| Capitolo 9, seconda parte (+18)
Maggio:
Dopo una lunga e silenziosa camminata, Benjamin la fece entrare nel grande appartamento in cui viveva con il padre, un pò più al di fuori del centro di Reggio Emilia. Appena entrati, si trovava un'enorme stanza che aveva alla sinistra un cucina con penisola e alla destra un grande divano, una poltrona e un tavolino. I colori le facevano ricordare i tempi dell'800 - giallo oro, ocra e marrone. Facendo qualche passo più avanti, Camila vide che alla parete opposta a dove c'era il divano, c'era un grande mobile di legno marrone lucido nella quale, al centro, era appesa un'enorme TV. Tirò un sospiro. -Posso sedermi?- Chiese, con un pò di fiatone. -Certo - Le rispose Benjamin mentre appoggiava le chiavi di casa sul marmo della penisola. Camila lasciò cadere la borsa e il suo corpo sul divano di pelle bianca e fece un paio di respiri profondi - Cosa ti posso offrire? -Acqua, per favore- Benjamin prese un bicchiere e glielo riempì d'acqua fresca. -Tieni - Disse appoggiandolo sul tavolino di fronte a lei - Accendi la TV se vuoi- Le disse dandole il telecomando. Lei l'accese e digitò 67 per mettere MTV Music e le sue orecchie vennero riempite dalle note della canzone del suo cantante preferito. -Oddio, io adoro questa canzone!- Benjamin alzò lo sguardo e vide Tiaziano Ferro. -Sai come si balla questo ritmo?- Camila annuì ed incominciò a cantare mentre muoveva lentamente i fianchi. Il sorriso sulle sue labbra gli faceva venir voglia di andare da lei e stringerla tra le braccia. La sua voce era così... preziosa. Andò verso il tavolino e appoggiò una bottiglia aperta di birra. Poi, quando ci fu il ritornello, Benjamin andò da lei, le posò la mano sulla cintura e l'altra la prese nella sua, mentre la mano di Camila si appoggiava sulla sua spalla, e insieme fecero dondolare i finachi a destra e a sinistra al ritmo celtico di quella canzone. Benjamin la vedeva così felice... e lo era veramente con quel suo sorriso che spaccava il cielo. Poi d'un tratto si fermarono e il sorriso di Camila svanì pian piano nel vedere che lui cercava di nascondere i suoi sentimenti.
"Il tuo sorriso trattenuto e poi esploso per volermi meno male".
Fu allora che lui perse la sua battaglia e sorrise, facendo sorridere anche lei. E lei era... così bella, dolce, angelica... preziosa. "Preziosa" era la parola che Benjamin non riusciva a togliersi dalla testa, perchè tutto di lei portava a quell'aggettivo così borghese. Erano tanto vicini, lui le cingeva i fianchi con un braccio, e mai si era accorto di quanto fossero meravigliosamente larghi. Il suo sguardo celeste scese dai suoi occhi alle sue labbra rosa, quelle labbra di un colore così intenso che sembrava se le fosse colorate con un rossetto. Il cuore di Camila incominciò a battere forte, una sensazione così bella la stava percorrendo da capo a piedi. Instintivamente, si bagnò le labbra con la lingua e le separò. -E... Andiamo a sederci, Benjamin -S-Sì...- Benjamin la liberò dalla stretta delle sue braccia, si sedettero sul divano e presero un sorso delle loro bevande. -Allora... vai spesso a correre?- Chiese Camila. -Ci vado due pomeriggi alla settimana. Vado fino alla stazione centrale e poi torno indietro facendo il giro del parco- Camila rimase a bocca aperta. A occhio saranno stati come... tra i 15 e i 17 chilometri in tutto. -Anche io andavo a correre. Facevo sette chilometri al mattino e sette al pomeriggio. Poi, però, a Settembre mi venne l'attacco respiratorio e non potei più andare...- Disse lei con aria nostalgica, ma sempre con espressione dura. Era una delle cose che Benjamin ammirava di quella ragazza: si mostrava sempre come una persona forte nonostante le emozioni difficili. -Cosa c'è in quella borsa? - Le chiese Benjamin, indicando la borsa nera - È grande, ed è piena... -Niente - Gli rispose, arrogante. Camila prese la bottiglia di birra da sopra il tavolino e ne prese un sorso - Ma è amarissima!- Esclamò disgustata. -Cosa ti aspettavi? La birra è amara -Io preferisco il vino -Ah, si? Però vedi, da dove vengo io si beve solo birra -Allora diciamo che ho bevuto birre migliori... In realtà non riconosco questa marca, è moldava o polacca? -Polacca, ma tu come lo sai? -Ho una zia che viene dalla Polonia. E poi solo le lingue dell'est hanno nomi così strani... -Camila, sei bellissima- La interruppe. Camila, che prima era concentrata sulla birra, lo guardò con occhi spalancati. -Cosa? -Che sei bellissima... Cosa c'è, non te lo ha mai detto nessuno?