Ho pensato in tanti modi diversi come raccontarvi la mia storia, ho pensato di incominciare partendo dalle sedute col mio psicologo, ho pensato di iniziare partendo a quando avevo 8 anni o 13 o 15, ho pensato alla stagione o se dirvi "Ciao ragazzi, questa è la mia storia..." oppure dirvi "Buongiorno" o "Salve" e poi raccontarvi una lunga storia, la storia che racconta del mio passato senza censure.
E, alla fine, un modo l'ho trovato:
Vi presento la mia storia, una reale, facendovi notare, passo per passo, come siano difficile certe cose - da accettare o da vivere - con le persone che si amano e/o non...
Vi presento il mio passato....
20/08/----
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Era il mio compleanno e, come la prima volta che mi guardasti negli occhi, mi sorridesti con quel sorriso che sono piace a me. I nostri sguardi profondi, intensi, si incrociavano, i nostri occhi continuavano a cambiare colore, diventando di un verde sempre più scuro ed intenso.
-Sei meravigliosa oggi Cami, sul serio, mi vien voglia di portarti via per sempre e stare da solo con te
-Beh, grazie, anche tu sei molto bello e non smetterò mai di dirtelo- Gli dissi e lo baciai sulla guancia. Lui si avvicinò ancora di più a me, quasi intimandomi e mi abbracciò.
-Sono veramente molto fortunato ad avere te a questo mondo...- Disse stringendomi. Sorrisi, nascosi il viso nel suo collo ed odorai il suo profumo, quello che mi piace tanto.
-Auguri piccola
-Sarà la milionesima volta che me lo dici...
-Stai diventando sempre più vecchia eh, proprio come me!
-Hey, bada a come parli io sono ancora giovane e lo sono anche più di te!- Lui scoppiò a ridere e si separò da me.
-Stasera vieni da me?
-Si, con la mamma ci sono stata già a pranzo, avevamo detto che avremmo fatto metà giornata da lei e metà da te, così stavo con tutti e due...
E la sera, dopo aver cenato, dormii abbracciata a lui.
--/04/2007
18:38
-Sei venuto!- Dissi correndo con i miei passi da bambina fra le sue braccia.
-Certo che sono venuto amore. Piccola, perchè piangi?
Era vero, stavo piangendo a lacrima viva.
-Perchè non ti ho visto in platea e avevo il timore che tu non venissi, però poi ti ho visto entrare... e non m'importa se sei venuto all'ultimo minuto, m'importa solo che eri là a guardarmi!
-Tesoro, io sono sempre stato in platea... semplicemente non mi avrai visto... Sei stata brevissima, eri la più brava a cantare, mi sono commosso, ho ancora le lacrime agli occhi
-Grazie!- E lo abbracciai forte con tutto il mio amore. Andammo in macchina - mi doveva accompagnare a casa - e, tenendo la mano sulla mia coscia mi chiese:
-Allora, cosa fate questo weekend tu e la mamma?
-Ancora non lo sappiamo... Probabilmente, andremo da Luca [il mio patrigno]
-E non sei contenta?
-Non molto...
-Come mai?
-Non lo so... Io e lui litighiamo sempre, non mi va molto a genio
-Sei sempre la solita Camila!- Mi girai verso di lui e gli feci un sorriso. Quando arrivammo gli diedi un bacio e, prima che io uscissi, lui mi salutò dicendo:
-Ciao amore, mi raccomando, fai la brava, non far arrabbiare tua madre e continua ad andare bene a scuola
Entrata in casa, vidi mia madre e Hilda prendere un tè.
-Ciao Camila! Vieni qua ad abbracciare tua nonna! - Disse Hilda. Andai da lei e l'abbracciai. Poi riprese a parlare - Sonia, penso che dovresti dare a tua figlia più cibo, è troppo magra, non va bene
-Mamma - Disse Sonia - mia figlia non fa altro che mangiare, dovresti vedere quante schifezze mangia ogni pomeriggio!
-E' vero nonna - Interruppi io - però continuo a non ingrassare...
-A proposito, com'è andato lo spettacolo?- Chiese mia madre.
-Benissimo!
-Brava la mia nipotina! Promettimi che quando diventerai famosa mi farai un autografo
-Si nonna
-E lui è venuto a vederti?- Chiese mia madre curiosa. Feci un sorriso.
-Si, è venuto
-Mi è dispiaciuto, bambina mia, non venirti a vedere...
-Non importa mamma, davvero. E poi tu vieni sempre, per una volta che non sei venuta ti perdono!- Corsi da lei e l'abbracciai forte, dandole un bacio sulla guancia.
-Hai fatto i compiti, Camilita?
-Ehm...
I mesi passarono, addirittura gli anni - uno e mezzo - e io diventavo sempre più grande e bella, fino a quando...
--/01/2008
03:24
Non riuscivo a dormire e andai in camera di mia madre.
-Mamma- Dissi andando da lei e scuotendola un pò.
-Cosa c'è Camila?
-Non riesco a dormire...
-Perchè?
-Non so, non riesco a respirare, ho il naso chiuso, è come se avessi il raffreddore...
-Ma tu non hai il raffreddore
-No, sono sanissima, lo sai- Le nostre voci assonnate si zittirono un momento.
-Dai, ti preparo qualcosa di caldo, ti prendo anche una medicina per il raffreddore, magari ti sta venendo
Ma non funzionarono molto i suoi rimedi.
