¸´¯`°¤.¸ _`¤ Rebelde Way¤´_ ¸.¤°´¯`¸

Finchè morte non vi separi, Prologo

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view post Posted on 18/10/2014, 14:47
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Ciao a tutti! Questa è la prima storia che scrivo. I personaggi principali sono Pablo e Marizza, gli altri li scoprirete solo leggendo! :-D
Spero vi piaccia, vi lascio il prologo.

PROLOGO:
Una notte ho fatto un sogno e, in quel sogno, c'eri tu, Marizza, e c'ero io.
Stavamo passeggiando mano nella mano, su un prato verde pieno di margherite, proprio come quelle che piacciono a te. Il cielo era azzurrissimo, il sole ci contemplava dall'alto e il vento accarezzava i nostri corpi vestiti di bianco.
Poi ci fermammo e ci guardammo negli occhi, ti presi le mani e le baciai, una alla volta, poi ti sorrisi e tu mi sorrisi ancor di più. Ma quel sorriso pian piano scomparve e la tua espressione di fece triste. Pian piano sentivo anche le tue mani lasciare le mie, poi mi dicesti con le lacrime agli occhi:
-Addio...
-Perchè?
E tu, lasciando le mie mani:
-Perchè a volte la vita è ingiusta...
Sei scomparsa e mi ritrovai da solo, con le lacrime agli occhi, un nodo alla gola e una sola parola che si ripeteva nella mia mente:
Addio...
 
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fram96
view post Posted on 18/10/2014, 19:41




la trama mi ispira tantissimo ! continua al più presto :)
 
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view post Posted on 18/10/2014, 21:35
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CITAZIONE (fram96 @ 18/10/2014, 20:41) 
la trama mi ispira tantissimo ! continua al più presto :)

Mi potresti spiegare come fare per scrivere la storia sulla stessa pagina, in modo che se vado avanti mi crea 1, 2, 3, 4, etc pagine? E grazie mille per il tuo commento!
 
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view post Posted on 19/10/2014, 10:41
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GoldenGirl/ Gianni/Nipote

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Mi piace tantissimo, sul serio.. L'adoro già dal prologo e non vedo l'ora di leggere gli altri capitoli.. Sono curiosa!!! :lol:

P.S: Per postare il cap nella stessa pagina, metti semplicemente "rispondi" alla fine della pagina e scrivi come se volessi fare un commento (non so se mi sono spiegata bene ma spero di si :P)

P.P.S: Come ti chiami???
 
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view post Posted on 19/10/2014, 11:30
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CITAZIONE («~Tris y Quattro~» @ 19/10/2014, 11:41) 
Mi piace tantissimo, sul serio.. L'adoro già dal prologo e non vedo l'ora di leggere gli altri capitoli.. Sono curiosa!!! :lol:

P.S: Per postare il cap nella stessa pagina, metti semplicemente "rispondi" alla fine della pagina e scrivi come se volessi fare un commento (non so se mi sono spiegata bene ma spero di si :P)

P.P.S: Come ti chiami???

Ciao! Io mi chiamo Beatrice, tu? Comunque , grazie dell'informazione che mi hai dato, così potrò continuare la storia! Mi fa piacere che ti piaccia il mio prologo! :-D
 
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view post Posted on 19/10/2014, 12:04
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Ciao ragazzi! Eccovi il primo capitolo. Perdonatemi se i primi due o tre capitoli non sono molto belli, ma vi assicuro che i prossimi saranno addirittura commoventi! Grazie per seguire la mia storia :lol:

1. UN INCONTRO INASPETTATO

Non ce la facevo più, era la terza volta che mi ritrovavo in ospedale con Pablo che stringeva la mia mano sinistra. Vi starete sicuramente chiedendo come finii in un posto che odora solamente di disinfettante, beh, ci sono stati alcuni incidenti, qualche aggressione e cose simili che capitavano solo a me e poi, chi erano questi sconosciuti che venivano da ME?
Dopo quella terza volta incontrai una persona per strada...
Camminavo lungo il marciapiede di una stradina isolata che mi riportava a casa dal lavoro quando sentii una mano afferrarmi il braccio. Mi ritrovai tra il muro di un edificio e una persona: Javier
-Che cosa vuoi, Javier? Lasciami, mi stai facendo male!- Mi strinse ancor più forte ed emisi un piccolo grido di dolore.
-Lo sai che voglio che tu venga via con me, voglio TE e nel MIO letto, sai cosa posso farti che Pablo non può fare?
-Ma cosa stai dicendo? SEI UNO SPORCO PERVERTITO JAVIER!- I suoi occhi pieni di ira guardavano i miei che cercavano di nascondere la loro paura. Mi diede un ceffone e mi prese per il collo. Mentre fissavo il cielo, con la sua mano destra al mio collo e la sinistra al mio braccio, pregavo Dio che qualcuno venisse a salvarmi. Mi diede un bacio, un bacio che definirei ripugnante. Io non risposi e questo lo face arrabbiare. Incominciai a spingerlo, ma non serviva a nulla, era troppo forte. Si separò, mi prese i polsi immobilizzandoli con una mano sulla mia testa e l'altra la passò sotto la mia camicia. Lo supplicavo di lasciarmi, di fermarsi. Iniziai gridare talmente forte che mi mollò lo schiaffo che mi fece cadere a terra.Gridai di dolore toccandomi la guancia, poi vidi Javier girarsi bruscamente e un uomo accalcarsi su di lui. Lo vidi dare pugni violenti al mio aggressore fino a quando rimase a terra incosciente. Venne da me, che ero ancora a terra:
-Marizza, stai bene?
-Grazie Tomas, se non fossi arrivato tu, Javier mi.. mi..- Scoppiai a piangere e Tomas mi abbracciò
-Non piangere, su.. Marizza.. Dai, vieni, ti accompagno a casa
Mi aiutò ad alzarmi e raggiungemmo casa. All'entrare Pablo venne da noi per salutarci, ma:
-Amore, che cos'..- Quando mi alzò il viso con le mani vide delle dita sulle guance e, successivamente, anche sul mio braccio. Lui guardò me e poi Tomas che gli disse:
-Stavo ritornando a casa e ho visto Javier che stava picchiando e TOCCANDO Marizza...- Vidi l'ira sul volto di Pablo, sussurrò all'orecchio di Tomas qualcosa e se ne andò dandomi un bacio soave sulle labbra, che bastò a tranquillizzarmi. Andammo in salotto e Tomas mi portò un bicchiere d'acqua:
-Stai tranquilla ora. Dove tenete i medicinali e le bende?- Gli dissi, tra singhiozzi, dove si trovavano e ritornò per fasciarmi il braccio che iniziò a diventare nero. Mezz'ora dopo Pablo ritornò a casa e lo abbracciai con tutte le mie forze:
-Doveri andato?!
-A fare una cosa
Tomas si alzò del divano:
-E' ora che me ne vada, Pilar si starà chiedendo se mi sono fermato ad un bar per bermi una birra e conquistare qualche bella fanciulla..
-Grazie Tomas- Dicemmo in coro io e mio marito.
Quando se ne andò, dissi a mio marito:
-Pablo, ti prego, andiamocene, sono stanca di stare qua e ricevere maltrattamenti!
-Non ti preoccupare, ho già pensato a tutto e domani ce ne andiamo in campagna. Ho comprato una casa lontano da qua da qua
-Grazie Amore! Ti Amo- E lo baciai.
Lui si separò e mi accarezzò la guancia:
-Nella gioia e nel dolore, giusto?- Sorrisi e riprendemmo a baciarci.

