¸´¯`°¤.¸ _`¤ Rebelde Way¤´_ ¸.¤°´¯`¸

Il ragazzo favoloso, Una storiella brevissima

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view post Posted on 26/8/2015, 14:28
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Seconda parte de "Il ragazzo misterioso"

Era tutto sfocato, come rivivere il momento in maniera differente, ma sempre con la stessa persona.
Avevo perso le speranze: Pablo, il ragazzo che amavo da quasi un anno, si era messo insieme ad un'altra. Per di più una ragazza che sarà stato almeno il triplo di lui. Ma perchè l'aveva fatto? Pablo sapeva che io provavo qualcosa di profondo per lui, eppure invece di conoscermi meglio mi aveva lasciata fantasticare fino ad illudermi. Il giorno in cui ero con Lujan che scendevo le scale della scuola fino a quando alzai lo sguardo da quelle scale pericolanti e vidi Pablo che mi guardava e poi girarsi verso quella ragazza, la sua ragazza, e baciarla. Baciarla proprio come io avevo immaginato che lui baciasse. Allora mi sentii tradita, distrutta, era come se lui l'avesse fatto apposta. Mi sentivo orrendamente brutta, era come se con quello mi avesse detto Guarda, lei è più bella di te. Per questo si merita di avermi, di avere me e le mie labbra. Ricordo di essermi fermata in mezzo alle scale mentre una marea di gente mi spingeva e mi diceva di muovermi. Ma io me ne stavo lì a guardarli, a immaginare come sarebbe stato stare al posto di quella grassona imbottita di matita nera sugli occhi e di mascara sulle sopracciglia.
Poi, un giorno, me ne stavo seduta da sola ad un tavolo della mensa. Ero come ipnotizzata e, come tutti gli altri giorni di quei due mesi, davanti a me non c'era cibo. Ero chiusa in me stessa al tal punto che non sentivo più nulla, né una voce, un suono, il tocco di una persona, tutto sembrava essersi perso nel vuoto in una parte sconosciuta della mia mente. Poi ricordo di essermi messa a pensare a quanto potesse distruggerti amare una persona. Ricordo che il pensiero mi fece venire il nodo allo stomaco, quella fastidiosa sensazione che ormai provavo da sempre nella quale sembrava che dovessi rimettere l'anima e il corpo. Ricordo ancora la sensazione degli occhi rossi e gonfi e la sensazione della pelle liscia e seccata dalle lacrime lasciate scorrere. Poi sentii il dolore dei peli e del cuoio capelluto di quando mi veniva la pelle d'oca. Era da tanto che non provavo più quella sensazione, la sensazione di sentirlo vicino, di sentire un calore che mi attraeva proprio come l'opposto della calamita che era in lui. Ricordo di aver sentito il cuore riprendere a battere quando questa sensazione si fece più forte propagandosi sulla mia pelle.
-Che cosa ci fai qui? - La mia voce assomigliava più a un debole sussurro. In quei due mesi mi ero isolata da tutto e da tutti e ora sentivo qualcuno che stava occupando il mio spazio, lo scudo di solitudine che mi ero creata. Quasi potei percepire la confusione in lui sul fatto che io sapevo chi era, che sapevo che lui era lì e che si stava avvicinando a me alle mie spalle - Che cosa ci fai qui?- Ripetei alzando il tono di voce, quasi come fossi arrabbiata. Le lacrime agli occhi tornarono, il nodo in gola era insopportabilmente doloroso. Ma non potevo lasciarmi sconfiggere, non potevo piangere di fronte a lui. Sarebbe stato imbarazzante, vergognoso e sarei sembrata una debole (come se già non lo fossi).
-Io... - Ricordo come il peso della panca cambiò quando lui si sedette accanto a me - Marizza, sono venuto per scusarmi...
-Sono passati due mesi! Guardami! - Dissi indicando quello che mi aveva fatta diventare. Una ragazza spenta, fatta di sole ossa, con i muscoli e i capelli deboli. Senza più luce negli occhi - E tutto questo per colpa tua!
Ricordo di aver percepito io stesso il suo colpo al cuore alle mie parole, la pressione di quando ti rendi conto che hai fatto qualcosa che non dovevi fare. Il senso di colpa.
-Marizza, mi dispiace, io...