- In effetti il genere maschile glielo diceva sempre, però era stato così inaspettato, così brusco e dolce. -Io... B-Benjamin...- Balbettò Camila, ma lui la zittì con due dita che le sfiorarono le labbra. Non si voleva approfittare di lei, voleva solo... un bacio. Il bacio. Sensualmente, le si avvicinò e le diede uno stampo sulle labbra, lento e dolce. Camila smise un attimo di respirare. Lui chiuse gli occhi e le si avvicinò di nuovo, aumentando la pressione delle labbra sulle sue. Camila era confusa, non sapeva cosa fare ma cazzo, era il ragazzo che le piaceva! E poi, lui era diverso. Con lui non era come con Javier. Da Benjamin sentiva uscire un'ondata di positività e amore assoluto, sentiva il bene e non il male, sentiva piacere e non soddisfazione. Allora dischiuse le labbra e pian piano chiuse gli occhi. Allora Benjamin entrò avido nella sua bocca, lento e sensuale, dolce e profondo, e le loro lingue si accarezzarono. Lui la teneva stretta per la nuca e le aveva appoggiato una mano sulla schiena per avvicinare i suoi seni al suo torso. Camila gemette di tanto di quel piacere che sembrava esagerato, allora il bacio acquistò forza e le loro bocche, rumorose di umido, scivolarono l'una sull'altra più velocemente. Camila gemette di nuovo, e stavolta era più simile ad un grugnito. Benjamin si separò da lei e le sorrise. Aveva le pupille dilatate e le pareva un pò disorientata. -O questo è stato il tuo primo bacio o non ti hanno mai baciata come si deve- Le disse lui. -La seconda. Al bastardo con la quale mi baciavo non gli piacciono quelle con le lingue corte. Sinceramente, quando mi baciava avrei preferito vomitare- Camila fece un'espressione di disgusto al ricordo delle labbra di Javier sulle sue. -Di a quel ragazzo di farsi fottere. Sembrava avessi avuto il sogno di ricevere un bacio che ti soddisfacesse -E si è avverato, finalmente- Dopo minuti di silenzio, i due si guardarono negli occhi. E fu allora che tornarono a baciarsi, ma stavolta duro e profondo. Benjamin passò la mano lungo il fianco di Camila e lei si mise a cavalcioni su di lui, stringendogli le spalle. Le mani di lui passarono lungo la schiena di lei fino ad afferrarle i fianchi e le mani di lei scesero lungo il torso del ragazzo, assaporando con i palmi delle mani i muscoli sotto quella canotta bianca. Ne afferrò i bordi e si separarono per tirargliela via. Benjamin cominciò un lungo cammino di baci caldi sul suo collo mentre le toglieva il cardican e la maglietta rosa, per proseguire il suo cammino sul suo petto e tra i seni. Camila si guardò le braccia e vide che c'erano ancora segni di morsi e di graffi, quindi cercò di nascondere gli avambracci dietro la sua testa. Si separò dal suo petto. -Oh Dio, Camila...- Benjamin fece un'espressione quasi dolorosa nel guardarle i seni. Aveva un reggiseno nero in pizzo, e poteva vedere il sottile filo creare cuoricini neri nelle coppe e fiori nelle spalline. Era meravigliosa. Aveva dei seni tondi e prominenti, per il fatto che avesse le braccia magre e il petto gonfio. Il reggiseno sembrava schiacciarle i seni, era come se li stesse soffocando. -C-C'è qualcosa che non va? Non ti piaccio?- Camila se li guardò un attimo con aria preoccuparata. -Camila, sei perfetta. Che Dio mi aiuti, non riesco a guardarti i seni senza che mi facciano impazzire...- Camila era arrossita, e stavolta fu lei a baciarlo. Sentì che lui si metteva in piedi ed incominciava a camminare fino a posarla su qualcosa di morbido. Aprì gli occhi di scatto, Benjamin le palpava piacevolmente i seni duri, erano in una stanza buia ed era cosciente di trovarsi su un letto. Le venne un nodo allo stomaco e si separò da lui bruscamente. -No, non così - Disse spingendolo e rimettendosi in piedi. Mise le mani accanto ai suoi fianchi e si accorse che stava respirando senza gli occhialini per l'ossigeno, ma non le importava più di tanto perchè si era presa i puf dell'inalatore - Devo avere io il controllo -Cosa? -Io ho delle regole