2. LA NOSTRA FELICITA', IL NOSTRO AMORE

Era da una settimana che abitavamo in quella casa, io e Pablo ci prendemmo qualche giorno di vacanza e mi dedicai al giardinaggio mentre Pablo mi guardava dalla terrazza davanti al giardino leggendo dei documenti seduto su una sedia. Dopo qualche minuto a contemplarmi, si alzò e disse:
-Credo di aver sentito il campanello, vado a vedere
-Aspettami, vengo con te!- Gridai, io.
Nel frattempo suonarono di nuovo e quando aprimmo, eccola che era là, Mora:
-Ciao tesoro!- Disse abbracciando suo figlio e dandogli un bacio. Si rivolse a me a braccia aperte:
-Marizza!- Esclamò. Mi abbracciò e mi diede un bacio per guancia. Andai subito in cucina a preparare qualcosa mentre Pablo e sua madre andavano a sedersi sul divano in salotto.
Arrivai col tè e iniziammo a conversare tutti e tre fino a quando la mia cara suocera disse:
-Allora, quando avrò dei nipotini?
-Ecco Mora, ci siamo appena sposati e vogliamo fare un passo alla volta- Risposi subito io. Lei guardò Pablo, come aspettare una risposta anche da lui:
-E' vero mamma, però prestissimo ne avrai uno
-Come uno, amore? Io ne voglio almeno 5!
Ci mettemmo a ridere, parlammo ancora un pò e poi accompagnammo Mora alla porta. Quando uscì:
-Così vorresti 5 figli, eh?!- Disse prendendomi per la cintura e avvicinandomi a se. Appoggiai le mani sul suo petto e annuii come una bambina capricciosa. Sorridendo disse:
-Bene, allora direi che è ora di cominciare...- Ridemmo insieme e incominciammo a baciarci. Ci baciammo fino ad arrivare in camera e dai baci, Pablo passò alle carezze e ai baci sul collo. Io gemevo di piacere mentre sbottonavo la sua camicia e lui mi toglieva la maglia... e dopo atri baci e altre carezze facemmo l'amore.
Eravamo sul letto, io con la testa sul suo petto e la sua mano che mi accarezzava i capelli:
-Lo sapevi che ti amo?- Io alzai la testa e lo guadai negli occhi:
-No, me lo potresti ripetere?
-TI AMO
-Me lo puoi spiegare? Chi è questa donna che tanto dici di amare?
-Allora, Amare significa correre rischi, fare qualsiasi pazzia, perchè l'Amore è l'unico che ti salva, l'unico che ti rimane e sai chi me lo disse?
-Chi?- Gli chiesi con le lacrime agli occhi.
-Me lo disse la donna che amo e con la quale ho deciso passare il resto della mia vita quando facevamo il 4° anno di liceo e, se quando me lo disse, quello stupido di Javier non si fosse scontrato con me, ci saremo anche baciati...- Gli sorrisi, lo baciai ed abbracciai con tutte le mie forze e riprendemmo di nuovo a fare l'amore tra moine, baci e carezze.
 
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view post Posted on 19/10/2014, 12:10
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Ma guarda chi mi ritrovo qui ciaooo Beaa la tua ff l' ho già letta ma sono contenta che tu la posti qui :D
 
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view post Posted on 19/10/2014, 12:30
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3. NON HO PAURA, SONO SOLO CONFUSA...

Era da circa un mese e mezzo che io e Pablo lo facevamo senza protezioni in modo da poter concepire ma, dopo moltissimi tentativi non accadeva nulla.
Un giorno ritornai a Buenos Aires per discutere della cosa a casa di Mia, Manuel era a lavoro, mi avrebbe fatto piacere vederlo, ma visto che eravamo sole io e lei, ne approfittai.
Mi aprì la porta di casa sua a braccia aperte:
-Entra, Marizza!- Entrai e andammo in cucina:
-Caffè?- Mi chiese mentre sedevo al tavolo.
-Si, grazie- Le risposi.
Ero un pò tesa per ciò che le stavo per raccontare, Mia, dopo il liceo, diventò dottoressa, e, magari, avrebbe potuto darmi una mano.
Mentre bevemmo il caffè incominciai a parlare:
-Mia, ti devo parlare di una cosa e, data la tua professione, volevo che mi dessi un consiglio...
-Cosa?! Vediamo se ho sentito bene: Marizza Pia Spirito, no, scusa ANDRADE, vuole che le dia consigli?! Aspetta, - Disse alzandosi e andando verso il frigorifero dove si trovava il calendario - devo annotare questo giorno importante...
-Dai, non scherzare - La interruppi - E una cosa seria...- Lei guardò l'espressione del mio volto, e si risedette:
-Scusami, dimmi, inizi a preoccuparmi, c'è qualcosa che non va?
Un pò incomoda le confessai:
-Veramente ci sarebbe qualcosa che non va, vedi, io e Pablo vorremo avere figli...
-Che bello!
-Si, ma è da più di un mese che non riusciamo a concepire e non capisco i perchè... cioè, noi facciamo sesso senza anticoncezionali, ma non rimango incinta, almeno, da quanto mi dicono i test di gravidanza...
-Ma hai mostrato sintomi come vomito, nausea, voglie... Qualcosa?
-Molte volte sento che sto per svenire e mi vedo pallida, e qualche volta vomito, ma preferisco che Pablo non lo sappia...
-Perchè?
-Ci starebbe male, lo sai che non gli piace vedermi soffrire, poi mi riempirebbe di domande e io non saprei cosa rispondergli e, comunque, lo sai che mi vergogno di dirgli certe cose...
-Però se hai una qualche malattia glielo dovresti dire...- La interruppi subito:
-Mia cosa dici?! Non dire stupidaggini per favore, non mi sembra proprio il momento adatto!
-Marizza, calmati, era solo una supposizione al fatto che hai mal'esseri e credi comunque di non essere incinta!.. E scusami di nuovo se ti ho spaventata...
-Non mi hai spaventata, solo che sono confusa: sono incinta o non sono incinta? Mia, aiutami, ti prego
-E cosa vuoi che ti dica?
-Non lo so, sei tu la dottoressa qua!
-Mmmm... Non saprei, se i test di gravidanza non ti rassicurano, potresti prendere appuntamento con un ginecologo e farti un'ecografia
-Ok, sai se c'è un ginecologo di cui mi posso fidare?
-Nel nostro ospedale, uno specializzato è il Dottor Blanco, ti posso fare una prenotazione se vuoi, poi ti chiamo e ti dico quando e a che ora
-Si, grazie mille Mia! - Esclamai, abbracciandola - Sai, a volte sei proprio d'aiuto!.. A proposito, come va con Manuel?
-Tutto bene, grazie, anche noi stiamo pensando di sposarci, ormai abbiamo quasi 23 anni!
-E sei felice?
-Tantissimo, e al nostro matrimonio, tu sarai la mia damigella d'onore e sarai vestita tutta di ROSA..- La interruppi subito:
-Cosa? No, rosa, poi proprio ROSA, NO!
Ci mettemmo a ridere e, dopo qualche minuto, ritornai a casa mia.
Mia aveva ragione (INCREDIBILE, AVEVA RAGIONE!! >.<), forse non c'era nulla che non andava ed ero segretamente incinta o, forse, qualcosa nella mia vita sarebbe cambiata. Ad ogni modo, il giorno dopo, mentre preparavo il pranzo, ricevetti un messaggio:
<<hai un appuntamento col Dottor Blanco alle 17:30 dopodomani. Mia>>.

