| Oggi. Nel ventunesimo secolo. Cosa c'è di più importante? Ovvio, il lavoro. Quello che hai in mente per il futuro, le tue aspirazioni insomma. E cosa sei disposta a fare pur di vincere, riuscire, diventare qualcuno? Di tutto. Ti dimentichi di ciò che ti circonda, ti concentri solo su quello che vuoi. E lo fai ferendo gli altri, perdendo persone a te care. Le perdi per sempre!
Al principio ti senti potente, invincibile, fiero di te stesso. Ti dici -ce l'hai fatta! Hai visto?? Sei riuscito nella tua impresa.- ci hai messo mesi è vero, ma alla fine ne è valsa la pena. Ti senti felice, va tutto alla meraviglia, ti dici.
Ma il peggio arriva sempre dopo. Dopo la calma c'è la tempesta. Tutto ti cade in testa come un grosso pianoforte. Apri gli occhi, rendendoti conto di quello che hai fatto. Rendendoti conto di ciò che sei diventato. I tuoi sogni si sono realizzati, ma a quale prezzo? Quello di perdere l'affetto familiare, le amicizie, l'amore. E a questo punto ti chiedi, ne è veramente valsa la pena? In un primo momento affermi convinto di si. Hai ciò che vuoi no? Non ti manca niente. Infondo non hai bisogno di loro per essere un vincente. Ne sei certo, ma poi ti fermi un secondo, pensi e realizzi. Non puoi vivere senza quelle persone che ti riempiono la giornata minuto per minuto. Non ne puoi fare a meno, e sai perché? Perché fanno parte di te.
Ed è proprio a questo punto che ti senti uno schifo. Per aver trattato male i tuoi amici, per aver litigato con i tuoi, ma soprattutto per aver lasciato andare quella persona speciale. Quella come nessun'altra. Quella che ti fa provare sensazioni indescrivibili con le parole. Quella che ti fa sentire unico nel mondo. Quella che ami. Ma adesso che l'hai persa cosa puoi fare?
E' questo ciò che provo io. Quello che sento nel cuore. Ho appena finito gli studi e conseguito il diploma in danza classica e legge. Sono diplomata, fantastico no? No, affatto. Oramai non me ne importa più. Sapete perché? Perché mi ha rovinato la vita! Mi ha fatto cambiare. Sono diventata acida, menefreghista, avida, egoista! Prima non ero così! Niente affatto! Ero una ragazza completamente diversa. Poi mi sono fatta trascinare dal desiderio della vittoria commettendo un grosso sbaglio, il più grande della mia vita. E ce ne sono stati molti altri come reazione a catena. In pratica, mi sono scavata la fossa da sola. E la cosa che non mi perdono e mai lo farò è come ho trattato il mio ragazzo, Manuel. Già, lui. Abbiamo passato momenti così belli insieme e ci siamo detti addio in un modo così orribile. Ma aveva ragione lui. Ero cambiata, mi diceva. “Tu non eri così Mia!”-”Mi manca quella Mia che mi ha fatto innamorare.”-”Non ti riconosco più.”
E tante altre frasi del genere. All'epoca mi mandavano in bestia e ogni nostro incontro finiva sempre con il litigare. Ci dicevamo di tutti i colori finché tu non prendevi e te ne andavi, furioso con me. Avevi ragione ad esserlo, sai? Ma solo ora me ne rendo conto. Ora che è troppo tardi. Forse troverai qualcuno che veramente ti sappia apprezzare. Io non ne sono stata capace, e di questo mi sento dannatamente in colpa. Vorrei tornare indietro. Cancellare tutto. Essere al tuo fianco ed amarti. Dire al diavolo tutto e stare solo con te. Ma questo è impossibile, purtroppo. Ancora mi ricordo la tua faccia quando mi avevi detto che non valeva più la pena andare avanti. Eri dispiaciuto, ma sembrava che ormai non ti importasse. Ma sai, non ce l'ho con te. Anzi, avevi tutte le ragioni per scaricarmi. Però mi fa male essere consapevole di averti perso. Mi sento vuota dentro. E ormai i miei occhi non fanno altro che versare lacrime dalla mattina alla sera.
Xx: cosa desidera mademoiselle?
Torno alla realtà. Scaccio via i brutti pensieri concentrandomi sulla mia attuale vita, schifosa vita.
Mia: un caffè merci.
