora- -Io, mi dispiace- -Non preoccupatevi va tutto bene- -E dove passerai questi giorni, mamma può venire a casa nostra vero, vero?- -Certo, Manuel sei il benvenuto- mi dice Sonia prendendomi le mani tra le sue con fare materno. – Va tutto bene, sul serio ho fatto qualche lavoretto per il signor Colucci e siamo alla fine del mese quindi devo ricevere la busta paga e con i soldi che ho da parte posso permettermi una stanza in un motel per dieci giorni- -No, ma puoi stare da noi, diglielo anche tu mamma-insiste Marizza - Manuel non sei di disturbo davvero- mi dice Sonia dolcemente -Non è questo è che mi piace essere indipendente, non me la sento preferisco così sul serio- -Ok se è quello che vuoi- mi risponde lei – Sicuro?- mi chiede Marizza in tono preoccupato. – Si, sicuro- le sorrido è proprio una buon amica, sono contento di averla conosciuta. Dopo aver passato un po’ di tempo a parlare con loro mi avvio in camera a preparare la valigia, chissà cosa diranno Marcos e Nico quando lo sapranno.
Marizza Dopo che Manuel è andato via saluto mia madre e mi avvio verso la classe, devo avvisare Lujan e Luna. Mentre sto per entrare sento le voci del gruppetto degli idioti che sono poco distanti dalla porta e mi fermo ad ascoltare. -Di sicuro se la staranno vedendo nera- sento dire da una voce che credo sia quella di Guido -Se lo meritano, sono un genio ho pensato ad un piano geniale- dice un’altra voce che sono sicurissima sia quella di Pablo. Allora Manuel aveva ragione entro come una furia nella stanza. -Dietro una cosa tanto subdola potevi esserci solamente una persona altrettanto subdola, non ti vergogni e voi- dico rivolgendomi a Guido e Tomas -non vi stancate di fare i cagnolini che ubbidiscono ad ogni ordine del loro padrone?- Tomas distoglie lo sguardo ma Guido mi sogghigna soddisfatto. Sento la rabbia montarmi dentro sempre di più. – Sapete che per colpa vostra Manuel è stato sospeso?- L’attenzione della classe è tutta rivolta a noi. -Davvero e ora dove starà?- chiede Mia almeno lei sembra preoccupata ma la ignoro e rivolgo di nuovo lo sguardo a Pablo – Uh quanto mi dispiace povero piccolo messicano- mi dice ironicamente per poi scoppiare in una risata. -Ci sono dei bei ponti qui a Buenos Aires, sono sicuro si troverà benissimo- dice tra le risate di quasi tutti . A quel punto non ci vedo più come può essere tanto egoista gli tiro lo schiaffo più forte che ho mai dato in vita mia. Silenzio le risate sono cessate l’idiota è rimasto con il viso piegato di lato e l’impronta della mia mano stampata in bella vista, Mia ha le mani davanti alla bocca aperta per lo stupore, Vico ha smesso di ridere e guarda la scena con occhi spalancati, Feli si è coperta gli occhi e Guido e Tomas si guardano,poi guardano il loro capo branco e poi me senza dire una parola. Per qualche minuto nessuno osa fare neanche il minimo rumore. -Mai e dico mai nessuna ragazza aveva osato darmi uno schiaffo- dice lui voltandosi lentamente verso di me in tono basso e traboccante di rabbia – C’è sempre una prima volta per tutto- dico respirando affannosamente cercando di calmarmi e poi esco dall'aula con tutti gli occhi puntati addosso, poco dopo mi raggiungono Luna che trema perché secondo lei è un gesto troppo avventato, Lujan che non la smette di dirmi che sono stata grande e Nicolas e Marcos che non fiatano. Insieme andiamo nel dormitorio maschile dove troviamo Manuel fuori dalla porta con la valigia pronta.
Manuel Vedo i ragazzi venire verso di me con uno sguardo strano, mi sarò perso qualcosa? -Abbiamo saputo- mi dice Nico per poi abbracciarmi – Dove starai?- mi chiede Marcos – Non preoccupatevi per me mi affitterò una stanza in un motel- cala il silenzio e noto che tutti diventano tristi - Bé andiamo giù c’è Gloria che mi aspetta per assicurarsi che vada via sul serio, credo abbia paura che mi nascondiate nel sottoscale e mi sfamiate con gli avanzi della mensa- dico ridendo, cercando di fargli capire che sto bene anche se non è vero, in realtà non so se ce la farò ad affittare una camera per tutto il tempo della sospensione ma non voglio recare fastidio a nessuno e soprattutto voglio contare solo sulle mie forze. Sono venuto qui da solo per studiare e per responsabilizzarmi, in futuro sono io che dovrò mandare avanti la famiglia, ora che papà non c’è più. Ma io terrò durò mi diplomerò, prenderò una laurea e troverò un buon lavoro, la mia sorellina non dovrà subire tutto questo vivrà una vita felice e agiata, glielo devo a lei e alla mamma. Arrivati all'entrata come era ovvio c’era Gloria, saluto tutti con un abbraccio e li rassicuro ancora una volta che starò bene. Uscito fuori alzo lo sguardo al cielo, papà ti renderò fiero di me. Mi faccio forza e ora prossima fermata casa Colucci. Prendo un taxi, so che non dovrei spendere soldi visto che dovrò affittare una stanza, comprarmi del cibo ecc, ma è troppo lontano per arrivarci a piedi. Dopo un quarto d’ora arrivo a destinazione, saluto Peter il maggiordomo e aspetto che Colucci mi riceva. Poco dopo il maggiordomo mi fa accomodare nell'ufficio di Colucci che mi saluta allegramente chiaro lui non sa niente di quello che è successo. - Manuel, ma non dovresti essere a scuola hai preso un permesso per farmi visita?- mi dice sorridendomi -Ecco, in realtà sono stato sospeso- vedo il suo sorriso svanire – Si ma non è stata colpa mia mi hanno incastrato, e ora so che può sembrare scortese ma io sono qui per chiederti la mia busta paga, vede ho bisogno di pagarmi una camera - -Non è per niente scortese anzi stavo per mandare Peter a scuola per fartela recapitare, ma ti dico di più potrai passare tutto il tempo qui.- -No, la ringrazio è molto buono ma posso farcela da solo- - Manuel, ascoltami- mi dice molto gentilmente non mi aveva mai parlato così -nessuno mette in dubbio che tu sia un ragazzo molto in gamba, ma sei soltanto un ragazzo avrai tempo per occuparti da solo di te stesso e anche degli altri vedrai che un giorno pregherai che qualcuno si prenda le responsabilità al posto tuo, ma per ora lasciati aiutare- le sue parole mi hanno colpito molto ma mi sentirei in debito se accettasi però non riesco a controbattere così continua – E poi c’è più lavoro ho bisogno che tu stia qui e ti occupi di tutto, da solo non ce l faccio, tutti hanno bisogno di un mano anche gli adulti- conclude strizzandomi l’occhio. Forse potrei accettare infondo non starei qui gratis, non mi approfitterei di lui. -Ok, accetto grazie mille- -Di niente, sistemati nella camera degli ospiti Peter ti ci accompagnerà, fai con comodo non preoccuparti. Seguo Peter fino ad arrivare a quella che sarà la mia futura camera per dieci giorni, sono molto riconoscente a Colucci, prima mi ha dato un lavoro e ora anche un posto dove stare. Ma mi viene un dubbio ora come la prenderà Mia?
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