CITAZIONE (Ele Ribelle @ 19/10/2014, 13:10) 
Ma guarda chi mi ritrovo qui ciaooo Beaa la tua ff l' ho già letta ma sono contenta che tu la posti qui :D

Ciao Ele!!! Ahaha! Noi ci incontriamo sempre nei forum! Comunque, la mia storia la sto postando un pò dappertutto, vorrei che la gente mi dicesse che cosa ne pensa e non parlo solo di persone italiane, ma anche quelle che vivono, che so, dall'altra parte del mondo!

4. IL CORTO FILO DELLA VITA

Due giorni dopo mi ritrovai davanti all'ospedale. Presi tutto il coraggio di cui disponevo per entrare in quel labirinto e cercare la porta che mi avrebbe portato alla verità.
Arrivai in anticipo davanti a quella porta che era ancora chiusa e mi sedetti nella sala d'attesa.
Dopo qualche minuto il dottore uscì dalla stanza:
-Arrivederci... Signora.. Bustamante?- Mi alzai e andai timorosa verso lui. Mi aprì il cammino nel suo studio e ci mettemmo a sedere, uno davanti all'altro:
-Mi dica, cosa l'ha portata qui da me?
-Vede dottore... insomma... ehm...- Iniziai a sudare e a passare le mai avanti e indietro sulle mie cosce.
-Non si vergogni, mi dica pure, vuole un pò d'acqua?
-N-no, grazie... Ehm.. io e mio.. marito da quasi due mese stiamo provando a concepire, ma i test di gravidanza mi dicono che non sono incinta...
-E perchè è venuta qui da me?
-Perchè credo di poter esserlo e un'amica mi ha consigliato l'ecografia se i test non erano di mia soddisfazione... e una cosa che ho notato qualche settimana fa è che il mio ventre è gonfio, o meglio, è come se fossi ingrassata
-E pechè pensa che non possa essere proprio così?
-Perchè è da una settimana che non mangio, mi sento male...
-Che tipo di mal'esseri ha?
-Mi sento molto stanca, sono debole, mi è capitato di svenire, ho molta nausea.. non so... pensavo che le donne incinte avessero questi sintomi...
-Venga, si sdrai - Mi disse indicando il lettino - Le farò l'ecografia per vedere cos'hai nel feto
Mi sdraiai, alzai la mia maglietta e abbassai un pò i pantaloni.

Dopo l'ecografia...

-Mi ha detto di parerle che il ventre le si sia gonfiato, giusto?
-Si- Risposi mente rimetteva al loro posto gli attrezzi appena utilizzati.
-Posso toccarla?- Mi chiese segnalandomi il ventre.
-S-si- Risposi non molto convinta.
Dopo avermi maneggiato il ventre, disse:
-Ho finito, si abbassi la maglietta- Feci ciò che mi disse, mentre lui si andava a sedere, e poi mi andai a sedere anche io.
-Quindi?- Chiesi ansiosa mentre guardavo fissa la sua espressione.
-Signora, dall'ecografia lei non risulta incinta
Deglutii in silenzio e non dissi nulla... "COSA??", pensai tra me e me. Rimasimo in silenzio, poi mi chiese:
-Ha mai notato sangue quando rimette?
Mi costò rispondere ma alla fine lo feci:
-No... solo quando tossisco.. esce sangue dalla.. mia.. bocca...
-E perchè prima non mi ha detto anche questo?
Feci scendere una lacrima dal mio occhio:
-Perchè sapevo cosa mi avrebbe detto...
-Guardi, ha fatto bene a venire da me ma ora deve andare urgentemente a fare le analisi del sangue dalla MTCA (Malattie, Tumori e Cancri Anomali)- Disse compilando il foglio che poi mi consegnò. "COSA?? PERCHE'???" Stavo in silenzio, se avessi aperto bocca sarebbero uscite solo lacrime anzi che parole.
-I dottori le diranno cosa fare- Disse accompagnandomi alla porta
-Arrivederci- Come risposta gli feci un sorriso trattenendo le lacrime e andai a fare le analisi del sangue.
Dopo 3 ore ricevetti i risultati in una busta grande, gialla e chiusa con dentro una TAC, i risultati dell'ecografia e un foglio che, oltre a tante parole strane, conteneva un "SI" e un "NO", o un "NO" e un "NO" o un "SI" e un "SI" accanto ad altre parole strane.
Quello che non pensavo era che la mia vita potesse cambiare con un semplice strappo.
 
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view post Posted on 19/10/2014, 12:37
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Piacere Beatrice, io mi chiamo Nancy! :P
L'inizio è stato fantastico, dico sul serio ma la fine......... Marizza non può avere il cancro.. :cry:
Spero solo che non sia niente di grave... <_<
CONTINUAAAAA!! :D :lol:
 
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view post Posted on 19/10/2014, 12:39
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5. HO BISOGNO DI PENSARE

Aprii la busta seduta su una panchina in una piazzetta della città. Guardai l'ecografia e la TAC, immagini che non riuscivo a capire, poi lessi il foglio dei risultati dell'analisi del sangue...
Incominciai a piangere, pensare che ero sposata da un anno con l'uomo che amavo e scoprire che stavo morendo di una forma complessa di cancro al ventre, mi aveva uccisa. La gente passava, i bambini mi guardavano e io straripavo di lacrime amare dagli occhi. Le mani mi tremavano tanto che mi caddero i fogli. Feci per raccoglierli e una donna mi si avvicinò per aiutarmi. Alzai lo sguardo:
-Lujan!
-Marizza, è da un pò che ti sto guardando seduta alla panchina accanto...- Mi asciugai le lacrime e lei mi accarezzò i capelli.
-Posso leggere..?- Mi chiese facendomi presente dei fogli che aveva in mano. Annuii pronta a far scendere altre lacrime sulle mie guance. Lujan mi guardò sconvolta, con le lacrime agli occhi:
-Oddio, Marizza, mi dispiace... ma perchè devono morire sempre le persone migliori?!- Gridò facendo scendere una lacrima dalla sua guancia. Io le dissi, con un filo di voce:
-Se vai in un giardino, quali fiori strappi, quelli belli o quelli brutti?
-No Marizza, non dire così... scusa se l'ho detto, non volevo farlo
-Hai solo detto la verità, Luji...
-No, non dirlo neanche per scherzo, tu non morirai, no, non morirai!
-Si invece!
-NO, MARIZZA!- Incominciammo a piangere e ci abbracciammo.

Qualche minuto, dopo esserci calmate un pò...

