¸´¯`°¤.¸ _`¤ Rebelde Way¤´_ ¸.¤°´¯`¸

Quello che vidi nei tuoi occhi, Prologo

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michaela2000
view post Posted on 15/8/2015, 08:54




ahh quindi LUI era il padre sei stata bravissima nessuno se lo sarebbe immaginato :B): :woot: :woot: :woot: :D
 
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view post Posted on 24/8/2015, 22:22
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Epilogo, prima parte

Vi ho mai parlato di Carlos Bordonaba?
Beh, lui era mio padre. LUI, era mio padre.
Sì, era mentalmente malato, ma come tutte le disgrazie anche questa ha il suo trauma....
Fin da piccolo aveva subito abusi fisici da parte di suo padre. Sempre, per qualsiasi cosa, lui era il colpevole e veniva punito a cinghiate o padellate. Era orribile. In più, doveva star ben attento a non urlare di dolore perchè sennò suo fratello più piccolo e le sue due sorelline si sarebbero preoccupati e spaventati.
Ma anche loro avevano la loro parte.
Sua madre era morta il giorno della nascita di Camila: le avevano diagnosticato un cancro al pancreas. Le cause? Probabilmente lo stress, le avevano detto i medici. Avete problemi in famiglia? Le avevano poi chiesto. Lei, semplicemente, aveva scrollato il capo. Durante gli anni, Carlos aveva visto con i suoi propri occhi come le sue sorelle piangevano quando il padre le picchiava a sangue e poi sbatteva i loro corpi contro al muro. Aveva visto con i suoi propri occhi come rasava la testa di suo fratello minore: secondo il capo di famiglia, il secondo figlio non doveva avere capelli in testa. E Carlos non poteva farci niente. Vide la sorella minore, Serena, essere trascinata per i capelli fino ad una gabbia e poi l'aveva vista morta la notte stessa mentre era andato dentro alla "Stanza Infernale" per salvarla. Ma ormai era troppo tardi. Vide il fratello minore, Patrick, scomparire da un giorno all'altro come se nulla fosse. Ricordava che lui e suo padre erano usciti, ma solo uno dei due era ritornato a casa. Quello, non era Patrick. E anche lì, fu troppo tardi. Lui era scomparso, ma Carlos sentiva dentro di sé, dentro il suo cuore, che era ancora vivo. Carlos aveva incominciato ad avere seri problemi psichici, e anche la suore della sua scuola avevano chiamato casa sua per avvisare i genitori, e da lì, suo padre gli faceva iniezioni e gli faceva prendere medicinali con la forza.
Poi un giorno Carlos conobbe Sonia. All'inizio per lei era stato difficile capire quell'uomo, certe volte si comportava in maniera davvero strana, aveva scatti d'ira o di tristezza all'improvviso, e venivano sostituiti velocemente, tanto quanto come erano arrivati, da allegria e pace. Faceva delle azioni strane ed era un incredibile perfezionista. Ma, soprattutto, ciò che era suo era suo. E di nessun altro. Sonia l'aveva convinto ad andare in una clinica psichiatrica per sapere cosa aveva precisamente e i dottori confermarono che era schizzofrenia acuta da shock infantile. In più era diventato un pazzo psicopatico. I dottori, però, sapevano che Carlos voleva uscirne fuori. Lo faceva capire dai comportamenti: spesso di autolesionava o di rimproverava per non riuscire a vincere la sua depressione, per lasciar vincere la mente danneggiata da troppi ricordi malvagi.
E un giorno accadde un miracolo: Sonia rimase incinta. All'inizio lei era veramente turbata, aveva paura che il suo bambino potesse essere mentalmente malato, perchè era una causa possibile. Ma Camila Bordonaba, nata a Buenos Aires nel 20 Agosto del 1997 era in ottimissime condizioni. Ma non fu Sonia la prima persona che Camila vide. Fu Carlos a sorreggere Camila mentre Sonia la partoriva, e fu sempre lui che la mantenne in braccio mentre Sonia riprendeva il respiro, come fu lui a tagliare il cordone ombelicale. E poi accadde una magia, accadde qualcosa di straordinariamente meraviglioso e sensazionale mentre Carlos piangeva di gioia: Camila aprì gli occhi e fissò nei suoi. Gli occhi erano verdi.
Un bambino nasce solitamente con gli occhi scuri e, man mano che passa il tempo, il DNA riesce a completarsi e gli occhi incominciano ad assumere il loro colore, come quello dei capelli o delle labbra. Ma Camila era nata con l'eccezione di avere gli occhi già verdi, già uguali a quelli di suo padre. Carlos fu la prima persona che Camila vide appena venuta al mondo. E i due si erano già perdutamente innamorati.
