| Attraverso il lungo corridoio dell’aeroporto.
“Un taxi per favore!”
“Dove la porto?”
“a questo indirizzo.”
Porgo un foglio al conducente che mi guarda un po’ stranito.
“questa via ha cambiato nome diversi anni fa.”
“ma esiste ancora, no?”
“sì, sì! Vi porto subito… ma vi avverto, dista molti chilometri da qui.”
“non fa niente… non le dispiace se dormo in macchina, no?”
“dorma tranquilla che io la porto dove vuole lei!”
È tutta una scusa… chi se ne frega del sonno. Questo posto è stupendo… soprattutto di notte… la luna illumina le strade quasi deserte. Da un lato il mare, cristallino… o almeno credo… le onde arrivano fino agli scogli più alti per l’alta marea. Dall’altro lato le piccole colline e davanti a me le montagne… e poi lei… la potenza più estrema… colei che governa questo posto… le persone che vivono qui continuano a benedirla… in fondo è grazie a lei se i raccolti sono così abbondanti… il famoso vulcano buono è donna. Continuiamo ad attraversare l’autostrada, entrando o uscendo da qualche galleria, alcune più lunghe, alcune più corte…
Ci fermiamo. La macchina ha bisogno di carburante… le macchine vanno a benzina, noi andiamo ad amore… e sono qui per farne scorta. Ripartiamo a tutta velocità. Non so da che parte guardare… non ho mai saputo decidere tra il mare e la montagna e sono sempre rimasta al centro, qui, nella terra di mezzo.
Nell’ombelico del mondo come diceva quella canzone… entriamo nella periferia della città. Della mia città. Ed eccola qui. Come sempre si diverte a unire cose che fra di loro non c’entrano niente… piante orientali, occidentali, dell’estremo sud e dell’estremo nord, anche quasi estinte… qui è facile vederle… tutti ci sono abituati a vederle. Palme, pini, abeti, tutti insieme. Ma le cose più strane messe insieme… indovina un po’ quali sono? Siamo noi. Noi due, siamo il migliore e il peggiore assortimento del mondo. Yn e Yan, bianco e nero. È sempre stato così. Io estroversa, tu timido. Io aperta e chiacchierona, tu chiuso in te stesso. Siamo identici e diversi. Uguali e differenti in tutto. Riusciremo a trovarci, noi che siamo come due poli? Ci respingiamo e ci attraiamo all’infinito senza trovare mai un modo per raggiungerci. Io il mare, tu la montagna. Io la montagna, tu il mare. A separarci c’è solo una stupida strada, un’eterna linea retta che forse non superemo mai per non farci male… siamo come due linee parallele… facciamo la strada insieme… ma non ci toccheremo mai. Il conducente frena di colpo.
“Eccoci qui, signorina!”
“quanto è?”
“40 euro.”
Gli do una banconota ed esco.
L’aria fresca mi smuove i capelli. C’è sempre vento qui.
Mi avvicino alla casa. Suono due volte al campanello. Nessuna risposta. Guardo il conducente. Che starà aspettando ancora lì? Mah. Mi risponderai montagna? Passerai oltre la strada per incontrare me, il mare?
Un suono flebile, una sorta di lamento… non ci casco, so che sei tu.
Aprì la porta e mi guardi scocciato… perché? Sei stato tu a chiamarmi.
“cosa vuoi?”
“volevo incontrarti”
“non hai un altro posto dove andare?”
“no…”
“entra.”
Entro dalla porta. C’è sempre lo stesso disordine.
“che ci sei venuta a fare? Dì la verità”
“non posso?”
“puoi ma non dovresti scocciare a me mentre dormo!”
“senti… posso farti una domanda?”
“parla.”
“come stai?”
“uno schifo, perché?”
“così.”
“dimmi una cosa… perché ti interessa tanto?”
Perché mi interessa tanto?? Non fare lo stupido! Possibile che non capisci??
“allora?”
“beh… forse un giorno lo scoprirai… ma non oggi.”
Apro la porta e faccio per andarmene quando qualcosa mi blocca il braccio.
“cosa vuoi? Ora sono io a domandartelo.”
“io voglio… voglio sapere… perché ti interessi tanto a me.”
“ non lo so… ci conosciamo da molto… ci tengo… credo…”
“ok… vuoi andare?”
“se non mi vuoi… io vado. Ciao”
“no, aspetta! I-io…”
“tu?”
“non ho problemi se rimani.”
“g-grazie…”
“di niente!”
Sfoderi un altro dei tuoi stupendi sorrisi… ci tocchiamo, ci amiamo e poi di nuovo, ognuno per la sua strada… per l’eternità… forse ci troveremo, forse no… chissà… però sappilo, ti amo.
Edited by Minuel XD - 27/2/2013, 18:44
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