-Lo hai detto a Pablo?
-No, sono appena uscita dall'ospedale.. Penso che non glielo dirò..
-Come no, Marizza, lui ti ama, siete sposati, come potresti non dirglielo? E quando vedrà che stai male? Cosa gli dirai?
-Non lo so, Lujan...
-Ma c'è una cura per questo, vero?
-Non lo so Lujan, NON LO SO! - Le gridai portandomi le mani al viso - Perchè a me? Perchè a me dopo tutto ciò che ho sofferto? Perchè, Lujan, PERCHE'? ... Io e Pablo avevamo dei progetti, volevamo dei figli, PERCHE' LUJAN CI DEVE SUCCEDERE QUESTOOO!!!- L'abbracciai stringendola a me.
-Marizza... Marizza, vieni a casa mia, dai, ti preparo qualcosa e...
-No, Marcos, non voglio che Marcos mi veda...
-Marcos non ci sarà per tre giorni, viaggio di lavoro
-Ok, allora vengo...
Camminavo per strada guardando fisso a terra col braccio di Lujan, che aveva la mia busta in mano, sulle mie spalle. Entrammo in casa, andammo nel salotto per bene una tisana che calmò un pò i miei nervi e poi le chiesi:
-Lujan, posso stare da te per qualche giorno?
-Perchè?
-Devo pensare a cosa fare con Pablo... Ho bisogno di pensare se dirglielo, lui ci teneva tanto ad avere dei figli con me e so che lo distruggerà sapere che.. che..
-Marizza, glielo devi dire, lui è l'unico che ti può aiutare, soprattutto emotivamente, ti può aiutare a superare le tue paure, non è giusto non dirglielo...
-Si, hai ragione, ma come faccio? Ho bisogno di pensare Lujan, per favore... Ospitami solo per due giorni.. o tre..
-Ok, d'accordo.. se ti aiuterà a pensare.. Almeno questo glielo dirai a Pablo?
-Si, ma non gli dico dove sono, sennò verrà qua e non voglio vederlo per il momento..
Gli inviai un messaggio:
<<amore ho bisogno di stare da sola per pensare, tra due giorni, o tre, ritornerò. Ti amo, non lo dimenticare, Marizza.>>

Edited by BeaCami - 19/10/2014, 14:16
 
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6. LACRIME AMARE E CUPE

Passarono i tre giorni più lunghi della mia vita, che trascorsi sul letto a piangere e a guardare sullo schermo del mio cellulare il nome di Pablo con tutti i messaggi e le chiamate perse alla quale non avevo mai avuto intenzione di rispondere. Lujan mi era stata accanto ogni minuto e ogni secondo, a volte mi chiedeva di uscire con lei per potermi distrarre un pò ma io le rispondevo di no, volevo solo stare in camera sul letto a condividere le lacrime del mio dolore coi cuscini di seta bianca. Mia mi chiamò, e fu l'unica chiamata alla quale risposi, per chiedermi dove mi ero cacciata e che Pablo era preoccupatissimo per la mia scomparsa. Io le dicevo che, se le avrebbe ancora chiesto mie notizie, doveva rispondergli "Non preoccuparti, Marizza sta bene".
Il terzo giorno, rientrai a casa circa alle 2 di notte chiudendo piano la porta per non fare rumore, poi si accese la luce e l'immagine di Pablo scendere le scale e avvicinarsi a me, fece abbassare il mio sguardo e riempire i miei occhi di lacrime:
-Dove sei stata? Come ti è venuto in mente di andartene di casa senza neanche darmi una spiegazione?
-Ti ho mandato un messaggio..
-Un messaggio? Marizza, sono ritornato a casa e non ti ho trovata, ho letto il messaggio, ma perchè te ne sei andata? Io ero preoccupato e tu non mi hai neanche dato una spiegazione. Ho pensato che ti fosse successo qualcosa, che ti avevano rapita, ero in paranoia..- Io rimasi in silenzio ad ascoltarlo mentre mi riprendeva per il mio mal comportamento, poi dissi:
-Scusami, vado a dormire..
Feci per camminare, ma lui mi prese per il braccio e mi tirò a se:
-NO, MARIZZA! TU ORA...- Smise di parlare, non so il perchè, forse aveva visto la lacrima, che stavo trattenendo, scendermi sulla guancia, quella lacrima che cercai di nascondere abbassando ancor di più lo sguardo. Il suo braccio mi lasciò e iniziai a salire le scale per andare in camera, mettermi il pigiama e sdraiarmi sul letto. E così feci, mi sdraiai sul letto mettendomi in un angolo lontano da Pablo porgendogli la schiena Poi lo sentii avvicinarsi e appoggiò la mano sulla mia spalla:
-Amore, scusami per prima... Puoi dirmi cosa ti è successo?
Non gli risposi.
-Dai Marizza... Amore...
Mi girò lentamente, abbracciandomi e facendomi appoggiare la testa sul suo petto. Respiravo profondamente per non piangere:
-Mi spaventato molto non trovandoti in casa.. Sai una notte ho fatto un sogno e, in quel sogno, c'eri tu e c'ero io che stavamo camminando mano nella mano, poi ci fermammo e tu, lasciando le mie mani, mi dicesti <<addio...>>- Le sue parole mi colpirono fino al cuore liberando il pianto che stavo trattenendo da quando ero entrata in quella casa, nella MIA casa.
-No, amore, non piangere, scusa, non volevo.. non pensavo..
Io continuavo a piangere e incominciai a farlo più forte emettendo versi gravi accompagnati da lacrime amare e cupe. Sentii pian piano la sua mano passare per il mio braccio sinistro con una lieve carezza che continuò facendosi sempre più soave e rassicurante, poi utilizzò l'altra mano passandomela tra i capelli, mentre io sentivo il battito del suo cuore spezzato all'udire le mie lacrime. Mi dispiaceva piangere davanti a lui, sapevo che ciò lo faceva soffrire, ma nella mia situazione, non c'era nient'altro che avrei potuto più fare.
Era vero, aveva sognato la verità, gli stavo dicendo <<addio...>>, solo che lui ancora non lo sapeva e avrei voluto non dirglielo mai per non vederlo soffrire insieme a me.
 
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7. IL MOMENTO DELLA VERITA'