Carlos sembrava guarito dalla nascita di Camila. Lei era uguale a lui di carattere e di fisico: occhi verdi, capelli castani, sorriso negli occhi, espressioni facciali come quelle di Carlos, naso e bocca come quelli di Carlos, era sentimentale come lui ed era forte quanto lui. Aveva preso poco da sua madre: solo l'ondulato dei capelli, la forma del viso, l'amore per la natura, la pazienza e la carnagione chiara. Carlos e Camila stavano sempre insieme, sempre uniti, lui non la lasciava un secondo e lei non lasciava un secondo lui. Sonia parlò a Carlos dicendogli che sembrava proprio ossessionato da loro figlia, ma lui non la ascoltò, e le volte successive si arrabbiò incolpandola del fatto che aveva trovato per la prima volta qualcosa di estremamente meraviglioso nella sua vita che lo faceva sentire felice e che lei stava rovinando tutto. Sonia era tornata a parlare con gli psichiatri ed era arrivata alla conclusione dell'ossessione e della possessione. Carlos era mentalmente instabile, per lui non esisteva la ragione, per lui nella sua mente poteva esistere solo il bene o solo il male. Nessuna via di mezzo.
Fu allora che Sonia chiese il divorzio: aveva incominciato ad avere paura per sua figlia perchè lui si stava letteralmente innamorando di lei. Carlos lottò per avere la custodia della figlia, ma non potè averla perchè le leggi di quel tempo dicevano che le figlie femmine dovevano stare con le madri e i figli maschi con i padri.
"Tu vuoi allontanarmi da mia figlia!", le disse.
"Nostra figlia". Sussurrò lei facendo cadere una lacrima sulla sua guancia. Ormai non esisteva più il "Nostra", ma soltanto "Mia".
Ma, nonostante ciò, Camila e Carlos avrebbero potuto vedersi due giorni a settimana. Camila continuò a vivere con sua madre e lei pian piano, quando Camila era incominciata a diventare grandicella e ad avere amici maschi, le aveva spiegato che suo padre era particolarmente possessivo nei suoi confronti, che era geloso, come tutti i padri, di vedere le loro figlie accanto a maschi che avrebbero potuto farle del male. Sonia le aveva detto di assecondarlo nel momento in cui l'avrebbe incolpata e di tranquillizzarlo nei suoi momenti tristi o cattivi: a quanto pare, Camila era l'unica persona in grado di controllare le emozioni di suo padre. Poi, quando Camila compì 14 anni, potè decidere se andare a vivere con su padre o sua madre. Lei scelse Sonia: stava attraversando la pubertà e un'adolescenza già complicata, e avrebbe voluto passarla con sua madre perchè, come lei, era una donna che aveva già attraversato quella fase. Mentre Sonia tirava sospiri di sollievo, Carlos si era offeso e per fargli ritornare la felicità aveva deciso che si sarebbero potuti vedere tre giorni alla settimana più il sabato pomeriggio, anche fino al mattino dopo.
Beh, già sapete cosa accadde poi nella mente di Camila, la sua improvvisa depressione.
E a 17 anni, quando Camila incominciò la scuola, Carlos avvertì in lei uno strano e famigliare comportamento: i comportava proprio come Serena quando si era innamorata per la prima volta di un ragazzo. E ciò andava punito. Carlos odiava il fatto che la sua sorellina potesse provare in fondo al cuore la sensazione dell'amore, anche mentre subiva tutti quegli abusi da suo padre. Non solo sentiva di essere stato tradito dall'amore della sua vita, ma odiava il fatto che lui non potesse sentire, come Serena, quel senso di felicità che avrebbe potuto salvarlo da tutta quella sofferenza - oppure ucciderlo. E ora quella piccola luce nel cuore la stava provando anche la sua anima gemella, ma non per lui. Allora la punì, rivendendo in lei sua sorella Serena e gustando il fatto di farle del male, sempre più male, fino a spegnere ogli singola luce del suo cuore. Ma l'amore che Camila provava per Benjamin non svaniva anzi, cresceva sempre di più. Certo, Camila aveva notato l'ossessione e la possessione che Benjamin provava nei suoi confronti, ma l'amore che provava per Benjamin era diverso da quello che provava per suo padre. Il suo cuore sapeva che lui voleva proteggerla. Gliel'aveva dimostrato. E si amavano. Lui amava lei e lei...

