28/05/2009
16:13
Evitavo Ivan. Veniva nella mia stessa scuola e, quando lo incontravo per i corridoi abbassavo lo sguardo o cambiavo via per girare alla larga da lui.
Poi, un pomeriggio, quando finimmo le lezioni alle 16, mentre uscivo alla scuola, mi presero per il braccio mettendomi in un angolo.
-Cami, bellissima
-P-per favore Ivan, l-lasciami andare...
-Perchè dovrei farlo? - Disse avvicinando le labbra al mio collo. Era tanto vicino che m'intimidiva. Avevo troppa paura, il cuore che batteva all'impazzata, il fiato si faceva pesante e veloce - Ti sto eccitando?- Ed incominciò a darmi piccoli baci lungo il collo. Negai con la testa mente i miei occhi si riempivano di lacrime. Era un angolo del sottoscala dove la gente non veniva e non guardava.
-L-lasciami...
-Cami?- Era la voce di Luisana.
-Ehi Luisana- Disse Ivan separando il viso dal mio collo ma non il corpo dal mio - Senti, ci puoi lasciare un attimo soli, non vedi che stiamo... ecco, potrai capire anche tu
-Si, certo - Disse e io la supplicavo con lo sguardo e negavo terrorizzata con la testa sperando che capisse. Se ne andò e lui ricominciò a dare attenzioni al mio collo. Le sue mani salirono fino a palparmi i seni mentre io incominciavo a piangere. Poi il peso del suo corpo su di me incominciò a diminuire e Ivan incominciò a gemere di dolore - Lasciala stare, idiota! Pensi sul serio che io ci caschi?! - Lo girò in modo da avercelo di fronte e gli diede una ginocchiata
lì - Ascoltami bene, mi ascolti?
-S-si- Disse con fatica per il dolore.
-Prova ancora una volta a toccarla e ti faccio pentire di essere nato, ti tiro un pugno in testa tanto forte da farti sprofondare nel terreno! - Luisana era temuta un pò da tutti per la sua statura perchè era molto alta. Cioè, non eccessivamente, diciamo che tra me e lei c'erano 15 cm di differenza. Tra lei e Ivan 12 - CAPITO!?
-Si
Io, terrorizzata, non mi mossi un attimo, non distolsi lo sguardo da quella scena che, in parte mi faceva ridere. "Il più esuberante della suola si faceva battere da una donna. Un uomo si faceva battere da una donna!".
-Vattene - Ordinò e Ivan se ne andò - Cami, stai bene?- Annuii con la testa e incominciai a piangere. Luisana mi abbracciò, mi strinse forte e, poi, ce ne andammo a casa parlando. Le confessai che c'era stata una prima volta e che era stata peggio, e lei mi consolò. Speravo solo che da quel giorno mi avrebbe lasciato in pace....
1/06/2009
12:07
-Cami sei pronta? Guarda che arriviamo tardi al ristorante!- Gridò LUI dal piano di sotto.
-Arrivo! - E, pochi minuti dopo, uscii dalla mia stanza e scesi le scale. Arrivai da lui che aveva gli occhi lucidi e un sorriso a trentadue denti - Allora? Come sto?
Provò a dire qualcosa e alla fine disse, con un filo di voce:
-Sei stupenda...- Mi abbracciò stringendomi a se e mi diede un bacio sulla guancia.
Vestivo di un vestito con la gonna larga di stoffa dorata e il corpetto di stoffa liscia e nera. I capelli fino alle spalle, castani, erano sciolti proprio come piacevano a lui.
Uscimmo mano nella mano per andare in un lussuoso ristorante. Non c'era un evento in particolare, diciamo che mi ha voluta portare fuori a pranzo. Non mi mollò la mano neanche quando mangiammo anzi, continuava ad accarezzarla con il pollice.
-Ti amo tantissimo non lo dimenticare... Cami, bellissima- E, da quelle ultime due parole che disse, mi rattristii e il mio sorriso svanì. Erano proprio le due parole che Ivan mi disse la seconda volta che mi aggredì. Certo, LUI non sapeva ciò che era successo e non avevo intenzione di farlo, me ne vergognavo troppo.
Tornati a casa, rimasi un pò distante da lui, come nel resto del pomeriggio, dopotutto. Andai in camera, mi spogliai e mi guardai allo specchio.
Mi guardai allo specchio e mi riconobbi di nuovo:
mi perdo nelle mie bellissime perfezioni, nella mia bellezza, nel sorriso dei miei occhi, simbolo di tutta la felicità vissuta in passato.
Sono orribilmente bella e perfetta e incomincio ad odiare ciò perchè mi ha portata ad essere l'oggetto sessuale del mio "migliore amico".
Ora voglio cambiare, voglio che le medicine mi gonfino fino a farmi esplodere.