Il mattino dopo il mio rientro a casa, rimasi molto in disparte nei confronti di Pablo. Dopo aver scoperto la malattia, non sapevo come fare, sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento nella quale Pablo avrebbe scoperto la verità e volevo che la scoprisse dalla stessa persona che la portava con se.
Ma avevo paura di tante cose: di me, del cancro, della cura, di Pablo, delle persone che mi sarebbero state intorno, della morte... Ma soprattutto, avevo paura di non farcela, che avrei perso tutto...
Presto, ripresi a rimettere, tossivo più violentemente, ciò voleva dire più sangue sui fazzoletti, passavo molto tempo seduta, priva di forze, e mangiavo veramente poco. Per fortuna, quando svenivo lo facevo al mattino o al pomeriggio quando Pablo era a lavoro... e PER FORTUNA rimanevo incosciente solo per qualche minuto...
Dopo tre settimane, il mio stato peggiorò sempre di più, il ventre incominciava a gonfiarsi ma, sempre per fortuna, quel gonfiore lo potevo coprire indossando un magione.
Quando Pablo tornava a casa avevamo questa breve conversazione:
-Ciao amore, come ti senti oggi?- Dandomi un bacio.
-Un pò meglio, ma sono solo stanca...
Non avevo ancora trovato il coraggio di dirgli le cose come stavano e, ogni volta che avevamo quella piccola conversazione, vedevo nel suo volto un'espressione insicura, ma sapeva che, se mi avesse chiesto qualcos'altro, io avrei inventato qualsiasi risposta per tranquillizzarlo.
Un giorno ero seduta al tavolo che sistemavo alcuni documenti ospedalieri miei e di Pablo, quando rincontrai la busta gialla che aprii quasi un mese prima... e dentro c'erano ancora la TAC.. e l'ecografia.. e quel foglio... guardai l'ecografia e la TAC e incominciai a piangere toccandomi il ventre... Poi sentii un rumore, girai la testa e vidi Pablo appoggiato alla porta che mi guardava. Mi alzai bruscamente, con i fogli in mano, e incominciò a girarmi la testa:
-P-Pablo...N-non ti avevo..- Incominciai a vedere tanti puntini colorati, poi tutto nero e caddi a terra incosciente. Ero svenuta. Davanti a lui. Pablo. Mio marito. Quando mi svegliai mi ritrovai sdraiata sul divano:
-S-scusa...- Gli dissi incorporandomi, cosa che lui mi vietò di fare, fermandomi col suo braccio.
-Scusa per essere svenuta? Può capitare quando una persona è sempre "Stanca"
Effettivamente era una cosa stupida ma è stata la prima che mi era venuta in mente da dirgli.
-Tieni- Mi disse porgendomi un bicchiere d'acqua, acqua e zucchero. Pian piano mi sedetti e feci un solo sorso:
-Bevilo tutto, Marizza- Mi riprese lui.
Abbassai lo sguardo e guardai l'acqua muoversi nel bicchiere, poi obbedii e bevvi, a piccoli sorsi, tutto il suo contenuto. Percorsi la stanza con lo sguardo e vidi, sul tavolino, i fogli che avevo in mano prima di svenire, poi guadai Pablo, che era seduto accanto a me, terrorizzata e spaventata. "Aveva letto quei fogli?", pensai tra me e me. Iniziò a battermi fortissimo il cuore, respiravo velocemente, come se avessi appena fatto una corsa, con lo sguardo che incrociavano i fogli e gli occhi di Pablo. Incominciai a tremare, lui prese il bicchiere che avevo in mano e lo appoggiò sul tavolino:
-Marizza, Marizza, ti senti bene? Cosa ti senti ora, Marizza?- Io non dissi nulla e incominciai a piangere, portai le ginocchia al petto e iniziai a dondolarmi su me stessa con la testa appoggiata alle ginocchia e le braccia che stringevano le mie gambe, come per cercare conforto con me stessa. Poi sentii la grande mano di Pablo accarezzarmi la schiena e le sue grandi braccia stringermi in un abbraccio. Passammo un paio di minuti in quella posizione, fino a quando mollai le mie gambe a mi aggrappai alle sue braccia, poi ci separammo e ci guardammo. Mi asciugò le lacrime che bagnavano le mie guance:
-Ti sei calmata?
-Si.. un pò..- Dissi con un sussurro.
-Bene, ora ti posso fare una domanda, senza che ti venga un'altra crisi?
-S-si..
-Quei fogli - Disse indicando col dito il tavolo - Perchè ti sei messa a piangere e ti sei toccata il ventre quando hai preso quei fogli in mano?
Lo guardai per un momento, poi guardai il pavimento bianco... In quel momento ripensai a tutti i bei momenti passati insieme, a quando litigavamo, quando ci urlavamo dietro per cose stupide, quando arrivavamo a lanciarci i piatti come frisbee, a quanto ci amavamo, a tutte le volte che mi baciava, che facevamo l'amore, ogni volta che uno dei due stava male e ci curavamo a vicenda, quando uno dei due soffriva e ci proteggevamo a vicenda... E ora eravamo su un divano con una fede al dito a combattere con le dure verità della vita.
Si, era il momento di dirgli la verità.

8. NESSUNO E' MAI SOLO

-Marizza- Pablo aveva interrotto i miei pensieri e gli chiesi di ripetere la domanda.
-Marizza, ti ho vista soffrire per più di un mese, quando ti guardo mi si distrugge il cuore perchè ti vedo piccola e debole, ma tu fai in modo che io non ti aiuti e questo non è una cosa da marito e moglie... Io non sono stupido, mi accorgo delle cose, so che può far male e io sono il primo a soffrirne, lo sai, ma è una cosa che voglio sentire da te.. Marizza, se c'è qualcosa che devi dirmi, dimmela..
Il mio cuore batteva più forte che mai, mi guardava negli occhi e io guardavo nei suoi, potevo vedere la nostra sofferenza nei suoi occhi e sapevo che la vedeva anche lui nei miei... Il cuore presto mi salì in gola e il nodo che avevo lo stringeva sempre di più fino a farmi smettere di respirare. Dovevo piangere, mi faceva troppo male e piansi, piansi ad occhi aperti guardando i suoi che erano tristi e agitati:
-Si.. ci sarebbe una cosa che.. che.. ti.. dovrei dire..." Dissi tra singhiozzi
-Pablo, io.. io..- <<diglielo, MARIZZA!>> - Pablo, io.. sto.. io ti sto dicendo <<addio...>>...
-Non capisco..
-Ti ricordi che mi hai raccontato di aver fatto un sogno nella quale ti lasciai le mani e ti dissi <<addio...>>?..
-Si, ma io continuo a non capire... Dimmelo Marizza, smettila di nasconderlo, io voglio sentirti dire che cos'hai, sfogati, dimmi una volta per tutte la verità! Dimmi cosa significano quei fogli, Marizza! Perchè non me lo vuoi dire, si può sapere il perchè?
-Perchè tu lo sai già...
-No, io non lo so, posso solo intuirlo, ma io voglio che TU me lo dica, ho bisogno che la persona che amo mi dica se è vero.. se...- Lo interruppi posando un dito sulle sue labbra:
-Pablo, io.. sto.. io sto morendo...- Abbassai la testa, mentre lui rimase paralizzato, seduto accanto a me. In preda al panico, del fatto che lui avrebbe potuto lasciarmi, incominciai a piangere sconsolatamente. Mi prese, mi fece sedere sulle sue gambe e mi strinse forte. Sentivo il suo cure battere, sentivo le sue lacrime inondare il mio collo, sentivo il suo respiro accelerare e sentivo i suoi sospiri al pianto. Gli avevo appena raccontato che sarei morta, ma lui stava morendo prima di me.
-Com'è possibile? Com'è successo? Perchè Marizza?- Chiese con la testa appoggiata al mio collo.
-Non lo so - Sussurrai - Circa due mesi fa sono andata dal dottore, non riuscivamo a concepire, ricordi che volevamo avere figli?- Annui e io continuai:
-Un giorno sono andata da Mia e mi ha consigliato i fare un'ecografia, avevo il vomito, ero molto debole, pensavo che questo succedesse alle donne incinte poi, quando il ginecologo mi ha fatto l'ecografia mi disse che non ero incinta e mi chiese se mi poteva toccare il ventre...
-Perchè?- Mi chiese interrompendomi.
-Fammi finire: Quando finì di visitarmi mi disse che dovevo andare urgentemente a farmi le analisi del sangue alla MTCA e dai risultati delle analisi, la TAC e l'ecografia, risultò il cancro..
-Penchè il ginecologo ti ha toccata? Non gli bastava farti l'ecografia?
-Non farmi una scenata di gelosia proprio ora Pablo! Devo farti vedere una cosa...
Pian piano mi alzai, mi tirai via la felpa e la maglia che indossavo rimanendo in reggiseno. Abbassai lo sguardo prendendo la sua mano e ponendola sul mio ventre gonfio.
-Pablo, io non posso avere figli... Ho un cancro al ventre...
Una lacrima scese sulla mia guancia, lui mi avvicinò a se e, con la testa all'altezza del mio ventre e una mano su di esso, disse:
-Ti faccio male se faccio così?- Disse con le lacrime agli occhi facendo una lieve pressione sul mio ventre con la sua grande mano. Con lo sguardo ancora abbassato, feci un gesto di dolore e gli dissi:
-U-n pò... Perchè?- Ci mise un pò a rispondere mentre si asciugava le lacrime e si alzava dal divano con ancora la mano sul mio ventre:
-Dobbiamo andare in ospedale e non voglio che fai storie
-Si..- Andò a prendere la giacca che aveva appoggiato sul tavolo durante la mia perdita dei sensi, poi mi guardò e vide che ero ancora ferma, immobile come mi aveva lasciata, con lo sguardo abbassato e in reggiseno. Ritornò da me:
-Vieni qua..- Disse venendo da me a braccia aperte. Mi girai verso lui e, con le mie braccia attorno al suo collo e le sue attorno alla mia cintura, ci abbracciammo. Lui mi alzò mantenendomi alla sua stessa altezza e mi sussurrò:
-Mi dispiace tanto...
Piansi in silenzio, cosa che notò per il tremare del mio petto:
-Non piangere piccolina, io starò sempre con te, lo sai... Non ricordi cosa mi dici sempre ogni volta che ho un problema? "SI PUO' SEMPRE FARE QUALCOSA" bene, noi insieme faremo qualcosa per farti guarire e farti star bene... Nella salute e nella malattia, giusto?
-Si... Giusto...- Risposi chiudendo gli occhi e sorridendo, lasciandomi trasportare dall'amore di quell'abbraccio.
-Ti amo, Marizza - Disse guardandomi negli occhi, tenendomi ancora staccata dal pavimento - E lo farò per sempre- E mi baciò profondamente.
-Anche io...- Gli sussurrai.
Mi rimise coi piedi per terra, mi rimisi la maglia e la felpa, allacciai un paio di scarpe ai miei piedi e, mettendomi una giaccia, uscimmo di casa per correre in ospedale.
Può sembrare strano, ma nel momento del dolore mi sentivo viva perchè finalmente mi ero liberata dell'enorme peso che portavo con me da mesi, quello di affrontare da sola la morte.