-IO TI AMMAZZOOOO!!!- Il suo grido si è sentito bene mentre continua frettolosa a respirare.
-Ma ti vuoi calmare!- Mi sento esaurito.
-Muoviti, ti prego, mi sento scoppiare... ACCELLERA IL FOTTUTO MOTORE!
-Quanto distano le contrazioni?
-Un minuto e mezzo - Dice a denti stretti. vedo che incomincia a sudare. Beh... anche io - Ferma la macchina Benjamin, FERMA LA MACCHINA! Fammi partorire qui, facciamolo qui, aiuto, non so se ce la faccio... MORIRO'! MORIRO' DI DOLORE ED E' SOLO COLPA TUA!
-CHE? MIA?- Mi girò verso di lei scioccato.
-Sì! Se non avessi messo il tuo fottuto sperma dentro di me, non ci sarebbe nessun bambino e nessun dolore da sopportare! E non mi gridare contro! Mi hai offesa...- "Oh no, ricomincia a piangere!", volevo letteralmente sparire dal pianeta. "Ok Benjamin calmo. Stai per diventare padre e la tua futura moglie è impazzita, esaurita e stressata e sta per partorire due bambini nella tua macchina. E' tutto a posto, tutto nella norma. A proposito di mia moglie... l'anello, cazzo!".
 
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giulyminuel:)
view post Posted on 24/8/2015, 22:47




TI PREGO CONTINUAAAAAA

Oppure è FINITA? Non ho capito sai?
 
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view post Posted on 25/8/2015, 11:21
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CITAZIONE (giulyminuel:) @ 24/8/2015, 23:47) 
TI PREGO CONTINUAAAAAA

Oppure è FINITA? Non ho capito sai?

Non so se te ne sei accorta ma ho scritto, e anche in grassetto e ben in grande, "Epilogo, prima parte"....
 
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giulyminuel:)
view post Posted on 25/8/2015, 11:51




Ehmmm. . Scusa :( :unsure:
 
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view post Posted on 30/8/2015, 14:33
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Epilogo, ultima parte

-Benjamin, dov'è Benjamin? Voglio Benjamin!- Grido mentre attorno a me mille infermieri preparano le cose per il parto. Non so se ce la farò
-Cami, non ti preoccupare, arriverà presto...- Mi tranquillizza Pilar.
-Oh Pilar, giuro che se non viene glielo taglio!
-Ok, io esco da qui- Dice Coco per poi andarsene. Mi sento letteralmente esplodere, la pelle mi tira in maniera incredibile e il cuore mi batte all'impazzata al pensiero di quello che sto per fare.
-Dobbiamo incominciare- Dice il ginecologo.
-No, vi prego! Aspettiamo un altro pò, MA DOVE CAZZO E' BENJAMIN!?

-Finalmente sei arrivato!- Esclama Coco appena arrivato. Ho il fiatone, è stata la maratona più veloce della mia vita.
-Hanno iniziato? Dimmi di no...
-Ti conviene entrare. Camila la sta dicendo grossa
Faccio un respiro profondo. E' il mio momento. Sento Coco battermi una mano sulla spalla.
-Ce la farai, amico
Annuisco.
-Ce la farò- Mi incoraggio.l
-Gli anelli?
-Ce li ho
-Buona fortuna - Coco mi sorride e io m'incammino - E ricordati di non svenire!
"Speriamo", penso tra me e me. Poi sento Camila gridare il mio nome....