quando faccio sesso, e io devo avere il controllo -Perchè? -Non sono affari tuoi. Mi dispiace, però... io non posso farlo se tu sei su di me. Non so neanche se sono pronta per farlo ora Benjamin era stravolto, non sapeva cosa pensare, cosa fare. Poi... gli venne in mente che le aveva detto che non si sarebbe approfittato di lei. -Scusami Camila, sono io che non avrei dovuto baciarti. Ci siamo lasciati andare e io ti avevo detto che non sarebbe successo- Provò a ragionare Benjamin, mettendosi in piedi di fronte a Camila. Lei non riusciva a staccare gli occhi dal torso del ragazzo, aveva dei muscoli così sodi e pieni che Camila avrebbe voluto passare la lingua lungo quella valle virile. -Ma... tu mi desideri, ora? - Benjamin non disse nulla, era come se avesse paura di rispondere, di dire qualcosa di sbagliato - D'accordo - Camila lo fece indietreggiare fino a spingerlo sul letto - Sdraiati e aspetta qui - Lui lo fece, e Camila uscì dalla stanza per andare a prendere la borsa nera in sala. A occhio, trovò il bagnò e si cambiò: si mise l'intimo di pelle, i pantaloni neri di pelle, si tolse le scarpe e, per ultimo, prese una benda. Ritornò in camera e Benjamin si eccitò non appena la vide, ma la verità era che la preferiva prima - Ascoltami: non ti legherò i polsi soltanto se tieni le mani lontano dal mio corpo. Non stringermi, non toccarmi i capelli, non farmi stare sotto di te -Perchè tutto questo?- Lei non gli rispose, semplicemente gli allungò la benda. Lui, capendo che non avrebbe ottenuto risposta, la prese e si coprì gli occhi. Camila si mise a cavalcioni su di lui ed incominciò a percorrere il suo torso con i palmi delle mani fino a fermarsi alle spalle. Il cuore del ragazzo batteva fortissimo, era per il buio, per ciò che lei avrebbe fatto con lui. Gli prese le mani e gliele appoggiò sui propri fianchi. Lui percorse la sua schiena fino a slacciarle il reggiseno di pelle. Camila si sentiva così tanto in colpa... Gli occhi le si bagnarono di lacrime, era ingiusto, pensava, il tocco di quel ragazzo era così delicato da farla star male, il suo cervello le diceva di fidarsi di lui. Il suo tocco bruciava nel più profondo del suo essere, sentiva il cuore pieno di qualcosa che non sapeva cosa fosse. Incominciò ad ansimare quando Benjamin, lentamente, fece scivolare le spalline lungo le sue braccia mentre le baciava lo sterno. Non ce la faceva, la sua mente la stava uccidendo. -Basta, Benjamin fermati- Disse Camila, quasi con dolore nella voce, quasi spaventata, esaurita. Lui non ebbe neanche l'occasione di chiederle cosa aveva sbagliato che lei già gli aveva tirato via la benda e l'aveva buttata a terra. Camila si portò le mani in viso e incominciò a piangere. -Camila, cosa c'è? Ho fatto qualcosa che non dovevo fare? -Tu, sei tu il problema! - Gli disse, guardandolo negli occhi - Tu fai in modo che tutto sia diverso e, e bello, e io non so come sopportarlo. Quando mi tocchi mi sento così al sicuro, così bene, e io ho bisogno di questo, ho bisogno di sapere che non siete tutti uguali e ora, ora io... io non trovo giusto quello che ti sto facendo - Camila si asciugò le lacrime. Benjamin era confuso, voleva comprenderla. Lei scese dal letto e si tolse freneticamente ciò che indossava, come se quella pelle bruciasse sulla sua - Io odio la pelle, cazzo!- Lui la guardò un attimo da capo a piedi: le sua espressione era pura vergogna e pentimento, i seni perfettamente tondi e pieni, il busto gonfio per via dei polmoni malati, le braccia magre, i fianchi larghi, il sesso depilato, quelle gambe così meravigliose e gli occhi verdi che brillavano nel buio. Benjamin si sedette sul letto e allungò la mano, invitandola. Camila si avvicinò a lui, gliela prese e la riportò a cavalcioni su di lui. Anche Benjamin si tolse ciò che gli rimaneva addosso, poi accarezzò dolcemente la guancia di Camila e la baciò sulle labbra. -Io voglio amarti... - Camila negò con la testa - Perché no? -Perchè fa troppo male...- Rispose appena in un sussurro. -Dove?- Camila si accarezzò il petto, dove c'è il cuore. -Qui... è troppo intenso, non so come sopportarlo. Ma è bellissimo... In quel momento Benjamin sapeva che stava vedendo la vera parte di Camila, quella fragile e dolce, l'autentica.
