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Il ragazzo lussurioso, Una storiella brevissima

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view post Posted on 28/10/2015, 16:18
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Terza parte de "Il ragazzo misterioso"

Sembrava di essere su una nuvola, di saltare su di essa fino all'infinito per andare lontano....

Ero ancora davvero speranziosa sul poter incominciare qualcosa con Pablo, di poter almeno conoscerlo, potergli dire un "Ciao". Ma, cavoli, c'era la mia timidezza e poi c'era anche la sua, perchè io lo vedevo che era timido e allo stesso tempo vivace, proprio come lo sono io. Ero a scuola, la giornata era iniziata come tutte le altre, ricordo che alla terza ora avremmo avuto Disegno dal vero, e all'intervallo eravamo andati nel laboratorio a posare gli zaini. C'era chi poi era uscito dalla classe per fare un giro, chi andava a comprare cibo alle macchinette, chi chiacchierava in classe, ma io e Lujan eravamo andate nella sua classe, in quella di Pablo.
Col cuore che batteva a mille, le gambe tremanti, camminavo e camminavo ancora, sembrava sempre più lontana la strada, quando in realtà era proprio dietro l'angolo che avrei trovato quel paio di occhi azzurri che, timidi, non si sarebbero fatti vedere.
Non ricordo altro, oltre che...
Eravamo seduti in quatto su due banchi - io, Lujan, Diego e Pablo - e stavamo ridendo di qualcosa in memoria a me perduta.
-Sei bellissima - Fu come un sussurro del vento, e in realtà era la sua voce roca e timida. Senza neanche aver detto una parola, a bocca socchiusa, guardai negli occhi chiari della mia migliore amica e in quelli scuri del suo migliore amico - Vuoi essere la mia ragazza?- Non avevo detto ancora nulla, e sentivo i suoi occhi freddi nel bollore rosso del mio corpo, del mio viso. Non ricordo di aver vissuto momento più imbarazzante di quello. Non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi. Stavolta, quella timida ero io.
-Te l'avevo detto!- Gridò Diego.
-No, io te l'avevo detto! Non ha risposto, quindi ho vinto io
Con sguardo confuso e la coscienza perplessa, guardai i due ragazzi. Ricordo che Pablo lievemente rideva.
-Cosa?
Senza smettere di sfidarsi con lo sguardo, Lujan disse:
-Abbiamo scommesso che se Pablo te lo avesse chiesto, tu non avresti risposto
-Ma ha annuito, quindi ho vinto io
-Basta Diego - Lo interruppe Pablo - Ha ragione Lujan, non ha risposto. Se avete fatto un accordo, rispettalo come si deve- Adoravo il suo modo di comandare, prendere decisioni, il suo essere rispettoso nei confronti degli altri.
Ricordo che io non riuscivo a capire nulla, come se in quel momento non riuscissi a pensare a niente.
Di quel momento, ricordo solo che Diego, sbuffando, diede dei soldi a Lujan.
Non riuscivo neanche a capire se mi avesse dato fastidio sapere della scommessa, o se mi stessi chiedendo se Pablo già sapeva tutto.
Ricordo che uscii da quell'aula per andare a prendere un thè caldo al limone, alle macchinette. Ricordo che dovetti tornare in laboratorio e che passai davanti alla classe di Pablo per buttare il bicchiere ormai vuoto, mentre brividi mi percorrevano per il liquido caldo che scorreva nelle mie vene. Ricordo che, mentre mi giravo per andarmene, un paio di braccia maschili mi sorpresero avvolgendomi le spalle, grandi mani vissute che si posarono tra i miei seni, sul mio cuore.
-Ora non scapperai più da me, vero? - Mi sussurrarono all'orecchio, facendomi venire la pelle d'oca. La mia schiena formò un piccolo arco - Ora che stiamo insieme non sarai più timida, e non dovrai nascondere il tuo sguardo al mio- Disse, le labbra contro la mia pelle, scendendo lungo il collo, mentre il mio respiro diventava più affannato. Poi sentii il tocco caldo delle sue labbra, una scia umida sul mio collo venne creata dalla sua saliva e io tirai la testa indietro, in vena di brividi che facevano del mio corpo tremare come una foglia tra le foglie.
-Oh no... Ti prego, Pablo, il collo no...- Era un mio punto troppo debole, e lui continuava a riscaldarlo e raffreddarlo lievemente. Sentii il suo sorriso sulla mia pelle.
-Ti piace, piccola? - Sospirai - Avrai questo ed altro. Ora va'
Il suo corpo mi lasciò, aprii gli occhi ritrovandomi davanti alla porta. E me ne andai, i brividi ancora in corpo.
Mi sedetti sulle gambe di Lujan per coprirla dal professore mentre messaggiava al telefono.
-Dov'eri finita?- Mi chiese appoggiando la fronte contro la mia schiena. Io, ancora tremante, solo chiusi gli occhi....

Li socchiusi, sentendo come un terremoto faceva vibrare tutto. Le braccia sullo stomaco, dritta sul letto, mi accorsi che quel terremoto ero io, che stavo tremando proprio come nel mio sogno.
Pablo...
Amore mio, mi manchi....
 
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