9. FINALMENTE, TROVAI IL CORAGGIO

Eravamo in ospedale ad aspettare il nostro turno nel laboratorio medico della dottoressa Jimenez. Entrammo e ci sedemmo davanti a lei. Le diedi i fogli e li analizzò:
-Si chiama carcinoma endometriale- Strinsi la mano di Pablo. E, lui, chiese:
-E sarebbe...?
-Il “carcinoma endometriale” è un tipo di cancro dell’utero che, solitamente, colpisce le donne in pre-menopausa, in menopausa o obese, ma può colpire anche soggetti più giovani. Ne esistono di due tipi: il carcinoma endometriale di tipo 1 e di tipo 2.
Il primo tipo è meno aggressivo perché si diffonde in modo meno veloce ed è più facile da curare, mentre il secondo tipo è più aggressivo perché si diffonde più rapidamente ed è, quindi, più difficile da fermare. Si potrebbe avere, al massimo, una prospettiva di cinque anni di vita se viene diagnosticato nei primi stadi. Le cure sono isterectomia e chemio…
-Cos'è l’isterectomia?- Chiese Pablo interrompendola.
-L’isterectomia è la rimozione chirurgica delle tube, delle ovaie e dell’utero. Quest’intervento ci da la possibilità di asportare le cellule malate in modo che il tumore non si diffonda in altri organi e, quindi, peggiorare la situazione della paziente. Innanzitutto, nel suo caso signora, bisogna fare un esame chiamato TVU, un’ecografia nella quale si colloca uno scanner in vagina con una sonda per avere un quadro più dettagliato della parte interna dell’utero…
-E farà male?- Chiesi con un filo di voce.
-Tutto dipendere dalla sensibilità della persona. Come dicevo, dopodiché si preleva una parte di tessuto, per effettuare la biopsia, e si aspettano i risultati, che arrivano dopo due settimane, circa…- Continuò parlando, dicendo altre tantissime cose... Ascoltavo la dottoressa con paura e attenzione allo stesso tempo perchè, presto, avrei dovuto affrontare tutto ciò. Poi Pablo disse:
-Quindi non potremmo avere la possibilità di avere figli?- La dottoressa lo guardò con sguardo severo:
-In questo momento non mi sembra una delle nostre priorità...
-Voglio saperlo… – La interruppi io con voce ferma e tremante – …E’ un mio diritto sapere
Cadde un silenzio nella stanza… E la dottoressa tirò un sospiro:
-La possibilità sarebbe prelevare gli ovociti durante l’operazione e congelarli, per poi fare una fecondazione in vitro assieme agli spermatozoi di suo marito e far portare la gestazione a una mamma in affitto, diciamo così… Ma, vi avverto, è una procedura costosissima…
Non chiedemmo più nulla…
Ero spaventata e triste, avrei voluto piangere e gridare, ma, quello, non era il luogo adatto. Non avremo potuto avere figli in modo naturale e io non volevo che nessuna "mamma in affitto" portasse in grembo mio figlio.
La dottoressa mi accompagnò in un ambulatorio dove un dottore mi avrebbe fatto la TVU. E Pablo dovette aspettare fuori. Provai grande vergogna nell’espormi davanti ad un uomo, nonostante lui mi tranquillizzasse… Durante l’ecografia provai grande dolore e, ogni tanto, mi scappavano piccole grida. Uscita dalla stanza, corsi da mio marito e lo abbracciai:
-Marizza, amore, mi si è spezzato il cuore nel sentire le tue grida...
-Avrei voluto che tu fossi stato lì per stringermi la mano…
-Dai, ora è tutto finito…- Disse separandosi e dandomi un bacio sulla fronte. Le ore passarono e arrivò quella nella quale dormimmo l’uno abbracciato all'altro. Pablo mi disse che avrebbe fatto di tutto per ottenere i risultati delle analisi il più in fretta possibile per poter almeno comprare le medicine necessarie a farmi stare bene. Poi alzai la testa e gli chiesi un favore, guardandolo negli occhi. Lui annuì:
-Fino a quando non arriveranno i risultati, spassiamocela, proviamo a non pensarci fino al giorno della verità, per favore, tu t’impegnerai a non pensare sempre a me e alla malattia e io m’impegnerò a rimanere col sorriso, ad essere un po’ più attiva… D’accordo?
-Ti prometto che da domani in poi passerai i giorni più belli della tua vita, ti prometto che il sorriso, sulle tue bellissime labbra, non scomparirà, MAI- Gli feci un sorriso, ci baciammo e chiudemmo gli occhi.
Avevo una grande paura di tutto ciò che, da quel giorno in poi, avrei dovuto affrontare ma la cosa positiva era che avevo accanto a me Pablo, la persona che mi rendeva la donna più felice, più speciale. Mi dispiace, e mi fa arrabbiare, solo il fatto che non ho mai potuto restituirgli la felicità che lui mi diede... Ed è la cosa che più mi distrusse… E mi distrugge tutt'ora.
 