Dopo vari giorni ero sempre più assonnata e non riuscivo a dormire respirando col naso. Dormire a bocca aperta mi faceva venir il mal di gola, con l'aria secca che c'era e, quando al pomeriggio andai dalla mia migliore amica, lei mi diede un consiglio.
-Ciao Cami, come va?
-Ciao Lu... La verità è che sto morendo di sonno...
-Lo vedo, ma cos'è successo? - Le spiegai tutte le mie notti in bianco e che non riuscivo a respirare col naso - Beh... Io non sono un medico, ma hai mai pensato di andare dal dottore? O magari in farmacia, anche lì ti possono consigliare qualcosa...
E lì capii che la mia bizzarra amica dal gusto elegante e dai modi di fare raffinati, aveva ragione e, qualche settimana dopo - dopo averne parlato con mia madre - andammo dal dottore. Mi fecero degli esami, mi controllarono le cavità del naso, della gola, della laringe e della faringe ma non incontrarono nulla. Io però non mi diedi per vinta e chiesi a mia madre di provare ancora una volta ma da un altro dottore. E così facemmo ma non incontrarono nulla.
Raccontai tutto anche al mio uomo e pensò che potesse essere allergia, che non avrei dovuto preoccuparmi troppo. E così feci, non mi preoccupai.
Primavera/Estate del 2008
Ha incominciato a sanguinarmi il naso, certo, non era la prima volta, però ero stanca, devo essere sincera. Non riuscivo proprio a respirare col naso, anche di giorno, respiravo solamente con la bocca. Un altro punto che avevo notato era che, nella narice destra, all'altezza del sopracciglio, sentivo dolore - a volte - sentivo che c'era qualcosa di pesante che si "muoveva". O meglio, che continuava a diventare sempre più grande. Già da due mesi, non facevo altro che perdere sangue dal naso, anche in classe. I professori si preoccuparono e mia madre, come potè, spiegò loro la situazione. Ricominciammo ad andare da un ospedale all'altro, ma senza dedurre conclusione.
13/03/2009
09:37
Lo ricordo come se fosse ieri, io e mia madre entrammo in quell'ambulatorio, quello che sarebbe stato l'ultimo. Eravamo nella clinica più importante della provincia, a 50 km da casa. I dottori là erano tutti professionisti che avevano sempre una risposta a tutto.
Entrammo e ci ricevette la Dottoressa Malpas.
-Buongiorno, tu sei...?- Chiese guardandomi.
-Camila Bordonaba
Lei aprì un cassetto e rovistò tra alcune cartelle fino a prendere la mia.
-Bene Camila, raccontatemi un pò quello che è successo in questi ultimi mesi
-Dunque - Partì mia madre - Mia figlia una notte mi ha detto che non riusciva a respirare col naso, io pensai fosse un raffreddore, ma non è riuscita a respirare anche per le settimane seguenti... Poi ha incominciato a sanguinare dal naso... E noi dottoressa siamo andate in tantissimi ospedali ma nessuno sa dirci che cos'ha mia figlia!
-Certo certo, capisco la sua ansia, signora... Camila, provi dei dolori al viso?
-Si, mi fa male proprio qui- Dissi segnando col dito in mazzo alle due sopracciglia, un pò più a destra.
-Ok, senti, noi adesso ti facciamo un esame e poi vediamo se riusciamo a trovare qualcosa, ok?
Annuii. L'esame era come un'ecografia: mi infilarono nella narice destra, un tubicino di gomma molto sottile che aveva una luce e una telecamerina collegata ad uno schermo. Non mi fece male ma dovevo aprire una bocca per non affogare - data la profondità con la quale arrivava quel tubicino.
Mia madre, impressionata, rimase a guardare. Vedevo il viso della dottoressa concentrato, poi sconvolto da qualcosa.
-Ora abbiamo finito- Disse sfilandomi il tubicino dal naso e rimettendo a posto gli attrezzi. Io rimasi seduta alla sedia attaccata al muro sulla quale feci l'esame e mia madre disse:
-Allora?
-Camila... - Disse la dottoressa con aria dispiaciuta - mi dispiace, sul serio, sei ancora una ragazza, tra qualche mese passerai all'adolescenza...
-Cos'ho, dottoressa?- Chiesi con le lacrime agli occhi.
-Beh... hai... - Si passò la mano tra i capelli e finì - Hai un tumore alle vie respiratorie
-COSA?- Esclamò mia madre. Io invece rimasi immobile, senza dire una parola. Poi chiesi:
-Ma... sto morendo?
-Oh, no piccola, non stai morendo... Ho visto, è un tumore, dalle analisi del sangue si sono viste le tossine che produce quest'infiammazione, ancora non se siamo sicuri, dovremmo prima studiare il caso più a fondo: vedere che tipo di tumore è, le cure, come si chiama, eccetera
Tirai un respiro di sollievo. La dottoressa mi prescrisse dei lavaggi nasali con l'acqua marina, compilò dei fogli e li diede a mia madre. Ci diede dei consigli per non farmi sanguinare più il naso come, ad esempio, evitare i cibi troppo caldi o vestiti che avrebbero fatto aumentare la mia temperatura corporea. Andammo a casa, quel giorno non ritornai a scuola, e mia madre non disse nulla, non mi rivolse la parola. Sapevo che non era arrabbiata, ma la notizia l'aveva troppo sconvolta.
Quello che mi chiesi era come averi fatto a dirlo a lui, al mio uomo.
Edited by BeaCami - 14/12/2014, 13:15