Sono a Parigi, seduta ad un tavolino al bar accanto all'hotel in cui alloggio. La città dell'amore, che ironia. Io sola, senza nessuno che mi ami, sono nella capitale più famosa al mondo per il romanticismo. La sorte tira brutti scherzi, come al solito. Ma c'è un motivo per cui sono qui. Voglio rivederlo. Si proprio lui, Manuel. Ho saputo che si è dovuto trasferire qui per lavoro e ora alloggia nel mio stesso hotel. Non voglio costringerlo a tornare insieme, anche se mi piacerebbe. No voglio solo scusarmi per tutto quello che gli ho fatto passare. E lo farò oggi stesso. Mi alzo dal tavolino uscendo dal bar. Attraverso la strada con cautela entrando nella hall dell'hotel.
Mia: camera 171, s'il vous plait.
Xx: le suite mademoiselle
Mia: exactemente*sorrido*
Centralinista: ecco a lei
Mia: parla la mia lingua?
Centralinista: e non solo quella
Mia: notevole. Posso avere un'informazione?
Centralinista: certo mi dica
Mia: Manuel Aguirre alloggia qui, vero?
Centralinista: si signorina, la stanza accanto alla sua la 172
Mia: merci beaucoup.
Prendo l'ascensore salendo due piani. Percorro i corridoi vuoti arrivando alla mia stanza che però sorpasso dirigendomi verso quella accanto. Già riesco ad immaginarmi la scena. Sarà imbarazzante, me lo sento. Io busso, lui apre e dietro la sua ragazza con addosso solo una sua camicia. Ne sono certa. Può aver rimpiazzato in fretta una come me. Beh busso lo stesso. Da dentro sento una voce poi la porta si apre e lui compare sulla soglia. Sono abbastanza nervosa, lo ammetto. Lui ha solo l'asciugamano in vita, i capelli bagnati e spettinati e lo spazzolino in bocca che però lascia cadere a terra spalancando gli occhi.
Manuel: M-Mia??
Mia: ciao, Manuel.
Mi abbasso raccogliendo lo spazzolino da terra dopodiché glielo porgo.
Mia: hai un minuto?
Manuel: s-si..entra.
Sembra sorprendo, anzi lo è di sicuro. Mi fa spazio ed io entro.
Manuel: che ci fai qui?*chiudendo la porta*
Mia:*mi giro a guardarlo* volevo parlarti.
Manuel: di cosa?*freddo*
Mia:*sospiro*di quello che è successo in passato.
Manuel: aspetta, tu hai attraversato mezzo mondo per parlare di questo?
Mia: si
Manuel: potevi chiamare
Mia: volevo dirtelo di persona. Posso?
Manuel: ok..
Mia: volevo scusarmi per come mi sono comportata con te. Avevi ragione ma io non ti ho ascoltato. Ero cambiata. E tutto per uno stupido provino di danza. So di averti ferito e mi dispiace. Non lo meritavi..
Manuel:*abbassa la testa*Mia...tu..mi hai spezzato il cuore..
resto senza parole. Non pensavo di avergli fatto così tanto male. E probabilmente gliene sto procurando di più in questo momento. Non voglio che soffra. Non più.
Mia: perdonami...sarà meglio che vada..
Mi sento il viso cosparso di lacrime. Vederlo mi ha fatto più male di quanto me ne sarei mai aspettata. A testa bassa mi avvicino alla porta. Gli passo accanto guardandolo di sottecchi. Non si muove dalla sua posizione. Quando però mi prende il braccio di scatto.
Mia: c-che c'è?
Giro la testa verso di lui incrociando immediatamente i suoi occhi. I suoi bellissimi occhi marroni.
Manuel: aspetta.
Mia: s-si?
Manuel: chi sei?
Mia: in che senso?
Manuel: sei la Mia egoista e piena di sé o..la mia Mia?
Mia:*sorridendo dolcemente*la tua Mia, Manuel. Ho sbagliato lo so, però sono tornata ad essere la vecchia Mia..*piangendo*
Mi prende il viso tra le mani passandoci i pollici così da asciugarmi le lacrime. E mi guarda dolcemente negli occhi con fare serio però.
Manuel: allora non sprechiamo un'opportunità come questa.
Mia: c-che vuoi dire?
Manuel: lo ammetto, non sei stata l'unica a sbagliare. Tu eri cambiata è vero ma io non sono stato in grado di capirti e aiutarti. Ricominciamo da zero Mia. Torniamo come prima.
Mia: v-vuoi che …
Manuel: si torniamo insieme. Tu ormai sei diplomata quindi non sei più sotto stress e poi..