Voglio che la debolezza si impossessi talmente tanto di me che più nessun uomo riuscirà più ad avvicinarsi.
Succederà, lo so.
Voglio e lo farò passare.Bussarono alla porta.
-Un momento!- Gridai. Mi misi il pigiama e aprii la porta. LUI mi abbracciò e mi strinse forte.
-Perchè sei così distante, Cami?
-Come "distante"?
-Non mi parli, ti vedo incomoda...
-Oh no, non volevo darti quest'impressione... perdonami, è tutto a posto, sul serio- Dissi, e gli diedi un bacio.
-Quindi non mi devo preoccupare?- Negai con la testa.
Era inutile e ingiusto prendermela con lui per una cosa che non aveva fatto, e poi, lui non sapeva le parole che Ivan mi aveva detto qualche giorno prima....
4/11/2009
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Mi brucia come non mai la testa, soprattutto il punto dove ho il tumore. Sono sdraiata su un lettino e ho appena ripreso coscienza dall'anestesia. Sì, sono stata operata. Gemo per il forte dolore anche quando mi ritrovo in camera e le infermiere alzano il mio corpo per appoggiarlo al lettino della camera. Mia madre e il mio uomo hanno aspettato a lungo, come me, che l'operazione incominciasse e terminasse. Eravamo lì, tutti e tre, dalle 06:30 del mattino. C'è stato un attimo di confusione ricordo, ricordo che piangevo, la vista era annebbiata, gemevo, mia madre si era avvicinata a me per prendermi la mano e poi ricordo una cosa che mi fece malissimo al cuore. Ricordo che il mio uomo, appena mi misero sul letto, incominciò a dirigersi alla porta della stanza.
-Ciao Cami, io devo andare- Disse, e se ne andò. Cercai di pronunciare il suo nome, di gridarlo, ma non ci riuscii per l'enorme dolore che provavo.
In quel momento mi accorsi che non piangevo più di dolore fisico, ma dell'incredibile dolore che provavo al cuore. Ero stata operata e soffrivo come non mai di dolore e lui mi aveva lasciata sola. Mi aveva vista piangere e mi ha lasciata sola... Ovviamente c'era mia madre accanto a me, ma mi sarebbe piaciuto che ci fossero stati tutti e due a sostenermi. E poi, Cosa aveva di così tanto importante da fare?
Avevo il naso tappato e potevo respirare solo dalla bocca. Mangiare era un'impresa e riuscivo a bere soltanto con la cannuccia. Quel giorno piansi tanto e dormii troppo. Mi svegliavo e poi mi riaddormentavo di colpo. Mia madre mi raccontò che avevo anche avuto delle crisi epilettiche. Chissà se fosse successo tutto questo anche se ci fosse stato LUI...
Non andai a scuola per due settimane, Lu mi veniva a trovare a casa per darmi i compiti e aggiornarmi sulle cose nuove. Mangiare era un'impresa e riuscivo a bere soltanto con la cannuccia. Respiravo con la bocca. Mi cambiavo almeno cinque volte al giorno la garza che avevo intorno alle narici. Non uscii di casa per quelle due settimane e il mio uomo non mi venne a trovare. Questa, però, era una cosa decina da mia madre, non da me.
Il corpo debole, bianco e magro era stufo. Ero sempre sdraiata a letto, le forze erano volate e la febbre era altissima. Non vedevo solo l'ora che finisse.
16/11/2009
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Sono davanti alla casa del mio uomo. Non sono ancora passate le due settimane, ho ancora la garza e sono irriconoscibile. Il mio uomo mi prende in braccio e mi porta fino al divano. Gli ho chiesto di non portarmi sul letto - mi stavo un pò annoiando dopo una settimana e mezzo passata sul materasso - così mi portò in sala sul divano. Accese la TV e venne da me.
-Ti devo preparare qualcosa in particolare?
-Solo cibi freddi...- In realtà non avrei voluto mangiare niente, ERA UN'IMPRESA! Però lo feci ugualmente, per lui. Non ricordo cosa mangiammo, ricordo solo che mi sentivo un pò timida per l'aspetto che avevo. Però lui mi amava e non gli importava l'aspetto che avevo, gli importava solo che io stessi bene.
Ricordo anche che ci guardammo il film
Scemo e il più Scemo. Che pazzia quel film! Quante risate! Però io non riuscii a guardarlo tutto. Ero troppo stanca.
Mi svegliai quando mi prese in braccio per portarmi a letto. Mi lasciò su di esso. Mi misi di lato, lui spense la luce e venne per abbracciarmi da dietro e dormire con me. Gli presi la mano ed incrociai le dita con le sue.
Così dormimmo.
Alla fin fine, non m'importava più di tanto se durante l'operazione in mio uomo se n'era andato.... o si?