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10. LA FELICITA' IN UN SEMPLICE GESTO

Mi svegliai con una catena di baci che partivano dalla spalla sinistra finendo al mio orecchio, facendomi il solletico. Feci un sorrisetto stupido mentre abbracciavo l'uomo che mi baciava e che mi accarezzava il viso con le sue ciocche bionde. Si separò e mi guardò sorridere. Eravamo l'uno attaccato all'altro:
-Buongiorno stella del mattino! Cos'ha voglia di fare oggi la mia principessa?
-Innanzitutto, devo andare in bagno, poi mi piacerebbe bere qualcosa di caldo per colazione e vorrei andare in giardino a prendere un pò d'aria e di sole
-Bene, allora andiamo- Mi baciò soavemente sulle labbra, mi prese in braccio e mi lasciò in bagno. Dopo aver fatto i miei bisogni, mi aiutò a spogliarmi e mi lasciò nella vasca da bagno piena d'acqua calda e schiuma che profumava di lavanda. Uscì e, dopo venti minuti circa, ritornò con la biancheria intima e dei vestiti comodi e puliti. Mi prese in braccio per farmi uscire dalla vasca, mi mise in piedi e mi aiutò ad asciugarmi, profumarmi e vestirmi. Di nuovo, mi prese in braccio per portarmi in cucina dove, ad aspettarmi, c'era una tazza di tè, caldo e fumante, alle mandorle e un paio di toast da mangiare prima di prendere l'antibiotico e le vitamine. Era tutto favoloso, Pablo mi trattava come una persona appena venuta al mondo e, la cosa, mi rendeva estremamente felice. Non che fosse il mio servo personale, ma che si occupava di me come se avesse paura che mi potessi rompere da un momento all'altro, come se fossi una statuina di vetro che sarebbe potuta cadere dalla sua mensola. Mi portò in giardino e ci sdraiamo sul dondolo sotto al più grande albero di casa. Pranzammo fuori, all'aria aperta, mentre il sole ci guardava dall'alto. Ridevamo, scherzavamo e il tempo passò.
-Pablo, amore, mi puoi riportare dentro, per favore? Incomincio a non sentirmi molto bene..- Dissi tirando un sospiro. Lui, all'istante, si alzò dal manto verde che ricopriva la terra portandomi con se e mi posò sul divano del salotto, baciandomi la fronte. Mi misi comoda mentre lui prendeva una coperta e la stendeva sul mio piccolo e fragile corpo. Lo guardai, gli presi la mano e gliela baciai. Gli dissi, con voce debole:
-Perdonami, ma non ce la faccio, ho bisogno di recuperare la forze..- Si chinò appoggiando il gomito sinistro sul morbido divano:
-Non hai bisogno di di farti perdonare amore, sei stata bravissima oggi, mi è piaciuto vederti sorridere. Stai tranquilla, riposati pure
-Che ore sono?- Gli chiesi afferrandogli il polso nella quale teneva l'orologio. Lo guardò insieme a me:
-Le tre e quaranta... Senti Marizza, io vado a fare un pò di spesa che mancano delle cose, nel frattempo, tu riposa, si?- Annuii con la testa. Pablo mi baciò la mano, le labbra e se ne andò. Quando sentii la porta chiudersi, a mia volta, chiusi gli occhi lentamente. Tirai un sospiro. Ero felice ma tremendamente stanca, quel giorno sfruttai tutte le mie forze, fino all'ultima goccia, per poter sperare in un giorno normale e migliore. Sorrisi. "Che Bello!", pensai, finalmente ero ritornata a sorridere. Non ci sono parole per descrivere l'amore che provo per mio marito, mi rendeva sempre tanto felice con tutta la sua volontà e la sua passione. Ci sono persone che vorrebbero, o pretendono, il mondo intero dal proprio partner, ma, nel mio caso, era il mio partner a pretendere che io avessi il mondo intero.
Dopo questo pensiero dissi, a voce alta:
-Pablito mio, non puoi neanche immaginare quanto ti amo... Grazie per tutto questo!- Chiusi gli occhi e dormii col sorriso, sognando il mio amato marito, il mio angelo della vita.
 
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:cry: :cry: :cry: :cry:
Oddio povero Pablo!! Non ce la faccio a vederlo piangere.. :cry:
Spero solo che il cancro che ha Marizza sia quello di primo grado e che si possa curare..
Su Bea CONTINUAAAAAAA!!!!! :lol: :D
 