"È vero è complicato odiarti, nessuno al mondo può negarlo".
Benjamin tornò a percorrere il suo corpo con lo sguardo, ora che era vicino a lei, e solo in quel momento vide che aveva dei lividi sul collo e un morso sul seno. Dentro di sé espresse compassione e rabbia allo stesso tempo per ciò che le avevano fatto. Baciò le sue ferite, le accarezzò i seni con la lingua, e Camila gemeva e mugolava così delicatamente che gli veniva voglia di non fermarsi mai per ascoltarla fino all'eterno. Le loro lingue danzarono dentro le loro bocche quando Benjamin s'inginocchiò, con Camila stretta al suo forte corpo, e si sedette sui propri talloni. Poi la penetrò molto lentamente, tanto che Camila si stava chiedendo quando sarebbe finito. Al sentirsi riempita Camila separò le loro bocche e lanciò un gemito quasi soffocato mentre inarcava la schiena e faceva cadere la testa indietro. Benjamin sentì come le sue gambe gli stringevano la vita e approfittò della posizione per affondare il viso in mezzo al suo petto e riempirla di attenzioni mentre le faceva l'amore. I due corpi continuavano a essere percossi da scariche elettriche dolenti che gli facevano stringere gli occhi e i denti, che li facevano gridare, far male i nervi e il cervello, ardere il cuore. Per un attimo pensarono di poter morire lì, su quel letto, uniti mentre si amavano.
"La sua bellezza ti può uccidere, la sua bellezza non ha limite, la sua bellezza rende fragili. Non avrò pace fino a che non l'avrò tutta per me".
"La sua bellezza è sesso in polvere".
Camila aprì gli occhi ritrovandosi sul divano di casa sua. Spense la sveglia del cellulare, tirò un sospiro e ritornò a chiudere gli occhi con un sorriso.
"Perdo il tuo sguardo, cerco il ricordo, lo fermo, mi sveglio, ti guardo, sto meglio e sei... qui...".
Li riaprì e gli sembrò di vedere due cerchi celesti che la fissavano dall'alto. Allora si alzò e si preparò, ansiosa di essere a scuola. Di solito lei era la prima ad entrare in classe, ma quella volta non fu così perché il treno aveva fatto cinque minuti di ritardo. Quando entrò, vide alcune persone raggruppate ad un banco. -Buon giorno, amori miei!- Gridò Camila, e Alberto sorrise. -Ragazzi, oggi Camila è particolarmente felice- Confermò lui. Tutti si girarono a guardarli, coprendo il banco con i loro corpi come una catena. -Camila, c'è una cosa sul tuo banco- Disse Laura, poi tutti si spostarono e Camila vide una rosa blu e una verde avvolte da fiorellini bianchi. Spalancò la bocca e le vennero le lacrime agli occhi. Vide Alberto appoggiare il suo zaino sulla sedia. -Cavoli, - Commentò - questo è un gesto romantico. È impossibile trovare rose di questo colore A Camila batteva forte il cuore e due lacrime scesero insieme sulle sue guance. -Guardatela, si è commossa!- Gridò Roberta. -È che... non avevo mai ricevuto fiori prima d'ora- Disse, poi scoppiò a piangere. In realtà nessuno l'aveva mai amata, nessuno le aveva mai fatto l'amore, non aveva mai avuto un ragazzo, ma soprattutto non l'aveva mai amato. Poi era arrivato Benjamin... Accarezzò il fusto della rosa blu e prese il biglietto.
"Alla Mia rosa dagli occhi verdi".