-Io voglio Benjamin...- Incomincio a piangere. Fa troppo male. Ma poi lo vedo entrare in sala parto.
-Ma dov'eri finito!?- Lo rimprovera Pilar.
-A fare una cosa. Ora esci
-Benjamin, mi sei mancato... Fa malissimo- Piagnucolo.
-Dobbiamo veramente iniziare. Ti stai dilatando molto
-O-Ok... - Faccio qualche respiro profondo. Poi vado nel panico - Ma come faccio!? Cosa devo fare!?
-Spingi, Camila- Mi dice il ginecologo.
-Dammi la mano- Gemo a Benjamin. Incrociamo le dita mentre cerco di respirare.
-Ascoltami amore. Conto fino a tre e spingi, ok?
-Si!- Grido di dolore. Benjamin incomincia a contare e al tre stringo occhi, denti e la mano di Benjamin, e a sua volta lui stringe la mia. Cazzo, che dolore. Lo faccio ancora e ancora una volta. Mi sembra di star correndo una maratona. I dottori mi mettono una mascherina per l'ossigeno quando incomincio ad affannarmi troppo. Il sudore mi cade addosso come l'acqua in una doccia gelida. I rumori diventano soffocati. Non riesco a stringere la mano di Benjamin. Non sento più le mie grida di dolore. Il cuore batte nelle mie orecchie.
-Mi vuoi sposare?- Sussurrano al mio orecchio. Mi giro verso Benjamin, che mi guarda con gli occhi lucidi e innamorati. Mi tolgo in fretta la mascherina.
-Che?
-Mi vuoi sposare?- La mia testa cade sul cuscino e faccio un respiro profondo. Chiudo gli occhi, come a meditare un secondo, come a tenerlo sulle spine, e lui mi stringe la mano.
-Certo che ti voglio sposare!- Dico sorridendo. Vedo sul suo viso un sorriso che gli arriva fino agli occhi. E' felice, questa volta veramente.
-Ora falli uscire da lì. Voglio vederli- Annuisco mentre Benjamin mi accarezza il fianco e la gamba mentre va accanto al ginecologo. Mantiene una mano possessiva sulla mia caviglia mentre guarda tra le mie gambe e io spingo con tutta la mia forza....

-Salve. E' qui Camila Bordonaba?- Mi chiede un uomo palestrato sulla quarantina, dagli occhi castani e i capelli cortissimi. Ha una cicatrice sullo zigomo destro.
-Lei chi è?- Mi porge una mano piena di cicatrici.
-Sono Patrick, lo zio. Sono riuscito a contattare mio fratello in un ospedale psichiatrico e mi ha informato che oggi Camila avrebbe partorito. So che sarà felice di vedermi
Non posso credere ai miei occhi
-Certo che sarà felice di vederti! Io sono Benjamin, il fidanzato. Ora sta riposando, non è stato facile
-Immagino, dopotutto, due in una volta dev'essere straziante
-Già. Ma dov'eri finito?
-Quando mio padre mi ha sparato mi sono finto morto e sono riuscito a scappare. Dopo essere stato in ospedale ho raccimulato un pò di soldi è sono andato al Sud. Non potevo fidarmi di nessuno, per questo non ho detto niente a mio fratello e a mia sorella. Ho vissuto lì, poi ho saputo cosa aveva fatto Carlos a Camila e ho incominciato a cercare un contatto con lui, ma era irraggiungibile e non gli era permesso di ricevere telefonate. Qualche giorno fa un amico mi ha detto che in un ospedale psichiatrico c'era uno col mio stesso cognome e poi ho scoperto che era Carlos. Così sono riuscito a contattarlo e dopo una chiacchierata mi ha detto che Camila oggi avrebbe partorito. E... voleva venire anche lui - Un brivido mi percorse il corpo - Benjamin, non ti arrabbiare, ma l'ho fatto venire
-Che!?
-Non ti devi preoccupare. Non può fare nulla anche se volesse. Con noi ci sono dei sorveglianti dell'ospedale psichiatrico


-Amore... Amore, svegliati...- Sento un bacio sulle mie labbra e mi sveglio. Benjamin mi bacia la mano sinistra e vedo un anello. Lo guardo e quasi mi cadono gli occhi a terra quando vedo il diamante.
-Non avesti dovuto spendere tanto...
-Tu non vali neanche tutto quel denaro. E... c'è qualcuno che vuole vederti
-Chi?
-Ciao Camila - Dice un uomo che non ho mai visto in vita mia, entrando dalla porta. Ha un viso famigliare, ma sono sicura di non averlo mai visto - Wow, Camila, sei bellissima - Si avvicina a me e mi accarezza lo zigomo, passando il pollice sotto al mio occhio. Non mi sento timorosa o impaurita, è come se conoscessi questa persona da sempre - e hai gli stessi occhi di Carlos...
Soffoco un'esclamazione.
-Patrick. Sei tu? - Lui mi sorride e lo abbraccio - Oh Dio, Patrick! Sei mancato tanto a tutti noi! Pensavamo fossi morto...- Dico incominciando a piangere.
-Invece sono qui. E non sono solo- Dice separandosi da me.
-Ci sono anche io, Cami - Dice la voce di mio padre. Stringo la mano di Patrick e lui me la bacia. Carlos ha il volto rilassato e gli occhi scintillanti - Sono felice di rivederti- Mi fa un sorriso e gli sorridono anche gli occhi, un sorriso sincero, come quelli che mi faceva quando ero piccola.
-Buongiorno a tutti! Vi ho portato i piccoli!- Esclama una dottoressa bionda portando i bambini in camera, Sisì avvolta in una copertina rosa e il maschietto in una blu.
-Come si chiamano?- Mi chiede Patrick mentre con lo sguardo seguo l'infermiera che se ne va.
-La femmina Sisì. Il maschio ancora non ne siamo sicuri- Il cuore mi batte all'impazzata quando mio padre guarda il piccolo e gli si avvicina, tendendo le braccia.
-Carlos...- Incomincia Benjamin, ma poi Patrick gli fa segno di fare silenzio. Vedo che Carlos con il pollice fa un segno delicato sulla fronte del bambino, poi lo prende in braccio e lo accoccola nelle sue braccia. Il bambino si muove e io ho tutti i senti all'allerta.