Continua a parlare ma io non l'ascolto. Sono troppo felice per ciò che mi ha detto finora. Non ci speravo e invece. Sorrido come un'ebete come non mi capitava da mesi. E lo fisso. Continua a gesticolare come se pensasse di dovermi convincere. Gli prendo il viso tra le mani azzittendolo di colpo. Porto il mio viso a contatto con il suo alquanto sorpreso. Lo guardo un attimo negli occhi. I nostri nasi si sfiorano e i respiri si mescolano. D'istinto mi mordo il labbro inferiore. Lui d'un tratto mi cinge i fianchi portando il mio corpo attaccato al suo. Lo sento risalire con la mano sulla mia schiena fino ad arrivare alla nuca dove spinge dolcemente. Chiudo gli occhi e in men di un secondo sento le sue labbra sulle mie. Ricambio subito. Infondo non aspettavo altro. Mentre il bacio si approfondisce sempre di più, diventando sempre più passionale, mi stringe ancora più a lui. Io allungo le braccia circondandogli il collo. D'un tratto si stacca bruscamente lasciandomi un po' sorpresa.
Manuel: mi sei mancata*sorride*
Mia:*ricambio*anche tu!
Con la mano destra percorre lentamente il mio braccio prendendomi la mano ed intrecciandola alla sua. Io abbasso lo sguardo su di esse. Quando lui mi alza il mento costringendomi a perdermi nel suo sguardo da mozzare il fiato. Mi sento tremare tutta: è questo l'effetto che mi fa, ogni volta che solo mi sfiora. Tuttavia sciolgo la sua presa togliendomi il cappotto. Poi guardandolo in modo intenso mi avvicino circondandogli il collo.
Manuel: dov'è che stavi andando tu?
Mi prende per la vita facendomi girare e poggiandomi delicatamente con la schiena al muro. I nostri volti sono vicinissimi tanto che le nostre labbra si sfiorano.
Mia: ad un appuntamento
Sorrido. Mentre lui invece no. Pura gelosia. E' sempre stato così.
Manuel: con chi?*tono serio*
Mia: geloso?
Poggia una mano sul muro vicino alla mia testa sostenendo il suo corpo con essa e mi guarda con fare quasi minaccioso. Io invece abbasso un momento la testa scoppiando a ridere.
Manuel: non è divertente
Mia: dovresti vedere la tua faccia ahhahha
Manuel: con chi dovevi uscire?
Mia: con te
Manuel:*alza un sopracciglio*sul serio?
Mia: si
Lo attiro a me sorridendo. E lo bacio. Un bacio dolcissimo che mi mancava da un sacco di tempo ma finalmente posso riaverlo. Però mi stacco subito.
Mia: ti amo
Manuel: anch'io Mia
Lo dice in un modo così dolce che mi sento le guance completamente andare a fuoco. Il cuore mi batte a mille ma ormai ci sono abituata. Batte sempre così quando è vicino al suo. Chiudo gli occhi così da assaporare questo momento. Lo sento avvicinarsi sfiorandomi il collo prima con la punta del naso poi con le labbra lasciandomi piccoli baci fino a risalire all'orecchio. Me lo morde delicatamente poi, sempre con piccoli baci, risale fino ad arrivare alle mie labbra. Dove però si ferma. Si allontana da me mentre io mantengo gli occhi chiusi. So perfettamente cosa fa. Il nostro giochino. Resto appoggiata al muro contando mentalmente fino a 10. apro gli occhi e lo cerco per tutta la stanza. Entro nella camera da letto ma non c'è neanche qui. Tuttavia entro guardandomi in giro quando all'improvviso mi sento abbracciare da dietro. Mi giro e incontro i suoi occhi.
Manuel: ho una cosa da chiederti
Mia: cosa?
Fa un profondo respiro guardandomi negli occhi.
Mia: beh?
Manuel: è difficile da dirtelo
Mia: ahhah ma dai Manuel
Manuel: ti vorrei vedere io al posto mio
Mia: cosa mi vuoi chiedere?
Mi fa girare coprendomi gli occhi da dietro e guidandomi in avanti poi si ferma e mi toglie le mani.
Guardo in basso sul letto. C'è un piccolo cofanetto che io prendo in mano e apro delicatamente.
Manuel: vuoi sposarmi?
Mia: s-sul serio?
Manuel: si sul serio. Ti voglio tutta per me Mia. Voglio passare tutta la vita con te. Perché sento che ti amo troppo e non posso stare un minuto senza di te. Lo sai il mio cuore appartiene a te.
Gli salto di colpo al collo abbracciandolo piena di gioia come non sono mai stata. Mi sento anche le lacrime agli occhi per quanto sono felice.
Mia: si si all'infinito si!!! Anch'io ti amo Manuel
Mi stacco leggermente da lui dirigendomi direttamente sulle sue labbra prendendone possesso. In questo momento sono la ragazza più felice del mondo insieme al mio grande amore. Ho imparato una cosa: anche se sbagli certe volte basta farsi perdonare e nella maggior parte dei casi ti va bene proprio come a me.
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