Mia... con la lettera maiuscola. Oddio, ma cos'era quella vita? Camila scrisse un biglietto per Benjamin durante la lezione. Nessuno sapeva chi le aveva dato quei fiori. All'intervallo, Camila andò a cercarlo al terzo piano con il biglietto in mano. Era scappata dalla sorveglianza di Alberto e da tutti gli altri, corse a salire le tre rampe di scale e uscì nel corridoio del piano superiore. Guardò a sinistra verso l'altro corridoio, poi a destra e lì in fondo, accanto alla porta del laboratorio, c'era lui in tutto il suo splendore. La maglietta a maniche corte bianca illuminava il suo petto muscoloso e un paio di jeans scuri gli fasciavano le gambe forti. Era così bello...
"Come quando io ti ho visto per la prima volta, in milioni di occhi la vita si nascose, come fissare il sole in una notte, far sparire tutti gli altri in un secondo come niente".
Benjamin la trovò più preziosa del solito con quella camicia bianca a fiori rosa e i pantaloni grigio scuro attillati. Aveva il fiatone, e i suoi occhi erano così tanto accesi da intravederne il colore nonostante i metri che li separavano. La ragazza corse da lui, stringendo il biglietto nella sua mano destra, e lui camminò verso di lei per ridurle la corsa. -Aspetta un attimo, fammi riprendere fiato - Gli disse fermandosi davanti a lui. Benjamin sorrise e le prese la mano libera per sposarne sopra le labbra. Poi la prese per la nuca e l'attirò a sé: sentivano i loro cuori battere attraverso le tele dei vestiti, Camila aveva ripreso a respirare con fatica nel momento in cui Benjamin le si avvicinò e la baciò. Lei si mise in punta di piedi per avvicinarsi di più a lui ma non era ancora abbastanza. Allora lui la prese per la vita e la sollevò fino a farla arrivare alla sua altezza e Camila sentiva che riusciva appena a sfiorare il pavimento con la punta della scarpe. Benjamin la rimise a terra, si separò da lei e sorrise quando vide Camila passarsi la lingua sulle labbra, quasi per voler assaporare tutta la saliva che lui aveva posato in lei. Aveva le guance arrossate e le labbra gonfie, ansiose per averne di più - Amm... Tieni - Gli disse dandogli il biglietto. Benjamin lo prese in mano e le diede uno sguardo quando vide quanto era stropicciato. Camila era mortificata e arrossì di più - Oh Dio, perdonami, è che prima mi sono emozionata...- Lui non l'ascoltò e, ansioso, aprì il biglietto ma lei lo fermò. -No, leggilo dopo che me ne sarò andata, quindi ora- La ragazza si girò per andarsene, ma non ne ebbe il tempo perché Benjamin la fece girare nuovamente, con una mano le prese la mandibola e tornò a baciarla. Era così felice quando lo faceva, svegliava nel suo stomaco e nel suo cuore un sentimento che non aveva mai provato prima, e gli lasciava la mente senza più pensieri. Invece per Camila era come se i suoi baci la rendessero energica e potente, ma allo stesso tempo sentiva come indebolivano certe emozioni in lei, come ne sviluppavano altre. -Ciao, piccola - Le disse - e grazie -Anche a te- Camila si girò e prese a camminare per ritornare in classe, ma vide davanti ai suoi occhi una cosa come metà dei suoi compagni e Alberto che gridavano e applaudivano, e le sue compagne che correvano verso di lei, mentre questa si stampava una mano sulla fronte. Benjamin avrebbe pagato tutto l'oro del mondo per vedere in quel momento quanto fosse arrossato il viso di Camila.
"Sai, ho sempre confessato al mondo intero che prima di morire avrei, almeno una volta, dovuto dirti 'Ciao'. E alla fine non l'ho mai fatto. Mentre tu sì, ogni volta: il tuo saluto era quel modo di dire sempre, in continuazione il mio nome in modo così duro e roco, e poi te ne andarvi dicendomi 'Ciao'. Io non so perché, ma non riesco a dirtelo. Forse perchè tu blocchi la mia ragione ancor prima. Neanche ora ho iniziato con un 'Ciao'. Chissà se un giorno riuscirò a dirtelo.
'Io sapevo che dentro di te avrei incontrato la luce, non sapevo esistesse un mondo così, non sapevo che sarei potuto essere tanto felice. E sei arrivato tu, e mi sorprese il potere che c'era in questo amore. E sei arrivato tu, una benedizione, ancora ricordo il momento in cui tutto cambiò'.
Grazie, Benjamin.".
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