| Credo di essere svenuta. Non mi sono mossa dal posto di prima.. Un odore fa bruciare la mia gola secca, un eco debole delle ustioni da veleno, nonostante il profumo è guastato da margherite e sole.
I miei occhi si aprono di scatto, ascolto sempre più a fondo i rumori della ragnatela verde e passo al vaglio i profumi, i suoni, in cerrca di qualcosa che non fosse del tutto repellente della mia sete. Ed ecco la traccia di qualcosa di diverso, debole, verso est.. La mia concentrazione è dedicata a sensi più raffinati, mentre mi lancio e sfreccio verso est. Corro in posizione di caccia, accovacciata, arrampicandomi sugli alberi quando posso. Il profumo di pino e resina diventava sempre più forte, così come la traccia che stavo seguendo; un odore caldo, più nitido e invitante di quello di un umano.. Dopo qualche secondo sento il passo sordo di uno scalpiccio di zoccoli. Mi lancio sui rami, guadagnando una posizione strategica più alta, a metà di un abete argentato. Il rumore morbido delle zampe continua circospetto sotto di me; quella fragranza così ricca era vicinissima. I miei occhi ne localizzano il movimento: il tronco appare snello e allungato, il mantello, aderente e liscio di colore brunastro tendente al rossiccio- Lo abbatto. L' impatto assomiglia a quello di due dita carezzevoli. I miei denti trovano subito la sua gola e la sua resistenza istintiva è tristemente fragile contro la mia forza. Le mie mascelle si chiudono morbide nel punto preciso in cui si concentrava il flusso di calore. Facile come mordere il burro. Il suo sangue caldo e umido placa la mia smania, mentre bevo con bramosia ardente. Il calore del sangue s'irradia lungo tutto il mio corpo e mi riscalda fino alla punta delle dita.
Come facevo ad avere ancora sete?
Un altro odore, diverso.. Mi lascio trasportare dalla scia, appena consapevole dei miei movimenti. Tesa, mi preparo al primo balzo. Ma, mentre i miei muscoli si contraggono, il vento cambia direzione e una forte folata venne da sud. L' odore mi domina senza scampo. Non riesco a pensare ad altro mentre ne seguo le tracce, consapevole solo della sete e della scia che promette di placarla. La sete peggiora e diventa così dolorosa da confondere tutti gli altri pensieri e ricordarmi il veleno che mi era bruciato nelle vene- Mi accorgo che qualcuno mi sta seguendo. L' attrazione dell' odore irresistibile lotta con l' impulso di girarmi e difendere la mia caccia. Il vento è cambiato e mi ha sbattuto in faccia l'odore di terra bagnata e di pioggia in arrivo, liberandomi ancora un poco dalla morsa incandescente dell' altro odore: un profumo così delizioso che poteva essere solo umano. Devo andarmene di qui.. L' odore ha vinto sulla mia forza di volontà. Riparto di corsa, una volata a tutta velocità verso l'uomo, concentrandomi soltanto sulla sgradevole sensazione di privazione sensoriale, unica risposta del mio corpo all' assenza d'aria. Gli sto per saltare addosso, ma qualcuno salta addosso a me, trascinandomi il più lontano possibile e scagliandomi a terra.
Manuel: Prova ad uccidere una sola persona umana e io uccido te! E' tremendamente arrabbiato. Già troppe volte ho sfiorato la morte, ma non può diventare un' abitudine. Eppure, affrontarla di nuovo sembra stranamente inevitabile, come fossi davvero destinata alla catastrofe. Le sfuggo ogni volta, ma torna sempre a cercarmi. Questa, però, è una circostanza molto diversa dalle altre. E' facile scappare da qualcuno di cui hai paura, o tentare di combattere qualcuno che odi. So reagire nel modo giusto a un genere preciso di assassini: i mostri, i nemici. Ma se stai uccidendo chi ti ama?
Mia: Mi dispiace tanto. Manuel: Sei guarita. Sospira, come se gli dispiacesse. Mia: Ma se mi hai morsa tu! Sgrana gli occhi. Manuel: Tu sei completamente pazza.
Non è stato lui? Ma quella era la sua voce..
Manuel: Non potrei farti diventare immortale per due volte. Mia: Perché no? Manuel: Una legge lo vieta. Sorride e se ne va, lasciandomi mille dubbi.
Torno in quel covo di ratti anche io. Mi precipito nella sala al trono. Già vissuto. Marizza: Non ti puoi precipitare così nella sala del trono! Mi fissa. Mia: Scusa. Puoi darmi il Codice con tutte le leggi? Marizza: Non avrai mica intenzione di leggerlo tutto.. Mia: Che ti interessa? Marizza: Ehi ehi bada a come mi parli! Mia: Me lo vuoi dare una buona volta? Marizza: Ce l'ha Manuel o forse Pablo. Mia: E dove lo tengono? Marizza: Chiedilo a loro no? E se ne va, neanche saluta, niente proprio. Palloni gonfiati tutti. Mi sento stupida e incompresa.
Rimasta sola, me ne vado anche io. Apro la porta per andarmene, ma qualcuno fa lo stesso quindi ci scontriamo. Cado per terra. Xxx: Ma perché non stai attenta? Mia: Ma perché non ti fai i fatti tuoi? Alzo lo sguardo, era un ragazzo dai capelli rossi, abbastanza carino. Xxx: Tu sei quella del prato.. Mia: E tu chi sei? Come fa a sapere che ero in un prato? Non può essere quello che stavo per azzannare, visto che era umano. Xxx: Lo sai vero che stavi crepando dissanguata? Mia: Me lo stai rinfacciando? Xxx: E lo sai vero che sono stato io a salvarti? Lui? Non Manuel? Ma.. allora è vero che non poteva.. No.. E perché mi dispiace? Meglio no? Xxx: Neanche un grazie? Mia: Grazie. L'ho proprio liquidato, mi dispiace. Esco, cercando Pablo. Lo trovo che parla con Manuel. Non credevo niente delle sue parole. Mia: Voi due! Voglio il Codice con tutte le leggi! Manuel: La parola magica.. Mia: Voglio il Codice! Manuel: Trovatelo.. Mia: Dove lo cerco? Se ne va. Ma cosa? Mia: Idiota maleducato! -troppo tardi perchè mi sentisse. Tu resti qua! Fermo Pablo poggiando la mano sul suo petto.
Pablo: Che vuoi? Mia: Tu nel campo hai detto qualcosa! Pablo: Che campo? Mia: Prima! Pablo: Sorellina, stai andando di matto. Mi dà dei colpetti sulla spalla come solidarietà.
Ho sognato tutto? No, non ci credo.. Le immagini, le voci.. erano così chiare.. Sto impazzendo?
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Spero vi piaccia. (:
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