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11. LE PROMESSE PROIBITE

Ritornò a casa con alcune buste della spesa che appoggiò sul tavolo da pranzo. Ero dietro di lui e, una volta libero, passò le mani per la mia cintura e mi baciò.
-Cos'hai comprato?- Gli chiesi frugando nelle buste.
-Un pò di pane, latte, carne, frutta... Tutte cose che ti faranno bene- Incominciammo a sistemare, negli appositi scaffali e cassetti, ciò che Pablo prese al supermercato tranne le cose che avrei preparato per cena. Tirai fuori pentole e le riempii di burro per fare la carne ed incominciai a pelare le patate per poi farle al forno assieme al rosmarino.
E Pablo? Boh, era sparito subito dopo aver finito di sistemare la spesa... Però, ben presto, mentre lavavo l'insalata, sentii delle grandi braccia e un grande corpo abbracciarmi da dietro. Mi strinse forte a se, mentre nascondeva la testa tra i miei capelli ed odorava il loro profumo. Cercai di liberarmi per proseguire con la cena, mi risultò difficile, ma, dopo un pò di suppliche, riuscii a finire di preparare l'insalata mentre Pablo mi guardava appoggiato al muro della cucina.
-Cosa vuoi fare stasera?- Mi chiese.
-Non so, intanto ceniamo che ho tanta fame- Controllai la carne. Non era ancora pronta e, nel frattempo, decisi di apparecchiare la tavola. Tirai fuori bicchieri e posate a tutta velocità:
-Marizza, vai piano- Mi avvertì Pablo in tono supplicante e severo. Non lo ascoltai, continuai con i miei movimenti prendendo i piatti, fino a quando dovetti prendere la tovaglia. La testa incominciò a girarmi e chiusi gli occhi. Appoggiai le mani sulla mensola della cucina di fronte a me per riprendermi e non cadere a terra. Il mio fiato si fece pesante e sentii Pablo avvicinarsi a me:
-Marizza, ti avevo detto di andare piano...- Disse mentre posava le mani sulle mie spalle - Riesci a camminare?- Riaprii gli occhi e vidi che il mondo incominciava a fermarsi:
-Credo di si- Gli risposi.
-Vai a sederti, qua, finisco io- Mi ordinò, un ordine alla quale io obbedii. Camminai fino al divano con una mano appoggiata al muro. Mi sdraiai e guardai un punto fisso. Meditai, pensando a questi giramenti di testa che, man mano che passavano i giorni e le ore, si facevano sempre più forti e frequenti. Continuai a meditare, col sottofondo dei movimenti di mio marito, fino a quando non squillò il telefono. Mi guardai attorno e lo vidi sul tavolino di fronte a me, lo presi e dissi:
-Pablo, è tua madre, rispondi tu?- Ricevetti un "Sì" come risposta e, poco dopo, mi prese il telefono tra le mani, si sedette sulla sua poltrona di pelle di camoscio e rispose. A circa metà della conversazione, mi alzai, mi sedetti sulle sue gambe e mi accomodai sul suo petto con un sospiro. Il suo braccio libero avvolse il mio corpo offrendomi il suo calore, passando la mano su e giù per il mio braccio, mentre, io, chiusi gli occhi e mi persi nelle sue carezze.
-Marizza, amore, svegliati- Sentii dirgli mentre mi accarezzava i capelli. Aprii gli occhi e mi ritrovai sul divano -E' pronta la cena, dai, ti aiuto ad alzarti- Propose tranquillamente.
-Ce la faccio, non preoccuparti
Ci sedemmo a tavola e incominciammo a mangiare. Poi ruppi il silenzio:
-Cos'ha detto Mora?
-Nulla di che, ha chiesto come stavamo e dov'eravamo finiti.. Mi ha detto che vorrebbe venirci a trovare...- Incominciai a sentirmi incomoda e Pablo lo notò:
-Tranquilla, le ho detto che siamo andati a fare una vacanza... Anche perchè è da varie settimane che non vado a lavoro, si sarà preoccupata... Marizza, non sarebbe il caso di avvertire la famiglia della tua situazione?
-Pablo, io non sono in nessuna situazione..- Gli dissi con le lacrime agli occhi.
-No, Marizza non fraintendermi, però non pensi che dovremo dire la verità su quello che è accaduto in questo periodo?
-No Pablo
-Perchè no?
-Perchè non mi sento ancora pronta per farlo... Lujan già lo sa e lei non lo dirà a nessuno...
-Ma dillo almeno a Sonia, lei è tua madre...- Il silenzio invase la stanza... Poi, io, dissi:
-Facciamo così: quando arriveranno i risultati lo raccontiamo alle nostre famiglie, ma, per ora, manteniamo la cosa così com'è...
E, di nuovo, ci fu silenzio...
-Marizza... ti devo confessare una cosa... Lujan non è l'unica che lo sa...- Lo guardai negli occhi:
-Come sarebbe a dire? Chi altro lo sa?
-Tomas e Pilar... Perdonami Marizza, perdonami...
-Perchè lo hai fatto? - Gli chiesi severamente - Io non voglio far pena a nessuno, perchè lo hai fatto??
-Perchè avevo bisogno di un consiglio, di parlare con qualcuno... Mi hanno aiutato molto, mi hanno offerto informazioni... Penso che anche tu dovresti sfogarti con qualcuno..
-Io non ho bisogno di nessuno con cui sfogarmi, sto benissimo con te e tu dovresti starlo con me
-Marizza devi capirmi, un giorno sei scomparsa e un'altro sei riapparsa e non mi guardavi negli occhi, non mi parlavi, io avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse perchè ero disperato, non sapevo come fare... Avevo bisogno di qualcuno che mi consolasse..- Aveva ragione... Anche io, al suo posto, sarei andata da un'amica a parlare... a sfogarmi...
-Bene... E che informazioni ti hanno dato?
-Pilar mi ha dato un numero di telefono che ci aiuterà a ricevere le analisi prima delle due settimane... Stai troppo male Marizza, e due settimane sono troppe
-Non è così... sono solo un pò debole... tutto qui
-Marizza non negare l'evidenza..
-Quale evidenza, Pablo? Come mi vedi? Brutta, bianca, con le occhiaie e grassa perchè ho un ventre gonfio che fa male? Mi vuoi chiedere il divorzio per lasciarmi e andartene con un'altra più bella, più magra e che non sta morendo?! E' questo che non dovrei negare?!- Gli urlai col nodo alla gola, alzandomi dalla sedia.
-Marizza cosa stai dicendo? - Disse alzandosi anche lui e venendomi di fronte - Io non ho assolutamente detto questo, l'evidenza che non dovresti negare è che sei sempre più magra, che non riesci a mangiare, che perdi i capelli e che non riesci a stare in piedi o fare le scale! L'evidenza è che sei debole, che sei sempre stanca, che svieni e che stai sempre più MALE! - Il suo discorso incominciò a farmi piangere - Non ho intenzione di chiederti il divorzio solo perchè sei malata, non mi è mai passato questo pensiero per la testa, tanto meno che ti lasci per farti combattere tutto questo da sola! ... E mettiti in questa testa - Disse indicandola col dito - CHE TU NON MORIRAI!
Piansi ancor di più e gli gridai di smetterla, che non era vero, che io sarei morta. Caddi e mi rannicchiai a terra, però Pablo mi prese per le braccia e mi rialzò:
-Marizza, guardami - Ma negai con la testa - Guardami
-NO!
-MARIZZA, SMETTILA DI PIANGERE E GUARDAMI NEGLI OCCHI!- Mi spaventai delle sue grida e, pian piano, riaprii gli occhi:
-Ascoltami bene, tu non morirai, d'accordo? Hai capito?
Annuii con la testa.
-Ti prometto che non morirai, ok? E lo sai che io mantengo le promesse, vero?
-S-si...- Risposi singhiozzando. Mi abbracciò e mi diede un bacio sulla tempia.
-Perdonami- Gli dissi, ero stata una stupida a dirgli quelle cose.
-Perchè mi hai detto quelle cose, amore? Lo sai che ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo...- Mi separai:
-Perchè tu hai ragione, perchè io nego l'evidenza e non riesco a vedere le cose come sono realmente... Perchè vorrei non passare tutto questo...- E un'altra lacrima scivolò sulla mia guancia.
-Mi avevi detto che questi giorni sarebbero stati diversi che non avremmo pensato alla tua malattia... Ti avevo promesso che ti avrei fatta sorridere... e alla fine ti ho fatta piangere... e mi dispiace...- Disse asciugando col pollice la scia d'acqua salata della mia lacrima.
-Non è colpa tua... Mi perdoni..?- Gli chiesi con un debole sorriso. Mi prese la testa tra le mani e disse:
-Io non ti devo perdonare nulla, amore mio
Abbassai lo sguardo al pavimento, poi lo rialzai ai suoi occhi e lo baciai. Lo baciai con tutte le mie forze, abbracciando il suo collo, un bacio che chiedeva perdono, che supplicava perdono.
-E' inutile Marizza - Disse separandosi - Ti ho detto che non ti devo perdonare nulla - "Quanto mi conosce bene mio marito!", pensai - Scusami se ti ho urlato contro- Disse abbracciandomi, stringendomi forte.
-Avevi le tue ragioni- Gli risposi io.
Era ormai tardi e decidemmo di andare a dormire. Come sempre ci preparammo e c'infilammo nel letto l'uno abbracciato all'altra, con il petto nudo e caldo di Pablo che mi faceva da cuscino. Quando il sonno si adoperò completamente della mia mente, sentii un sussurro nell'aria, la voce di mio marito che diceva:
-Mi dispiace perchè non ho mantenuto la mia promessa e ho paura che non riuscirò a mantenere neanche l'ultima...
 
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