-No, lasciami stare - Lo interruppi. Incrociai le braccia sul mio petto e girai la testa di lato in modo che lui non potesse guardarmi negli occhi. Questo gli avrebbe fatto capire come realmente stavo. Però poi sentii che mi afferrava il mento e bruscamente mi girarò la testa, quasi spaccandomi il collo. Lo guardai negli occhi mentre lui era concentrato a cercare qualcosa nei miei. Eravamo tanto vicini, era tanto caldo e il suo profumo così buono che mi stava facendo letteralmente male, mi stava facendo venire il mal di testa. Vidi l'espressione sconcertata sul suo viso, il senso di colpa nei suoi occhi quando vide di che colore erano i miei - Sì, sono grigi. Capisci? Grigi! Hai tolto la cosa più bella che c'era in me!- Ed era vero. I miei occhi erano la prima cosa più bella che le persone notavano in me per il loro caratteristico colore verde abete. Io adoravo i miei occhi, erano l'unica cosa che poteva ricordarmi mio padre. E lui mi aveva privato di tutto quanto, anche dei miei occhi verdi, spegnendoli a tal punto da farli diventare grigi. Ricordo ancora la sensazione dei miei occhi gonfiarsi nuovamente, delle lacrime che li ricoprivano come un velo trasparente e ricordo ancora la violenza con la quale cercai inutilmente di separarmi da lui.
-Mi dispiace, mi dispiace tanto... Ti prego, perdonami...- Disse abbracciandomi. Sembrava tutto così vero e reale, le sue braccia sembravano veramente stringere la mia cassa toracica. Ricordo che scoppiai silenziosamente a piangere e ricordo il suo conforto, ma non ricordo se anche lui stava piangendo mentre mi ripeteva di perdonarlo. Ricordo che poi passò quella ragazza, la sua ragazza (forse ex, me l'avevano detto), e che ci disse qualcosa che non ricordo. Forse non lo ricordo perchè in quel momento non m'importava. Il momento nella quale mi trovavo tra le sue braccia.
Ricordo che quel pomeriggio tardi ero andata ad un centro commerciale, non ricordo il nome, né in che negozio mi ero andata ad infilare, ma ricordo di aver incontrato Pablo.
-Ciao Marizza - Disse venendomi incontro - ... vuoi... fare un giro?
-Veramente volevo fare delle compere. Mi servono un jeans e una maglia a maniche lunghe- Dissi io, quasi con disinvoltura.
-Ah. E... posso accompagnarti?
Con un sospiro, alla fine dissi:
-D'accordo
Quello che successe dopo furono una serie di vestiti da provare in tanti camerini diversi e fare sfilate come quelle che le ragazze facevano nei film americani. Per la prima volta dopo due mesi mi sentivo viva e apprezzata da quegli occhi azzurri che mi guardavano assieme a quel sorriso bianco che non svaniva mai. E anche i miei propri occhi sorridevano e sapevo che presto sarebbero guariti.
-Allora, come sto?- Dissi divertita. Ricordo che indossavo una maglia nera a maniche lunghe che risaltava il mio seno e un paio di jeans chiari. Ricordo di essere uscita dal camerino con una piroetta e che poi un paio di mani si erano fermate sul mio viso per tenermi stretta. La sua fronte si appoggiò sulla mia. Lui, era il volto della risata....

La mente si era offuscata fino a far sparire del tutto le immagini, e allora mi accorsi che ero sveglia. Bastava solo aprire gli occhi e avrei capito che era stato solo un sogno. E come nelle favole mi accorsi che lui mi aveva salvata e, come nei racconti a finale aperto, questo poteva finire in qualunque modo io avessi voluto che finisse.

FINE
 
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ribelliparasiempre
view post Posted on 16/9/2015, 13:48




bravaaaaaaa ;)
 
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view post Posted on 1/11/2015, 22:29

♥ Yo no puedo dejar de sentir lo que siento… ¿entendés? No quiero soltarte. Estoy enamorado de vos. ♥

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STUPENDA ANCHE QUESTA!!!! Complimenti , sai scrivere talmente bene che mi fai immedesimare nel personaggio!! spero di leggere altre tue opereee xD *---* Bravaaaa
 
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2 replies since 26/8/2015, 14:28   131 views
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