Il bambino sgrana gli occhi. Poi, pian piano, li apre. Carlos tira un sospiro tremante e vedo i suoi occhi colmi di lacrime. Poi guardo gli occhi verdi di mio figlio, che guardano nei suoi.
-Ciao, piccolo... - S'interrompe quando il bambino alza piano piano il piccolo braccio e apre la manina. Carlos lo avvicina a se e il piccolo gli tocca la guancia. Poi, Carlos annuisce - Cruz...
-E' un bel nome Cruz, vero?- Dice Patrick, poi vedo che Camila piange accanto a lui, che le bacia la guancia ogni tanto.
-Non capisco...
-Carlos si è innamorato di lui - Mi spiega Patrick - Il bambino gli ha parlato. Non gli farà mai del male. Ricordatevi che è un caso psichiatrico ed è fedele a tutto ciò che vede nella sua mente
-Che dici Benjamin? Lo possiamo chiamare Cruz?
Le mie spalle cadono in avanti e annuisco.
-Vuole venire da te- Dice Carlos rivolgendosi a Camila. Porta il bambino tra le braccia di sua madre.
-Oh, amore mio. Ciao Cruz!- Sussurra. Poi, ancora una volta, la sua manina si posa sulla guancia bagnata di Camila, e lei la bacia. Sento qualcuno che incomincia a piangere, e vedo accanto a me la mia piccola Sisì. La prendo in braccio e scoppio a piangere quando vedo che apre gli occhi per guardarmi e sono azzurri come il cielo.
-Sisì ha i miei occhi- Dico con voce spezzata. Dò un bacio sulla fronte liscia da bambolina.
-Credo che Sisì abbia fame. Vi lasciamo da soli
-Grazie di tutto- Dico mentre se ne vanno e io porta Sisì a Camila.


-Alla fine ho vinto io. Cruz ha sconfitto tutto con uno sguardo e Carlos non ha potuto resistere all'emozione
-Ti avevo detto che un giorno sarebbe tutto finito
-Già. Ed è successo davvero

Nella mente di Carlos poteva esistere solo il bene o solo il male. Nessuna via di mezzo.
Ma non era esattamente questo che lui aveva nella testa. I suoi occhi dicevano tutt'altro, e Camila lo sapeva, lo aveva visto. Una volta c'era amore puro, un'altra estrema felicità, poi c'era la fantasia, la speranza, la fiducia. Poi c'è stata l'ira profonda, il pentimento, l'egoismo, la vendetta, la gelosia. Ma oggi negli occhi di Carlos, di mio padre, non avevo visto nulla di tutto ciò: avevo visto la consapevolezza di aver sbagliato tutto e la forza per poter rimediare agli errori commessi in passato, a tutti gli amori perduti.

FINE
 
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view post Posted on 17/9/2015, 15:32
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Ciao ragazzi!
Spero vi sia piaciuta la mia storia, ricca d'amore e violenza, e vi sarei molto grata se mi scriveste anche solo un piccolo commento su come vi è sembrata.
Vi lascio la playlist delle canzoni allegate alla storia:

-Grande, grande, grande di Mina
-Libere di Deborah Iurato
-Entra en mi vida dei Sin Banderas
 
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ribelliparasiempre
view post Posted on 17/9/2015, 16:52




una storia davvero intrigante brava! sei nata per fare la scrittrice ;)
 
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Kekkabenjamila
view post Posted on 20/9/2015, 08:24




Wow incredibile davvero bellissima!
 
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83 replies since 15/11/2014, 23:31   2272 views
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